Abolizione della doppia preferenza di genere: contrari Pd, Psi e Udi

redazione

Abolizione della doppia preferenza di genere: contrari Pd, Psi e Udi

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mercoledì 22 Giugno 2016 - 18:17

La Federazione provinciale del Pd, la segreteria provinciale del Psi e la sezione trapanese dell’UDI prendono posizione contro la paventata abolizione della doppia preferenza di genere nella legge elettorale per le elezioni comunali. Un meccanismo entrato a regime dallo scorso anno e che dà agli elettori la possibilità di indicare due candidati al Consiglio comunale di genere diverso, in modo da aumentare la componente femminile all’interno delle assemblee municipali.

La doppia preferenza di genere – si legge nella nota del Pdrappresenta un importante strumento democratico a garanzia delle donne impegnate politicamente o che sono intenzionate a farlo. Dalla sua approvazione, su scala nazionale, si è registrato un aumento della presenza femminile nelle assemblee elettive, dal 20,4 % nel 2012 al 28,3% nel 2015, una crescita modesta ma che rappresenta un forte segnale in termini di parità di genere e di diritto alla partecipazione. Ritornare a discutere sulla doppia preferenza, in Sicilia, dopo due anni dalla sua approvazione, in un periodo storico che richiede tutta la nostra attenzione rivolta a ben altro tipo di problematiche, dall’ emergenza rifiuti alla disoccupazione giovanile fino al sistema dei trasporti, solo per citarne alcuni, sembra veramente paradossale e assurdo oltre che un regresso culturale e politico. E’ per tali ragione che l’Unione provinciale del Partito Democratico di Trapani, in vista del voto di oggi pomeriggio in Aula, si dichiara contraria all’abolizione della doppia preferenza di genere e invita i deputati promotori dell’emendamento ad una più attenta riflessione.

In Sicilia si torna indietro – dichiarano  Vita Barbera e Cathy Marino (Psi), rispettivamente segretaria e vice segretaria del PSI- . Essere donna, di per sé, non è un compito facile, essere donna e occuparsi di politica è ancora più difficile, essere donna occuparsi di politica in Sicilia è come scalare il Monte Bianco a mani nude! Oggi all’assemblea regionale siciliana si è  consumato l’ennesimo sopruso nei confronti delle donne. Sia chiaro a tutti che il Psi è contro l’emendamento che riguarda la soppressione della doppia preferenza di genere alle elezioni amministrative. Dopo che il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, ieri pomeriggio, nel corso dei lavori d’Aula, aveva dichiarato l’inammissibilità dell’emendamento quanto accaduto oggi in Commissione Affari istituzionali costituisce un fatto grave, oltre che un errore da segnare in rosso”.

Questa, invece, la nota dell’Udi Trapani, a firma della responsabile Valentina Colli: “Questa decisione ci appare incomprensibile ed inaccettabile: è incomprensibile, come atto politico e di civiltà, eliminare un riequilibrio delle rappresentanze di genere: si impedisce che le donne esercitino un diritto costituzionale (art.51) la possibilità di essere candidate ed eventualmente di farsi eleggere per rappresentare uomini. E’ inaccettabile che il parlamento siciliano possa scegliere di negare se stesso negando una propria legge, di andare controtendenza rispetto ad una legislazione nazionale sempre più dichiaratamente paritaria ed anche contro le stesse norme dello Statuto siciliano che in mondo netto promuovono ‘l’equilibrio della rappresentanza dei sessi’. Chiediamo al Presidente Crocetta che questa risoluzione sia immediatamente stralciata e ridiscussa, che la questione sia posta subito in agenda, nell’ambito di un più ampio dibattito sulla democratizzazione della politica da donne e da uomini. Un Parlamento regionale che nega l’agibilità politica alle sue cittadine non è degno di governare”.

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