I cento, mille passi nel cuore di Marsala: dove sono gli scivoli per disabili? Emiliano Zerilli: “Non è una città a misura d’uomo”

redazione

I cento, mille passi nel cuore di Marsala: dove sono gli scivoli per disabili? Emiliano Zerilli: “Non è una città a misura d’uomo”

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venerdì 23 Dicembre 2016 - 17:32

“La fruizione e l’accessibilità delle nostre città è come la libertà di parola, sappiamo di poterla esercitare a nostro piacimento quando e come vogliamo. Ma se questa “libertà” di movimento ci venisse tolta o se non ci fosse mai stata data?”. Sono le dure parole pronunciate da Emiliano Zerilli, unno dei fondatori delle Pantere Lilybetane, associazione che ha anche una squadra di hockey in carrozzina. Vogliamo chiudere il nostro quotidiano per le festività condividendo la riflessione del nostro concittadino marsalese. “Se i nostri piccoli gesti quotidiani ci fossero impediti da uno scalino troppo alto o da un marciapiede senza scivolo come ci sentiremmo – ci dice Emiliano -? Io voglio invitare chi legge a fare una passeggiata “virtuale” con me, passeggiare e contare, un po’ come faceva Peppino Impastato: 100 passi dividevano la sua casa da quella del mafioso Badalamenti”. E l’elenco è lungo. Gran parte dei negozi da via Roma a Porta Nuova ad esempio, sono privi di scivoli per disabili, i marciapiedi hanno lo scivolo fatto male o non lo hanno affatto – anche se l’Amministrazione Di Girolamo ha fatto dei passi da gigante in tal senso -, per non parlare di quanti posteggiano l’auto davanti agli scivoli arrecando problemi non solo a chi ha una carrozzina ma anche alle mamme con i passeggini. Da contare anche i luoghi di aggregazione per disabili, locali e le strade con le buche pericolose per le carrozzine elettriche. Da quello che si evince, Marsala non è proprio una città a misura d’uomo.

marciapiedi per disabili

“Io ho sempre pensato che le barriere architettoniche esistono sia per mancanza di sensibilità dei cittadini e della classe politica, ma sopratutto per una mancata visibilità da parte dei disabili e questo è un rimprovero costruttivo. Il classico assioma “io non esco perchè ci sono le barriere architettoniche” non funziona più, bisogna cambiare modo di pensare e di pensarsi. Faccio un piccolo esempio, se un negoziante non vede mai entrare un disabile nel suo negozio, non si porrà il problema di rendere accessibile il luogo in cui lavora – afferma Zerilli -. Non siamo più nel ’79, oggi ci sono tanti mezzi a disposizione e non abbiamo più scuse, non possiamo aspettare l’associazione di turno che ci dia un aiuto. Inoltre dobbiamo sensibilizzare le Istituzioni e, in caso, passare alle maniere forti, chiedendo l’intervento delle Forze dell’Ordine per sanzionare chi non si adegua alle leggi. Non si può parlare di inclusione quando io, disabile in carrozzina, non posso comprare un regalo di Natale”.

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