La scuola d’estate

Gaspare De Blasi

Marsala

La scuola d’estate

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mercoledì 18 Maggio 2016 - 06:08

Se non saranno soltanto una zona di parcheggio e non diventeranno una sorta di luna park, ben vengano le scuole aperte anche nei mesi estivi. La ministra dell’istruzione Stefania Giannini ci sta seriamente pensando: un progetto per istituti aperti oltre il tempo delle pagelle e degli esami già esiste. Per ora riguarda medie e superiori ed è guidato da una ratio molto diversa rispetto alla necessità delle famiglie di vedersi alleviare dal peso delle vacanze troppo lunghe dei loro bambini che frequentano le elementari e gli asili. “Istituti aperti durante l’estate per i ragazzi che restano a casa e che, inevitabilmente, finiscono a passare le giornate per strada” ha detto la ministra, che poi ha aggiunto che riguarderà i ragazzi dei quartieri più disagiati di Milano, Roma, Napoli e Palermo. Insomma, se abbiamo ben capito, l’obiettivo è sottrarre i giovani alle tentazioni della strada nei quartieri a rischio delle grandi città. Come si conviene al governo diretto da Matteo Renzi che di queste cose ne fa una ragione di vita quotidiana, il progetto avrà un titolo: “Scuola al Centro” e il ministro Giannini, invece di convocare “inutilmente” i sindacati o i rappresentanti delle famiglie, è andata ad illustralo al G7 su educazione e ambiente che si è tenuto a Tokyo. Si tratterà di un investimento da 10 milioni di euro. E i professori? “Non sono obbligati, chi vorrà parteciperà”, ricevendo “un compenso, ma non molto alto”, ha spiegato la Giannini. Quanto ai ragazzi, non andranno a scuola per studiare: “Pensiamo allo sport, a scuole di musica, teatro. Ma anche vari laboratori artistici. Tutto quello che potrebbe interessare i ragazzi, farli divertire e toglierli dalla strada”.

Siamo malpensanti, se ci sembra l’ennesimo spot elettorale? Può darsi, infatti aspettiamo smentite. Dove reperire i fondi ce lo fa sapere la Giannini direttamente da Tokyo: “Potranno essere utilizzati i fondi europei destinati alla dispersione scolastica”. E dato che tra poco si vota anche in altre città, la ministra spiega: “Prevediamo che il progetto possa essere esteso anche ad altri comuni e ad altri istituti in zone o quartieri complessi. L’esempio potrà essere seguito individuando gli istituti che, aprendo le porte quando normalmente sono chiusi, possano accogliere anche chi a scuola non ci va mai”. E poi visto che c’era, “se il progetto che sperimenteremo quest’estate andrà bene, una volta avviata la rete si potrà pensare anche ai giorni di festa e aprire la domenica”. Giudicate voi se tutto questo serve. Noi pensiamo che le scuole debbono essere efficienti nelle giornate e nei periodi deputati. Poi si può aprirle quando si vuole. Intanto non sarebbe male che il ministro e il governo si occupassero (magari anche da Tokyo) del contratto di lavoro dei dipendenti della scuola che attendono di averlo rinnovato da più di un lustro.

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