Alcamo: il Consiglio dice sì alla mozione dell’UDC sulla crisi idrica

redazione

Alcamo: il Consiglio dice sì alla mozione dell’UDC sulla crisi idrica

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sabato 20 Maggio 2017 - 10:35

La maggioranza pentastellata con un emendamento ha stralciato la parte del testo della mozione di indirizzo dei Democratici Cristiani in cui si affermava che l’Amministrazione lucrasse sui cittadini per quanto riguarda l’approvvigionamento idrico mediante trasporto autobotte. Il presidente della IV commissione Rosalba Puma (M5S), respinte le accuse, ha avvertito la popolazione che con l’acqua dei pozzi non ci si può lavare

Con 19 voti favorevoli e tre astenuti è passata in Consiglio Comunale la mozione dell’Unione dei Democratici Cristiani sulle tariffe concernenti l’approvvigionamento idrico per le abitazioni non servite dalla rete. La deliberazione è avvenuta nella serata di giovedì dopo l’approvazione di quattro debiti fuori bilancio e l’adozione del Regolamento dei beni confiscati alla mafia. Il dibattito in Aula Falcone-Borsellino è iniziato con l’intervento di uno dei firmatari della proposta, il consigliere Saverio Messana. “A me interessa portare a bordo questo grave problema. Non mi interessano le cose personali, perché ho fatto io la mozione. Spero che questa sia una mozione della città, una mozione dell’intero Consiglio Comunale, perché solo così facciamo un servizio ai nostri concittadini, perché si può anche sbagliare. Attenzione, tutti possiamo sbagliare, però, si deve prendere immediatamente visione dello sbaglio e correggerlo immediatamente”. Tali esternazioni seguivano la lettura della mozione dello stesso esponente dell’UDC nella quale si sosteneva che l’attuale sistema di approvvigionamento dell’acqua, per le famiglie sprovviste da rete idrica e, dunque, fondato principalmente tramite rifornimento autobotte, sia basato su un costo complessivo, ossia acqua del cosiddetto Bottino più trasporto, pari a circa 80 euro, che rappresenta la metà della tariffa annuale minima di una famiglia alcamese. Un sistema che, come definito nella mozione di indirizzo, oltre ad avere degli “aspetti di dubbia legalità, rispetto alla tariffazione applicata, rappresenta una vera vessazione nei confronti dei cittadini”.

Dunque, una delle due richieste che il consigliere Messana ha rivolto all’Aula è stata quella di prevedere un pagamento al minimo tariffario per i cittadini residenti fuori dal centro abitato e non serviti dalla rete idrica. Sebbene la mozione abbia avuto un esito positivo, occorre sottolineare che la discussione in Consiglio Comunale sul tema è stato a tratti incandescente. Inoltre, sono emersi diversi punti di vista delle forze politiche sulla questione sollevata in Aula. Il consigliere Gino Pitò di Alcamo Cambierà, ad esempio, ha affermato “Per inciso le tariffe che ci sono per adesso sono basse. Potrei essere impopolare. Il minimo, quello che paghiamo e quello che funziona, attenzione. Non parliamo in generale. Secondo me sono basse”.

A chiarimento dell’applicazione delle attuali tariffe è intervenuto il geometra Ponzio del Comune di Alcamo. “Con la delibera, l’ultimo aggiornamento che ha fatto il sindaco Scala, il costo dell’acqua è 1,10 euro al metro cubo. Però, con una prerogativa che poi faceva delle tariffe agevolate in funzione dei primi 150 metri cubi, che faceva pagare a 0,35 centesimi al metro cubo, da 150 a 200 metri cubi a 0,70 centesimi, superiori a 0,70 centesi a 1,10 euro. Parliamo sempre di acqua. Staccando la depurazione e la fognatura. Là non c’erano agevolazioni. Quindi, se noi consideriamo che compriamo l’acqua a 0,70 centesimi e il 70% di acqua che diamo ai cittadini, la diamo a 0,35 centesimi, abbiamo già detto tutto”.

Sostanzialmente, la tariffa che doveva essere applicata dal 2009 era pari a 1,10 euro, ma veniva consentita, secondo quanto ricostruito dal presidente della IV commissione, Rosalba Puma (M5S) una non poco chiara quota pari a 0,99 centesimi, che non si discosta molto da quella attuale. Duro l’ intervento a riguardo del consigliere pentastellato che, approfittando della discussione sulle tariffe dell’approvvigionamento idrico tramite autobotte, ha voluto esternare il suo disappunto sulle accuse di lucro rivolte all’Amministrazione nella mozione dell’UDC “Come persona, prima ancora che consigliere, se avessi il minimo dubbio che la mia Amministrazione possa anche per un’istante voler lucrare sulla vita dei cittadini sarei la prima a denunciare qualcosa che porta a questo tipo di atteggiamento”. Inoltre, l’esponente dei 5 stelle ha voluto ribadire, tramite un excursus molto dettagliato, tutte le azioni intraprese dalla commissione consiliare che presiede e che fin dal suo insediamento si è spesa per stilare il famoso Regolamento sui cosiddetti pozzi privati. Tale Regolamento andrà a colmare il vuoto normativo lasciato dalle precedenti amministrazioni e giungerà finalmente in Consiglio Comunale il prossimo 29 maggio, dopo avere atteso da settembre scorso il parere degli uffici tecnici. Il consigliere del M5S ha anche dichiarato di avere chiesto i carteggi sul funzionamento del pagamento che i cittadini effettuavano in passato per acquistare l’acqua. Ciò che è venuto fuori è che dal 2010 gli utenti che hanno fatto richiesta erano per lo più esercenti commerciali, proprietari di lidi o ditte fuori Alcamo. A questi utenti, secondo quanto riportato dall’esponente pentastellato, è stata fatta pagare la quota di depurazione, ma non la quota della fognatura. Fatto che sarebbe incostituzionale secondo una sentenza del 2008. Il numero di istanze dei cittadini è aumentato con il passare degli anni fino ad esplodere nell’estate del 2016 quando è scoppiata l’“emergenza idrica”. Queste le osservazioni del consigliere Puma “Stiamo sbagliando noi che diciamo in faccia alla gente che l’acqua dei pozzi privati non può essere usata per uso potabile e per consumo umano? Consumo umano significa non solo mangiare e bene, significa farsi la doccia. L’acqua che entra a contatto con la nostra pelle. O ha sbagliato chi ha permesso che fosse usata? Addirittura, ci hanno fatto credere che la carenza idrica che ci affligge da anni, non è che sia una novità, si possa risolvere aprendo i pozzi. Ancora oggi c’è gente che viene da me e dice «Ma perché non approvate il Regolamento dei pozzi così si aprono i pozzi». Io guardo e dico «Ma per fare che? Che ci devi fare con l’acqua dei pozzi» «E almeno nelle case a mare avevamo l’acqua». Questa è la risposta dei cittadini. Allora io ripeto a chiunque non lo sappia che se i pozzi dovessero essere riaperti, da autorizzazione del genio civile gli usi consentiti sarebbero: antincendio, uso irriguo, lavaggio strade e non potabile”.

Sulla base di dette considerazioni, la maggioranza pentastellata ha, dunque, con un emendamento stralciato la parte del testo della mozione di indirizzo dei Democratici Cristiani in cui si affermava che l’Amministrazione lucrasse sui cittadini per quanto riguarda l’approvvigionamento idrico mediante trasporto autobotte. Si è astenuto, invece, il gruppo consiliare ABC-Alcamo Cambierà. Il consigliere Mauro Ruisi ha spiegato così “ La prima proposta è eccessivamente generica rispetto a quella che è la proposta che deve essere resa operativa dall’Amministrazione, qualora il Consiglio lo esitasse favorevolmente. Mi riferisco alla prima proposta deliberativa, dove si dice esenzione del pagamento del mero costo dell’acqua per l’approvvigionamenti destinati alla civile abitazione all’interno del centro abitato servito da rete idrica comunale. I servizi secondo me vanno pagati. C’è una difficoltà oggettiva che tutt’ora esiste, ma io credo che in qualche maniera quello che sta facendo lei (Messana n.d.r.) comunque che deve essere meglio specificato”. Poi, ha continuato “L’esenzione così nuda e cruda avendo una regolamentazione alle porte, che sarà ben presto sui nostri tavoli, secondo me, non è importante ed utile in questa misura e in questa percezione”.

Di seguito vi riportiamo le dichiarazioni rilasciateci, al termine dei lavori consiliari, dai due protagonisti del dibattitto in Aula Falcone-Borsellino: i consiglieri Saverio Messana (UDC) e Rosalba Puma (M5S).

Linda Ferrara

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