Itacanotizie.it partner del #NuovoMei2016: vivere o sopravvivere di giornalismo musicale?

Claudia Marchetti

Itacanotizie.it partner del #NuovoMei2016: vivere o sopravvivere di giornalismo musicale?

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lunedì 26 Settembre 2016 - 11:01

Il meeting delle etichette indipendenti si è aperto ufficialmente a Faenza il 23 settembre. Il concerto in piazza degli Extraliscio in piazza del Popolo è stato un biglietto da visita per chi fosse approdato in Romagna, unendo rock e tradizione folk, indie e popolare. Anche se dalla band dei musici di Capossela con qualche new entry, ci si aspettava qualcosa di più azzardato, come spingere sui synth. Faenza è, in questa tre giorni, un contenitore di mercati del libro, del disco, dell’artigianato, ma soprattutto della musica: in ogni parte della città ci sono band ed artisti che suonano, che propongono la loro musica e che vengono ascoltati. Non si può farne a meno. Si passa dai concerti organizzati dalle etichette indie, presenti con i propri stand – e a cui si può portare il proprio demo – fino a quelli organizzati al Corona Coktail Plaza, un locale ben posizionato in centro storico, per ritrovarsi proiettati nell’eavy metal a ridosso della cattedrale. Nessun genere musicale è stato messo da parte. Ma MEI significa anche incontri con gli autori che raccontano la musica, uno spazio dedicato all’editoria musicale che, a voler stupire le leggi del mercato, è tanta.
Ma per i 20 del MEI, il patron Giordano Sangiorgi ha “regalato” sia il concerto in piazza di Daniele Silvestri, che ha proposto i migliori brani della sua ultraventennale carriera – senza non qualche problema per via di un problema elettrico – sia il Primo festival del Giornalismo musicale.
Noi di itacanotizie.it abbiamo appoggiato l’iniziativa, sposando gli Stati Generali divenendone partner e seguendo la tre giorni.

Daniele Silvestri

Daniele Silvestri

Giorni in cui si è respirata la vera essenza della musica, la sua bellezza, il suo fascino, una donna che però nasconde tanti segreti. Ecco perché i giornalisti musicali si sono confrontati sulle tematiche che preoccupano non solo il giornalista musicale, ma l’intera categoria.
Nel corso dei tavoli tematici tenutisi al Palazzo Comunale di Faenza, sotto la guida di Enrico Deregibus, i giornalisti delle testate nazionali – quotidiani, webzine, blog – si sono divisi per tematiche:
1. cosa vuol dire fare critica musicale
2. Chiunque può fare il giornalista musicale?
3. Vivere di giornalismo musicale o sopravvivere
4. Scrivere di musica nel 3016: problematiche
5. Alle prese con le nuove tecnologie digitali
6. Carta stampata, web e altri media: affinità e divergenze
7. Gestire una webzine
8. Giornalismo musicale sulla carta stampata
9. Giornalismo musicale sul web
10. Giornalismo musicale in radio e tv
11. Scrivere di world music e musica tradizionale
12. L’ufficio stampa oggi

Noi di itacanotizie.it abbiamo aderito al tavolo tematico n. 3 “Vivere di giornalismo musicale o almeno sopravvivere” assieme, tra gli altri, al decano Federico Guglielmi (“Rockerilla”, “Il Mucchio Selvaggio”, “Blow Up”) e Alessandro Sgritta, entrambi freschi di giuria alle Targhe Tenco.
Un confronto costruttivo e unanime ci ha portato ad elaborare un documento da consegnare e relazionare agli organizzatori del MEI.

Questo il testo del documento:
“Tutto il buono che ha portato la rivoluzione web e le tecnologie in generale negli ultimi vent’anni ha fatto riscontrare anche e inevitabilmente ripercussioni negative. In ambito musicale, assistiamo ormai a una produzione di dischi spaventosa. L’abbattimento dei costi di realizzazione di un album ad esempio, han fatto sì che in Italia vengano sfornati centinaia di dischi mensilmente, o non smettono di rimbalzo di nascere e morire webzine nel giro di un nonnulla, mentre nel contempo non smettono di calare i numeri di vendita di dischi e riviste specializzate. Un vero e proprio rovescio della medaglia che in ambito giornalistico ha fatto in modo che anche i semplici appassionati di musica arrivvassero a dire la loro, di contro il proliferare di un evidente qualunquismo per cui ognuno si senta di avere il diritto di dire la propria su qualunque argomento, generalizzando, non solo in ambito musicale, con sempre meno competenza. Il professionismo si è di fatto notevolmente ridotto anche perché in ogni ramo della filiera musicale i compensi sono stati drasticamente ridotti. Chi oggi intendesse intraprendere questa professione deve dunque assemblare più competenze ed esser, ove possibile, ancor più professionale. Ma andiamo con ordine a riassumere i punti trattati:

– incompetenza dell’editoria musicale
– il capitalismo insito nella cultura
– drastica riduzione dei compensi ai professionisti nell’ambito del giornalismo cartaceo, on line, di radio e televisione
– calo anche nelle vendite dei giornali cartacei
– nell’era social tutti credono di possedere il diritto/dovere di poter esprimere la propria opinione
– risorse limitate per il settore costringono il giornalista a reinventarsi
– In Italia è impossibile vivere in particolare di “puro” giornalismo musicale
– la via della sopravvivenza passa per:
1. l’eclettismo
2. la gestione delle riviste, le tecniche
3. il rispetto dei tempi di consegna di un articolo
4. competenza e professionalità
5. sapersi distinguere
6. avere uno stile proprio
– web come contenitore di tante informazioni
– mancanza di una regolamentazione dei giornali on line
La relazione è stata letta di fronte i giornalisti partecipanti ai tavoli in aula consiliare. Solo un primo passo verso la crescita all’interno di un settore della cultura poco valorizzato ma che in ogni campo, libri, dischi, concerti, anche talent, è sempre e nonostante tutto molto prolifico.

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