Bonus, giovani e burocrazia

Claudia Marchetti

Marsala

Bonus, giovani e burocrazia

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venerdì 03 Marzo 2017 - 07:30

Bonus Cultura, Proporzionale, Governi tecnici e non ultimo Garanzia Giovani, il Governo torna sempre sul luogo del delitto. Solitamente una cosa che non viene fatta bene o la si rifà meglio oppure la si accantona. In Italia no, si commettono gli stessi errori oppure, al contrario del caso precedente, le cose invece che semplificare complicano la vita dei cittadini. Nel caso del Bonus Cultura ad esempio, mentre lo scorso anno i docenti con una brevissima procedura avevano accreditata la somma dei 500 euro e potevano recarsi in qualsiasi negozio per l’acquisto dei tanti prodotti indicati, quest’anno devono richiedere un codice particolare – SPID – attraverso un iter da seguire con successiva registrazione sul sito del Ministero per la cosiddetta “Carta Docente”. Qui l’insegnante potrà richiedere un bonus con la cifra che gli interessa per l’acquisto. Quindi se deve ad esempio acquistare un tablet di 300 euro, mettiamo il caso, dovrà fornire al sito la cifra precisa. Se poi quel tablet, in quel negozio (per chi volesse acquistarlo in un punto vendita e non on line) ha un prezzo di 310 euro, i 10 euro li mette di tasca il docente. Per il resto non tutti i negozi sono convenzionati, quest’anno, con il Bonus Cultura. E stessa cosa vale per i 18enni. Da qualche giorno si è tornati a parlare di Garanzia Giovani.

Il progetto che facilita le assunzioni dei giovani dai 16 ai 29 anni che non studiano e non lavorano è stato finanziato per 200 milioni di euro. Le domande vanno presentare all’Inps che favorirà l’incontro tra domanda ed offerta. Non sembra che ci siano grandi novità in merito: il Governo afferma che con Garanzia Giovani è cresciuta l’occupazione giovanile. Il risultato però, non è stato proprio idilliaco. Il Progetto rivolto ai NEET – sigla che indica appunto i giovani che non lavorano né studiano – dovrebbe fungere da stage, affinchè i giovani imparino un mestiere anziché sfruttare a 500 euro (che poi non vengono percepiti in maniera puntuale) un ragazzo per 8 ore o forse più. Bisogna vedere, memori delle esperienze già vissute, in quanti affollano le sedi Inps per usufruire di Garanzia Giovani. Ci si chiede se tutti questi aiuti, assegni sociali, sostegni al lavoro e chi più ne ha più ne metta, inventati dal Governo sul fronte Welfare non possano essere sostituiti dal cosiddetto “reddito di cittadinanza” che non è stato inventato dai 5 Stelle, ma esiste già da oltre due secoli come proposta economica. Oltre a sostenere la povertà, eviterebbe anche tutta la burocrazia che regna sovrana nel nostro Paese.

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