Andrea Caldart e la scommessa di PeopleFly su Birgi. “Centomila passeggeri il nostro obiettivo”

Vincenzo Figlioli

Andrea Caldart e la scommessa di PeopleFly su Birgi. “Centomila passeggeri il nostro obiettivo”

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sabato 07 Aprile 2018 - 06:30

Fiumicino, Pisa, Bologna, Verona, Cuneo e Vilnius. Questi, come preannunciato nei giorni scorsi, i collegamenti con l’aeroporto “Vincenzo Florio” di Birgi che la società PeopleFly ha già cominciato a promuovere sul proprio sito. Una scommessa che dai primi riscontri sembra poter contare su condizioni diverse rispetto a un anno e mezzo fa dall’amministratore unico Andrea Caldart, che aveva già mostrato interesse per lo scalo trapanese, proponendo un primo progetto che non trovò il favore degli utenti.

Come nasce la vostra scelta di puntare sull’aeroporto di Birgi?

E’ una scelta che si lega al fatto che credo molto nella Sicilia e nella Sardegna. Sono due isole al centro del Mediterraneo, che per la loro perifericità hanno difficoltà e pregi. Se riusciamo a fare un’operazione vantaggiosa per il territorio, unendo le forze, possiamo far sì che il denaro che arriva attraverso PeopleFly possa essere reso e rispeso sul territorio, perchè in questo modo avremmo garantito la continuità delle rotte e potremmo studiare un piano di comunicazione e marketing per la promozione del trapanese senza chiedere soldi pubblici. Sulla base di questi ragionamenti, abbiamo voluto fare uno sforzo iniziale, piazzando un aeromobile e immaginando che potesse richiamare anche altri competitor per altre rotte. Non vogliamo fare l’asso pigliatutto. Ci piace, ad esempio, come sta lavorando Aliblue, un’altra compagnia che da qualche tempo ha cominciato ad operare su Trapani.

Anche un anno e mezzo fa PeopleFly provò ad avviare un progetto su Birgi, ma finì male. Perchè stavolta dovrebbe andare diversamente?

Un anno e mezzo fa avevamo cominciato con rotte che pensavamo servissero, ma forse non avevamo analizzato bene il mercato. Avevamo previsto un Trapani-Bucarest una volta a settimana, ma il traffico etnico è rimasto concentrato su Catania. Avevamo scommesso su Barcellona, ma i passeggeri hanno continuato a preferire Palermo. Visto che non si era registrato il gradimento sperato, quel progetto iniziale non fu realizzato. Adesso possiamo contare su presupposti diversi: nelle prime 14 ore dopo il completamento delle schedulature per i collegamenti aerei con Trapani abbiamo avuto 183 prenotazioni e 261 passeggeri che hanno scelto le nostre destinazioni. Un dato che ci rincuora molto e dimostra che stiamo iniziando molto bene. Aggiungo che 29 di queste prenotazioni arrivano da Vilnius e questo potrebbe portarci a sviluppare il nostro brand in quei territori, immaginando in una seconda fase di avviare collegamenti con Copenaghen o Riga. Per quelle popolazioni, la Sicilia rappresenta i Caraibi del Mediterraneo. PeopleFly, pur essendo un broker che lavora con voli charter, vuole lavorare per destagionalizzare i flussi turistici. Per riuscirci, però, ci vuole la collaborazione degli operatori del territorio. Occorre fare rete con tutti per raggiungere il nostro obiettivo: arrivare a 100.000 passeggeri. A quel punto potremmo anche pensare a un secondo aeromobile, in modo da aumentare i collegamenti settimanali per Cuneo, Pisa e Bologna. Io ci credo.

Come intendete promuovere la vostra attività?

I sistemi di informazione che garantisce la rete sono sempre stati la nostra arma più importante. Rispetto a due anni fa, inoltre abbiamo una società di marketing che tra qualche giorno comincerà ad operare. Inoltre, l’Airgest e le società che gestiscono gli altri aeroporti che colleghiamo ci hanno detto che ci daranno una mano. Noi siamo imprenditori che non prendono 900 milioni dallo Stato per stare in piedi, ma lavoriamo con i soldi che arrivano dai nostri clienti. Negli anni a venire ci saranno più società che commercializzano voli e meno compagnie aeree. Noi speriamo entro l’anno di essere anche una compagnia aerea. Scinderemo le due cose, che comunque saranno in simbiosi tra loro. E’ vero che su di noi in rete ci sono delle notizie che ci hanno provocato danni di immagine difficilmente recuperabili, ma quel che conta è l’onestà della struttura e il servizio che viene effettuato. Quando ci siamo tirati indietro è perchè la gente non ci sceglieva. Adesso sono sbalordito positivamente da quello che sta succedendo nel giro di poche ore.

Non rischiate comunque di avere delle difficoltà con un’utenza, inutile negarlo, che è abituata ai prezzi e alle modalità di Ryanair?

L’utenza è stata drogata in questi anni. Lo Stato ha dato milioni di euro a una compagnia che ha fatto i prezzi che voleva, danneggiando le compagnie più piccole. Ci sono regole internazionali che vanno rispettate e processi che hanno costi e che vanno maturati. Un Trapani-Roma costa 7 mila euro, non si può vendere 20 € a biglietto per 150 posti, perchè nella migliore delle ipotesi ci si rimette 4000 €. Il prezzo reale di mercato è compreso tra 59 e 69 €: o paghi, o te li hanno presi prima, attingendo a soldi pubblici. Magari ai nostri avversari non piace che si dica, ma la realtà è questa.

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