Alcamo, il Consiglio comunale ha approvato il Regolamento sulla cessione delle cubature

redazione

Alcamo, il Consiglio comunale ha approvato il Regolamento sulla cessione delle cubature

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martedì 23 Ottobre 2018 - 15:33

Il provvedimento amministrativo è stato votato all’unanimità dall’Aula Falcone-Borsellino che ha terminato i lavori quasi all’una di notte. Nel corso della seduta consiliare è stata votata dalla sola maggioranza 5 Stelle la mozione che impegna l’amministrazione comunale a modificare il regolamento relativo alla determinazione delle superfici assoggettabili alla TARI per uso non domestico.

È durato più di 5 ore il Consiglio comunale di ieri sera che prevedeva la trattazione di due punti all’ordine del giorno: una mozione firmata dalla maggioranza pentastellata e un regolamento proposto dall’ufficio urbanistica. L’atto di indirizzo politico, sottoposto all’Aula Consiglio, è stato votato favorevolmente soltanto dai 12 grillini presenti. Hanno espresso voto contrario i consiglieri comunali Gino Pitò (ABC-Alcamo Cambierà) e Giacomo Sucameli (Sicilia Futura). Si sono astenuti i rappresentanti politici dell’Udc, Saverio Messana, Anna Allegro e Rita Norfo, il consigliere comunale Francesco Dara di Noi per Alcamo, Filippo Cracchiolo del PD, Giovanni Calandrino di Sicilia Futura e Caterina Camarda di ABC-Alcamo Cambierà. Nello specifico, la mozione dei 5 stelle ha avuto ad oggetto l’impegno richiesto all’amministrazione comunale di portare in Aula Falcone-Borsellino le modifiche al regolamento vigente che riguarda la determinazione della superficie assoggettabile alla TARI. La legge n°147 del 2013, all’articolo 1 comma 649, afferma che nella determinazione delle suddette superfici non si tiene conto di quella parte di essa dove si formano in maniera continuativa e prevalente i rifiuti speciali. Una normativa che, dunque, sembra escludere in particolar modo le imprese artigiane che hanno intrapreso diversi contenziosi con il comune per la doppia imposizione del tributo, dato che già pagano una convenzione per il trattamento dei rifiuti speciali. Ad oggi, l’orientamento portato avanti dall’ufficio tributi del comune ha visto l’ente soccombente nelle controversie tributarie di detta natura che si protraggono da diversi anni, provocando quei debiti fuori bilancio che devono essere necessariamente votati dal Consiglio comunale. Inoltre, le imprese soggette al contratto di smaltimento dei rifiuti speciali non riceverebbero adeguate indicazioni sulla documentazione richiesta dal settore dei tributi al fine di provare il corretto ciclo per poter usufruire della esenzione. Quindi, al fine di restringere il campo dell’interpretazione della normativa, la maggioranza pentastellata ha voluto dare un’indicazione politica all’amministrazione comunale, ritenendo necessario modificare i regolamenti vigenti per conformarsi a quanto dettato dalle sentenze delle commissioni tributarie. Tale atto di indirizzo è stato recepito dall’opposizione come un dietrofront dei grillini che un anno fa non avevano appoggiato una mozione presentata dal Partito Democratico sulla medesima questione. Così, ha espresso la sua opinione il consigliere comunale Filippo Cracchiolo del PD “Aspettavamo la sentenza della commissione tributaria regionale…Io sono contento, soddisfatto del fatto che oggi il Movimento 5 Stelle finalmente ne abbia preso atto con ritardo colpevole, mi permetto di dire, perché noi la questione l’abbiamo affrontata in questa sede e nulla è stato fatto. La questione politica è che con questa mozione non farete altro che prendere tempo e perdere tempo, perché il nostro regolamento contiene già la possibilità di esclusione per tutte quelle categorie che in gran parte sono rappresentate dai carrozzieri, ma che possono essere estese anche ad altre categorie. Quindi, il danno che avete prodotto in questi due anni di amministrazione è sia per il contenzioso che si è prodotto e, dunque, non soltanto per il capitale in denaro che è costato a questo comune con i debiti fuori bilancio, sia anche per il capitale umano. Perché dietro ad ogni sentenza c’è un ufficio, ci sono delle persone che devono lavorare e non possono lavorare su altre cose, su una questione che il Movimento 5 Stelle definisce oggi semplice come noi avevamo definito una anno fa. Quindi, un ritardo assolutamente colpevole”. Il consigliere comunale si riferiva alla posizione dell’allora vicesindaco Roberto Scurto, cioè di attendere le decisioni dell’organo tributario di secondo grado visto che si era, come tutt’ora, in una situazione di sub judice.  Il capogruppo dell’Udc, Saverio Messana ha invece affermato “Come dicevano i colleghi che mi hanno preceduto, che cosa stiamo votando questa sera? Ve lo dico io: il nulla. Anche se votiamo favorevoli (l’UDC si è astenuto n.d.r.). Non è così, perché io ho parlato nelle comunicazioni di alcune mozioni, cari colleghi, che sono state votate all’unanimità in Consiglio comunale. È da due anni e mezzo che ho fatto una mozione votata all’unanimità in Consiglio comunale e l’amministrazione ha prodotto zero. Perché dobbiamo dirgli la verità a queste persone che ci ascoltano. Che cosa è una mozione? Il nulla.” Giacomo Sucameli  di Sicilia Futura è intervenuto, rivolgendosi all’illustratrice dell’atto di indirizzo politico, in tal modo “Con questa mozione, consigliera Barone, non mi fate utilizzare termini che magari me ne posso pentire, ma a soccu ( a che cosa serve n.d.r.)…Parliamoci chiaro: ma una proposta più seria? Rivediamola e parliamo anche su quello che avevamo detto noi un anno fa. Possiamo vedere una cosa che sia più sistemata e più pragmatica e non una rimodulazione del regolamento. Perché è giusto dirlo agli amici, e chiudo il mi intervento, è una presa per i fondelli, cioè una perdita di tempo e la gente non merita, non merita nessuno”. A spiegare le ragioni della diversità da quanto proposto dalla mozione del Partito Democratico, sottoposta all’Aula Consiglio nel novembre 2017, è stata proprio Laura Barone del Movimento 5 Stelle “Io ho letto la mozione che abbiamo trattato a novembre. Io l’ho letta. Ma che cosa si chiedeva a novembre? Si chiedeva la sospensione del tributo fino a quando non arrivava la sentenza della commissione tributaria regionale. Ma cacchio, un Consiglio comunale può sospendere un tributo? Non lo può fare! Il tributo lo sospende la commissione tributaria. Non un Consiglio comunale. Ma di che cosa stiamo parlando?”. Poi, l’esponente grillina ha aggiunto “Noi stiamo lavorando alla soluzione e la soluzione è il regolamento. Il regolamento è così completo, così perfetto, che questi inesperti (i 5 stelle n.d.r.) si sono accorti che manca la descrizione dei rifiuti speciali. Non c’è la descrizione. Infatti, il regolamento viene dal 2001, chi c’era nel 2001?”. La consigliera comunale ha poi ricordato che il Movimento 5 Stelle ha presentato di recente una interrogazione parlamentare sulla materia oggetto delle controversie. L’interrogazione porta la firma del deputato pentastellato alcamese Antonio Lombardo.

Il dibattito è poi proseguito sull’emendamento proposto in Consiglio dalla minoranza. Caterina Camarda di ABC-Alcamo Cambierà ha dichiarato “È stato paventato il problema della prescrizione, forse, ne parlava il sindaco, che potrebbe incorrere nelle fasi di sospensiva. Ricordiamo che quello che chiediamo riguarda l’anno 2018 e, comunque, questo. La prescrizione è 5 anni. Io penso, spero, mia auguro che prima che usciamo da quest’Aula (prima della fine del mandato n.d.r) questo regolamento lo modifichiamo e questo problema lo risolviamo”. Il rappresentante pentastellato Filippo Salato ha così manifestato al sua contrarietà all’emendamento dell’opposizione “Molti elementi che, magari, con molta generosità argomentativa i consiglieri di minoranza hanno appena esposto, non sono nemmeno contenuti nell’emendamento alla mozione, tipo il fatto che la sospensiva dovrebbe riguardare soltanto gli atti del 2018”. In seguito, l’esponente dei 5 stelle ha esortato l’Aula in tal modo “Cerchiamo di colmare i vuoti normativi di una legge che è poco chiara, come diceva poco fa il sindaco, soprattutto nella parte in cui onera il contribuente TARI di provare la produzione esclusiva di rifiuti speciali. Cerchiamo con il regolamento di colmare questo vuoto per quanto possibile, nel quadro normativo attuale. Quindi, nel rispetto delle regole e delle leggi andiamo avanti”. L’emendamento è stato bocciato con 12 voti contrari (M5S), 9 favorevoli (Sicilia Futura, Pd, Noi per Alcamo e Udc, ABC- Alcamo Cambierà.

Altra questione che ha suscitato una lunga discussione è stata quella relativa al Regolamento sulla cessione delle cubature, presentato dall’ufficio urbanistica. Detto regolamento recepisce l ’art. 22 della L.R. 16 del 10 agosto 2016, la quale a sua volta tratta i casi di proposte progettuali con trasferimento di cubatura da sito diverso, così come introdotto dall’art. 5 L. 12 Luglio 2011 n. 106. Tale atto andrà ad integrare il Regolamento edilizio e tratta i limiti di cessione di cubatura in determinate zone del territorio alcamese. Nel corso del dibattito sono state presentate dal consigliere comunale Gino Pitò due pregiudiziali sul punto: una di legittimità, che concerneva la mancanza, anche se non obbligatoria, della relazione AIR (Analisi Impatto Regolazione), e l’altra sospensiva, per organizzare un’assemblea pubblica sull’argomento. Occorre sottolineare che la terza commissione competente in materia si è riunita da diversi mesi e le uniche osservazioni formulate al testo pubblicato sull’albo pretorio del comune, dal 1° al 28 agosto, sono state quelle pervenute dal Collegio Provinciale Geometri e Geometri Laureati di Trapani, alcune delle quali recepite dalla commissione e calate nella proposta di delibera. Entrambe le pregiudiziali sono state respinte: nel primo caso, dal solo voto contrario della maggioranza pentastellata, invece, nel secondo, si è avuto il voto di astensione della consigliera comunale Allegro. Diversamente, l’approvazione del regolamento, così come degli emendamenti al testo presentati sempre dall’esponente di ABC-Alcamo Cambierà, è avvenuta all’unanimità dell’organo elettivo. Uno dei due emendamenti prevede la possibilità di rivedere ogni due anni il regolamento sulla cessione delle cubature. Le finalità che il citato regolamento persegue sono state illustrate dal presidente della terza commissione consiliare, Antonino (detto Nino) Asta (M5S): fornire all’ufficio uno strumento di controllo nella gestione dell’istituto giuridico della cessione dei diritti edificatori a terzi, di cubatura e di trasferimento di volumetrie; fornire ai cittadini un riferimento puntuale e trasparente sulle modalità di applicazione del predetto istituto; tutelare il territorio ed il paesaggio agricolo, soprattutto quello di prossimità con il centro abitato; tutelare il territorio da indiscriminati ed incontrollati esuberi volumetrici nelle zone di “atterraggio” dei volumi trasferiti. “È il negozio giuridico in cui il proprietario può cedere o rinuncia, come è meglio dire, a realizzare una cubatura prevista nel proprio fondo per cederla ad un altro fondo. L’area di origine o di decollo è quella proprio da cui si cede la cubatura. E quello che lo raccoglie sarà l’area di ricaduta o di atterraggio”, ha precisato il consigliere comunale pentastellato. Il vicesindaco Vittorio Ferro è intervenuto chiarendo “Questo regolamento in realtà non fa altro che evitare che a voi consiglieri comunali venga tolta con il Piano regolatore la possibilità di decidere quello che deve essere il futuro della città e non affidarla a una norma che lascia a tutti liberi di fare quello che vogliono fare”. Infine, Francesco Dara di Noi per Alcamo, chiudendo il dibattito, ha dichiarato “Il regolamento non va incontro sicuramente ai grandi imprenditori ma al popolino”. Successivamente, ha precisato “Con questo spostamento di cubatura, secondo me o, quantomeno, secondo noi (commissione n.d.r.), potremo dare un piccolo incentivo, aiutare a smuovere questo momento di grande difficoltà di crisi nel mondo dell’edilizia e dare la possibilità a qualcuno che non aveva le condizioni di realizzare qualche mini struttura. Giustamente, il regolamento non prevede la grande edificazione, ma non è neanche interesse di questa consiliatura e nemmeno della commissione”.

Linda Ferrara

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