Aria, acqua, terra e fuoco

Vincenzo Figlioli

Marsala

Aria, acqua, terra e fuoco

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sabato 12 Agosto 2017 - 06:45

I quattro elementi naturali sono i pilastri su cui dovremmo concentrare le nostre attenzioni. Spesso li trascuriamo e quando ce ne occupiamo non lo facciamo esattamente come dovremmo. In queste settimane estive che hanno preceduto lo spartiacque di Ferragosto abbiamo effettivamente dedicato molto spazio all’aria (non solo fritta), all’acqua, alla terra e al fuoco.

Le cronache ci hanno portato a scrivere di rifiuti, guasti idrici, siccità e incendi, portandoci a riflettere su quanto sia importante da un punto di vista politico come su quello dell’informazione, mettere assieme il micro e il macro, il racconto locale filtrato attraverso uno sguardo globale. Un recente studio americano dimostra come le ondate di caldo che si stanno registrando negli ultimi anni non sono dettate da pura casualità, ma risultano effetto diretto delle politiche dei vari Stati a proposito del riscaldamento globale. Se dunque il presidente americano Trump decide di tirarsi fuori dagli accordi sul clima, il problema non è solo dei suoi connazionali o di chi l’ha votato: è un problema planetario, con cui tutti noi siamo chiamati a fare i conti. Avremo bisogno di più acqua per irrigare i nostri vigneti o i nostri vivai, ma potremo riuscirci se le risorse idriche sono in fase di esaurimento? Avremo bisogno di tenere accesi più a lungo i condizionatori per rinfrescarci: ma fino a quando potremo farlo senza conseguenze per l’ambiente e la nostra salute? Sembra un paradosso, eppure è così: c’è un filo che in qualche modo lega Trump ai problemi della falda marsalese e agli uffici del servizio idrico comunale…

Al di là di ciò, risulta evidente che le nuove generazioni stiano già pagando il prezzo degli egoismi di quelle immediatamente precedenti: i figli della guerra hanno vissuto il boom economico degli anni ’60 e si sono abituati a pensare che avrebbero avuto un tenore di vita migliore rispetto ai propri genitori. Nell’euforia generale hanno cercato di prendersi tutto quello che potevano, immaginando di vivere in un tempo eternamente uguale a se stesso, in cui mai e poi mai le cose sarebbero potute peggiorare. I nipoti e i pronipoti della guerra stanno invece cominciando a fare i conti con la frustrazione di un presente pieno di incognite e di un futuro in cui anche il mantenimento di quanto ereditato dai genitori somiglia tanto a una chimera. Se dunque dovessimo indicare un punto da cui ripartire, probabilmente sarebbe saggio scegliere proprio i quattro elementi sopra elencati. Naturalmente, secondo una visione diversa rispetto a quella che abbiamo avuto finora.

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