Tempo di bilanci per le cantine, CIA preoccupata: “Cda e soci dipendono da prestiti e banche”

redazione

Tempo di bilanci per le cantine, CIA preoccupata: “Cda e soci dipendono da prestiti e banche”

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martedì 05 Dicembre 2017 - 12:33

E’ entrato appena dicembre ed è tempo di chiusura di bilanci per le cantine sociali e degli anticipi per l’uva ammassata nel periodo di agosto e settembre di coloro che conferiscono in cantina, quindi per la maggior parte dei produttori agricoli. E’ su questi temi che interviene la Confederazione Italiana Agricoltori di Petrosino, evidenziando come spesso questi processi avvengano con prestiti concessi dalle banche alle cantine e gli istituti di credito spesso non riescono a deliberare l’importo richiesto dalle cantine, quindi si ci ritrova in una situazione paradossale: “… da una parte il rapporto di fiducia fra il Consiglio di Amministrazione e il socio ed allo stesso tempo entrambi che dipendono dalle banche. Se queste ultime, per vari motivi non possono erogare le somme – afferma il responsabile CIA, Enzo Maggio -, si rimane ad aspettare l’evoluzione con l’esasperazione dei soci, indignati di fronte a tante difficoltà per le loro aziende che così non possono neanche iniziare le operazioni colturali per mancanza di liquidità, oltre alle esigenze economiche delle famiglie”.

                      Enzo Maggio

Maggio afferma che il nuovo Governo regionale debba mettere al primo posto l’agricoltore soprattutto in una terra a vocazione agricola come la Sicilia, rivedendo le problematiche legate al settore vitivinicolo. “Questa è una provincia – dice ancora Maggio – dove ci sono più dirigenti che operatori agricoli. Abbiamo bisogno di tutele che siano utili ad uno sviluppo concreto, osservando la realtà, mettendo nell’agenda politica tutte le priorità del comparto, facendo squadra per salvaguardare l’agricoltura, settore trainante di tutta l’economia locale. Auspico che il nuovo assessore regionale, venga a visitare il nostro territorio. Tante aziende hanno chiuso l’attività e si avvertono tanti segnali di allarme  anche da altri imprenditori, ecco perché bisogna ritornare a parlare di agricoltura ed in particolare di vitivinicoltura. La politica deve assumersi delle responsabilità assieme ai comuni che non possono chiedere l’Imu sui terreni agli agricoltori già in ginocchio. Bisogna trovare una soluzione”.

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