Alcamo: bene confiscato alla mafia diventa residenza artistica

redazione

Alcamo: bene confiscato alla mafia diventa residenza artistica

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lunedì 21 Maggio 2018 - 11:55
La Giunta Surdi ha deliberato di destinare in via sperimentale le unità immobiliari confiscate alla mafia di via XV Maggio e trasferite al patrimonio indisponibile del Comune di Alcamo.
L’intento è quello di dedicare il bene ad attività connesse alla crescita del patrimonio culturale della città, realizzando un sistema di residenze temporanee gratuite per artisti che, nel periodo di permanenza ad Alcamo lavoreranno alla produzione di progetti culturali originali in relazione al nostro territorio per avviare, sviluppare o consolidare le attività culturali, utilizzare e potenziare la fruibilità dei nostri contenitori culturali, anche in sinergia con altri soggetti della filiera artistico-culturale del territorio.
Dichiara il Sindaco Domenico Surdi “Vogliamo che la nostra città diventi punto di riferimento non solo per i nostri artisti ma anche per tutto il territorio nazionale ed europeo: l’obiettivo è quello di creare una struttura che lavori insieme al nostro Museo d’Arte Contemporanea, il MACA che già ha ospitato mostre di altissimo livello.
E’ nostro intendimento far sì che la Città possa essere laboratorio di nuove idee e progetti per rilanciare il territorio artisticamente con evidenti ricadute per il turismo culturale e per il progresso della comunità.
E continua il Sindaco “sono particolarmente contento, inoltre che in tal modo si restituisca alla collettività un bene confiscato alla criminalità.
Dichiara l’assessore alla cultura del Comune di Alcamo, Lorella Di Giovanni “i progetti orientati alla creatività dei giovani artisti e dei linguaggi del contemporaneo troveranno nel MACA, la sede per l’esposizione delle opere d’arte prodotte; intendiamo lanciare una progettualità promotrice di talenti caratterizzata da opere prodotte con tecniche e linguaggi interdipendenti, consentendo alla città di Alcamo di accrescere in maniera significativa il proprio patrimonio culturale”.

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