Al teatro Selinus di Castelvetrano la commedia in tre atti ”Li cazzicatummuli di Nonno Matteo”

redazione

Al teatro Selinus di Castelvetrano la commedia in tre atti ”Li cazzicatummuli di Nonno Matteo”

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lunedì 19 Marzo 2018 - 20:08

Andrà in scena il 23, 24 e 25 marzo, alle ore 21.30 al Teatro Selinus di Castelvetrano, il secondo lavoro inserito nella rassegna teatrale ideata e voluta dal regista campobellese Piero Indelicato, dal titolo ”Li cazzicatummuli di Nonno Matteo”, una commedia in tre atti di Ferruccio Centonze, con Giovanni Pellegrino – Ida Luppino – Piero Indelicato – Claudia Mangiagli – Tano Bandiera – Caterina Schifano – Salvatore Graffeo – Nino Ricupa – Vito Accardo – Giuseppina Crupi e Miriam Pace, con la regia di Giovanni Pellegrino.
Lo spettacolo viene realizzato dall’Associazione Culturale TeatriAmo in collaborazione con l’Associazione socio culturale Gandhi.
“Con questo lavoro abbiamo voluto ricordare e onorare il suo autore – dice il regista – che ci ha lasciato da qualche anno e che pochi mesi fa ha compiuto cento anni dalla nascita si chiamava, ossia Ferruccio Centonze, uomo di cultura, vissuto all’interno del mondo della scuola, profondo conoscitore del territorio che lo circondava e ancora di più rispettoso del mondo degli ultimi, serbatoio quotidiano di appunti e riflessioni pubblicati negli anni 70/80 su una pagina del Giornale di Sicilia dal titolo “Accade in città”. In quegli articoli scritti in corsivo, sapeva con semplicità rappresentare le vicissitudini o le soddisfazioni della gente comune, perché non era solo scrittore o giornalista, ma diventava testimone di quel tempo e di quei momenti. Quell’esperienza giornalistica ha fatto sì che tanti lavori teatrali rappresentassero attraverso i vari personaggi, caricature ironiche, paradossali e normali, assumendo anche forme drammatiche, ma alleggerite in un contesto di gioco e teatro. Chi era Nonno Matteo? E quanti sono i Nonno Matteo? In questo lavoro – conclude Pellegrino – Ferruccio Centonze sottolinea, in tutta la sua cruda realtà, lo spaccato di vicissitudini legate alla senilità, favorendo e sollecitando attraverso le battute e le scene, il sorriso, anche se in fondo è un sorriso che sa d’amaro”.
Il lavoro, secondo le intenzioni del regista, vuole ricordare anche Gregorio Mangiagli, scomparso prematuramente.

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