Al Baluardo la follia e la genialità del contrabbasso di Lelio Giannetto

redazione

Al Baluardo la follia e la genialità del contrabbasso di Lelio Giannetto

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lunedì 30 Gennaio 2017 - 17:55

Bach che strizza l’occhio a Gershwin, “Every Breath You Take” dei Police che diventa “Montagne Verdi” di Marcella Bella, un Lucio Battisti inedito, una ninna nanna come arrivederci. Solo un artista poliedrico e geniale come Lelio Giannetto può assemblarli. Domenica sul palco del Baluardo Velasco di Marsala, il “Contrabbassista parlante” non ha messo su solo un recital ma un vero e proprio show. Un one man show di nicchia, si potrebbe definire, che non è per tutti. Giannetto entra in scena dalla platea, con un campanello ed un archetto aperto che, facendolo roteare in aria, crea un suono. Il musicista siciliano spazia abilmente dalla musica classica al blues, dal rock al pop italiano con un lavoro di sperimentazione sonora che è il percorso che da anni lo porta in giro un po’ dappertutto. Anche in Europa. Un percorso che viaggia tra oscillazioni sonore, melodie struggenti, altre volte nevrotiche.

Il suo contrabbasso assume veste umana, è amico, è amante. Giannetto lo maltratta, lo pulisce come un bravo artigiano, lo accarezza e lo abbraccia, canta e balla con lui, finge errori; il musicista interagisce con il pubblico e si lascia prendere in giro: “La rivoluzione è uno stato continuo della menta, del pensiero e dell’azione quindi… è una costruzione linguistica del concetto di evoluzione…”. Poi intervalli di note, di Do, anzi, di “Quasi do” per citare il lavoro teatrale del drammaturgo Claudio Forti, presidente del Baluardo Velasco. E senza risparmiarsi, con l’autoironia che lo caratterizza – già dai “tempi” degli straordinari Archibugi String Trio presenti nella rassegna di BaluArte – indossa un paio di corna rosse: “Il blues è la musica del diavolo”. Poi un fuori programma: Giannetto invita a salire sul palco un giovane ballerino nostrano, Antonio Stella. Venuto ad assistere al concerto, il giovane sale sul palco e balla a suon di “contrabbasso”, si lascia trasportare dalle onde sonore, come un moto irrefrenabile, come imprigionato da una camicia di forza si libera della sua follia e si trasforma in genialità. Come la musica di Lelio Giannetto.

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