Alcamo, Consiglio comunale più povero: risparmiati 200 mila euro rispetto a 5 anni fa

redazione

Alcamo, Consiglio comunale più povero: risparmiati 200 mila euro rispetto a 5 anni fa

Condividi su:

lunedì 28 Agosto 2017 - 13:24

Insediatosi l’11 luglio del 2016, l’organo elettivo alcamese ha intascato, nel corso del primo anno di mandato, un terzo di quanto guadagnato dai rappresentanti eletti cinque anni fa, nonostante rispetto ai loro predecessori i consiglieri comunali in carica sono risultati più presenti e più produttivi.

Nell’analizzare i costi del neo Consiglio comunale avevamo raccolto, nel dicembre del 2016, i dati sui primi cinque mesi di attività consiliare e già allora la nostra testata aveva evidenziato il fatto che i componenti dell’organo elettivo alcamese avessero percepito un’indennità nettamente inferiore rispetto a quella incassata dai consiglieri comunali che li avevano preceduti. Così, il dato rilevato oggi, a un anno di distanza dall’inizio dei lavori nelle commissioni consiliari (29 agosto 2016), non fa altro che confermare detto andamento. Infatti, altri 100 mila euro sono stati risparmiati dall’Aula Falcone-Borsellino. Nel complesso il Consiglio comunale, in questo primo anno di attività politica, è costato ai cittadini alcamesi 75.617,33 euro, un terzo di quanto speso per le indennità del consesso civico eletto nel 2012.

Come accennato nella nostra precedente analisi, il risparmio è innanzitutto il risultato della legge regionale n.11 del 2015 che, oltre a ridurre il numero dei rappresentanti politici in Consiglio comunale passati da 30 a 24 membri, ha dimezzato il gettone di presenza dei consiglieri eletti, da 60,75 euro a 34,17 euro. Una vera e propria elemosina se si aggiunge il fatto che ad Alcamo, sotto la spinta dei consiglieri comunali di maggioranza (M5S), è stata deliberata nel dicembre 2016 una ulteriore riduzione del 10% di tale indennità (la cifra accantonata verrà utilizzata nell’ambito del bilancio partecipato, introdotto proprio da questo Consiglio comunale). Tale riconoscimento economico destinato ai rappresentanti dei cittadini, che svolgono attività politica all’interno dell’Aula Consiglio e delle commissioni consiliari, ha subito diversi tagli, ma anche alcuni aumenti, nel tempo. Nei primi anni 2000, quando esisteva ancora la lira, un gettone di presenza percepito da un consigliere comunale era pari a 100 mila lire tonde. Convertito in 51,65 euro nel 2002, il gettone spettante ai rappresentanti presenti in Aula Falcone-Borsellino ha raggiunto la cifra di 80 euro, mediante un provvedimento di immediata esecuzione deliberato dai consiglieri comunali dell’epoca, per essere portato, con una riduzione nel 2012 del 20%, ai sopracitati 60 euro. Nel corso di quel primo anno di consiliatura (2012-2013) il costo dell’Aula consiliare è stato di 273.075,72 euro contro i 75.617,33 euro del Consiglio comunale attuale (2016-2017). Se da un lato dunque il giovane consesso civico è certamente più povero ( basti pensare il fatto che la stessa cifra sborsata per i primi sei mesi di lavoro consiliare nel 2016 veniva spesa per un mese di attività politica nel 2012) dall’altro, l’Aula Consiglio in carica è stata certamente più produttiva rispetto all’assemblea politica cittadina che l’ha preceduta.

Innanzitutto, il primo dato da rilevare è la presenza elevata di tutti i consiglieri comunali ai lavori sia del Consiglio comunale che delle commissioni consiliari. Il più assente, nel primo caso, è l’esponente del PD, Giacomo Sucameli ( quattro assenze registrate), nel secondo, il consigliere piddino condivide il primato con il rappresentante di ABC, Mauro Ruisi (sette assenze). Tuttavia il dato è confortante se si tiene conto del fatto che la mancanza del numero legale delle sedute consiliari è stata pari a zero nel corso di questo primo anno di consiliatura, risultato rivendicato ai nostri microfoni dal presidente del Consiglio comunale Baldo Mancuso (M5S) in una recente intervista. Sono state infatti 38 le sedute consiliari “fiume”, così definite dalla stampa locale per la lunga durata media (cinque ore circa), necessarie allo svolgimento delle stesse. Un vanto che l’ex presidente del Consiglio comunale, Giuseppe Scibilia, del Partito Democratico, nel 2012 non poteva certo tirar fuori, visto che su 51 Consigli comunali convocati 22 sono stati rinviati per mancanza del numero legale. Dunque, quasi uno su due. Per quanto concerne invece gli atti di indirizzo politico presentati dai consiglieri comunali nel corso della scorsa consiliatura se ne possono contare 36. Mentre, solo 23 sono state le mozioni approdate dal 2016 ad oggi in Aula Consiglio. Capovolto è il risultato della comparazione tra le due assemblee politiche per quanto riguarda gli atti normativi discussi e approvati dai consiglieri comunali. Tra il 2012 e il 2013 sono stati solamente cinque i regolamenti comunali presentati all’interno dell’Aula Falcone-Borsellino, invece, nel corso di questo primo anno di consiliatura sono stati ben 14. Tali regolamenti sono stati elaborati e sottoposti all’esame delle 310 commissioni consiliari convocate. A ciò, occorre aggiungere i due bilanci approvati in Aula, e di conseguenza i due Piani Triennali delle Opere Pubbliche, in soli cinque mesi, che hanno di fatto segnare un record storico raggiunto dall’organo elettivo. Il Consiglio comunale ha inoltre riportato dopo 15 anni l’approvazione del bilancio di previsione nei primi mesi dell’anno. Oggi, arriverà inoltre in Aula il rendiconto del 2016. L’esito dovrebbe essere scontato visto che l’Aula Falcone-Borsellino ha registrato un altro record con l’insediamento dello scorso anno. La maggioranza politica, infatti, costituita da 14 consiglieri comunali è monocolore (Movimento 5 Stelle).

Quello in carica, in più, come in precedenza da noi rilevato, è un Consiglio comunale con tititoli di studio elevato: il 60 % dei consiglieri è laureato. Una percentuale che potrebbe essere destinata a raggiungere l’80% dato che tre consiglieri comunali frequentano l’Università (Francesco Viola e Noemi Scibilia del M5S, e Filippo Cracchiolo del Partito Democratico).

Quello attuale è anche il Consiglio comunale con la presenza del più alto numero di donne mai conseguita ad Alcamo:10. Sette di queste siedono tra i banchi della maggioranza e tre tra quelli della minoranza. Una donna è vicepresidente del Consiglio comunale: la pentastellata Giovanna Melodia. Due consigliere comunali della maggioranza presiedono due commissioni consiliari, Piera Calamia e Rosalba Puma, rispettivamente la prima e la quarta; inoltre, due consigliere comunali sono vicepresidenti di commissione: della seconda Anna Allegro (Noi per alcamo), della terza Laura Barone (M5S); sempre due donne rivestono il ruolo di capogruppo: la già citata consigliera grillina Barone e l’esponente dell’UDC Rita Norfo, vicepresidente della prima commissione. Al suo secondo mandato, invece, Alcamo Bene Comune ha colorato di rosa il proprio movimento politico, portando all’interno dell’Aula Falcone-Borsellino la consigliera comunale Caterina Camarda.

Condividi su: