Due anni fa un giovane marocchino morì in cantina, chiesto il giudizio per l’amministratore

Chiara Putaggio

Due anni fa un giovane marocchino morì in cantina, chiesto il giudizio per l’amministratore

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lunedì 15 Dicembre 2014 - 19:03

È stato contestato il reato di omicidio colposo, ma l’avvocato difensore ribatte: “Il mio assistito ha gravi problemi di salute, si sospenda il procedimento”
Il pubblico ministero Antonella Trainito ha chiesto il rinvio a giudizio per Francesco Bonomo, di 75 anni, accusato di omicidio colposo in quanto amministratore unico delle Cantine Mothya, luogo in cui il 22 luglio del 2012 morì Youssef Mortada, giovane marocchino deceduto un una cisterna dell’azienda a cause delle esalazioni di sostanze nocive. Anche se Youssef non aveva un contratto di lavoro con la ditta, secondo la pubblica Accusa Bonono era il suo  datore di lavoro e avrebbe concordato con il giovane nordafricano i lavori che poi sono stati svolti e che hanno causato un terribile epilogo. Secondo le indagini effettuate dai carabinieri, Youffes Mortada era entrato nella vasca interrata (delle dimensioni di 4 metri per 5,80  per 3 di profondità)  attraverso l’apertura di cm 60 per 60, priva di coperchio e chiusura, posta sul pavimento del locale deposito, con l’ausilio di una scala alta tre metri.  Il lavoratore era tuttavia provvisto di dispositivi di protezione individuali ed è deceduto per insufficienza respiratoria acuta in seguito all’inalazione di idrogeno solforato. Secondo la procura di Marsala la colpa sarebbe consistita nella violazione delle norme di sicurezza e della salute dei lavoratori e del posto di lavoro e in particolare per non aver fornito i necessari dispositivi di protezione individuale a Mortada, per non aver vigilato sulla attività svolta da lui, per non aver informato e formato Mortada sui rischi ai quali veniva esposto nell’espletamento dell’attività lavorativa. Ancora, secondo il sostituto procuratore, l’indagato non avrebbe  nominato il medico competente, al fine di effettuare  la necessaria sorveglianza  sanitaria sui lavoratori, e non avrebbe messo a disposizione del lavoratore la lampada del tipo a tenuta stagna e antiesplosione.  Nei giorni scorsi si è tenuta la prima udienza preliminare innanzi al Giudice per le indagini preliminari Vito Marcello Saladino. I familiari di Youssef – in dieci , tra genitori, fratelli e sorelle – assistiti dall’avvocato Tommaso Picciotto hanno avanzato richiesta di costituzione di parte civile. L’avvocato Carlo Ferracane, difensore di Bonomo, ha invece chiesto la sospensione del giudizio in quanto l’indagato è affetto da gravi problemi di salute che gli impedirebbero di presenziare alle udienze. Il GUP Saladino ha decretato la nomina di un consulente che dovrà vagliare le condizioni di Bonomo. La prossima udienza si terrà il 14 gennaio.

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