Al “Sollima” Anna Mazzamauro, le donne e la bellezza. Al via la rassegna "BaluArte"

Claudia Marchetti

Al “Sollima” Anna Mazzamauro, le donne e la bellezza. Al via la rassegna "BaluArte"

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lunedì 21 Novembre 2016 - 17:41

Un Teatro Comunale gremito quello che domenica pomeriggio, nonostante un po’ di pioggia, ha accolto Anna Mazzamauro. E l’attrice, la più nota signorina Silvani, ha risposto dando tutta sé stessa, la sua bravura e professionalità. Una carriera vissuta tra teatro, cinema, musica e libri, perché la Mazzamauro è un’artista a tutto tondo. Nella presentazione iniziale della rassegna BaluArte, l’associazione Baluardo Velasco ha ringraziato il pubblico per essere presente e sostenere eventi di qualità, a dimostrazione che la cultura può essere ancora una formula vincente. Lo sponsor della rassegna, Stefano Caruso della Cantina Caruso & Minini, a tal proposito non ha lasciato ombra di dubbio: “Non mi sono potuto sottrarre alle responsabilità cui siamo chiamati ogni giorno a favore della cultura nella nostra Città – ha fatto sapere Caruso -. Per questo sostengo ancora una volta queste iniziative”. La bruttezza va combattuta con la bellezza. Ed Anna Mazzamauro ne è stata sempre simbolo: “Da piccola mi ritrovano in bagno a recitare, forse è per questo che sono diventata un cesso di donna!”, scherza. Mettendo a proprio agio il pubblico parlando del suo noto personaggio, la Silvani del Fantozzi, l’attrice ha parlato del complesso vissuto da una donna non bella, di amori passeggeri, di uomini sbagliati, della vecchiaia che incombe, portando una parrucca ed interpretando “un trans che si chiama desiderio”. Tra battute e risate, tra una canzone e una poesia di Trilussa, Anna con “l’anima da randagia” ha mostrato tutta la sua drammaticità portando sulla scena il tema della violenza sulle donne. “Per un attimo sono la madre di Melania Rea…” e si dispera dal macellaio per un animale squartato come sua figlia. Un’altra donna simbolo, rappresentata magistralmente sul palco, è stata Anna Magnani. La Mazzamauro ne tira fuori il dolore, il dolore di una donna abbandonata dal suo più grande amore, Roberto Rossellini, che l’ha lasciata per una donna sì più attraente, Ingrid Bergman. Poi accompagnata dal suo pianista Sasà Calabrese, con le musiche arrangiate da Amedeo Minghi, Anna Mazzamauro ha donato la sua vocalità e l’interpretazione intimista in brani come “Parlami d’amore Mariù”, “Solo me ne vò per la Città”, “Scarpe Nuove”. Il pubblico l’ha amata subito e l’ha applaudita perché Anna ha saputo donare bellezza, dimostrando di poter essere Silvani, Cyrano, Medea, Magnani, Divina…

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