Carabinieri: conclusa l’operazione che ha portato all’arresto dei responsabili della sparatoria ai danni di Giovanni Angileri

redazione

Carabinieri: conclusa l’operazione che ha portato all’arresto dei responsabili della sparatoria ai danni di Giovanni Angileri

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mercoledì 21 Maggio 2014 - 17:00

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Questa mattina, il Comandante dei Carabinieri, Carmine Gebiola, e il Procuratore della Repubblica di Marsala, Alberto Di Pisa, durante una conferenza stampa hanno svelato i dettagli dell’operazione che ha portato all’arresto dei responsabili della sparatoria avvenuta lo scorso 26 marzo in via Roma ai danni di Giovanni Angileri, pregiudicato marsalese classe 1962, il quale è rimasto ferito ad una gamba. L’incontro con la stampa è stato importante per i rappresentanti di giustizia anche per lanciare un chiaro segnale di tranquillità alla cittadinanza in merito agli allarmismi che si erano creati attorno a questo fatto di cronaca: “Si è trattato di un fatto isolato  -hanno detto Gebiola e Di Pisa – riguardante affari privati delle persone coinvolte, non collegato assolutamente alla sparatoria che si è consumata pochi giorni dopo in via Trapani”. Nelle prime ore del mattino del 20 maggio, i militari del Nucleo Operativo della Compagnia di Marsala hanno dato esecuzione a un’ ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Marsala nei confronti di tre soggetti marsalesi, tutti ritenuti responsabili del ferimento di Angileri Giovanni. Si tratta dei marsalesi  Francesco Giovanni Licari, 36enne, commerciante; Massimo Vinci, 28enne, muratore; Giuseppe Barsalona, 42enne, marinaio, con pregiudizi di polizia. Tutti e tre sono stati ristretti presso la Casa Circondariale di Trapani a disposizione dell’Autorità Giudiziaria che gli ha contestato i reati di lesioni personali gravi e detenzione e porto illegale di arma comune da sparo in concorso. Alle ore 10 circa del 26 marzo, infatti, è pervenuta alla Centrale Operativa di Villa Araba una chiamata che segnalava l’esplosione di colpi d’arma da fuoco e che vi era una persona ferita a terra.

foto arresti

L’operatore, pertanto, allertava subito un’ambulanza del 118 per le cure del caso nonché inviava sul luogo dei fatti una gazzella del N.O.R.M. che, in prossimità dell’ingresso di un bar ivi ubicato, costatava che a terra, in una pozza di sangue, era adagiata una persona successivamente identificata nell’Angileri Giovanni, pregiudicato per reati in materia di stupefacenti. Le indagini hanno permesso di ricostruire il susseguirsi dei fatti: l’Angileri aveva intrattenuto diverse telefonate nel corso delle quali discuteva animatamente con i suoi interlocutori e, successivamente, era stato raggiunto da un soggetto, accompagnato da altri due, che armato di pistola lo aveva attinto con un colpo d’arma da fuoco alla gamba. A questo punto, pertanto, risultavano determinati per chiarire lo scenario in cui tale evento delittuoso era maturato nonché per procedere all’individuazione degli autori, da un lato l’acquisizione delle immagini di tutti i sistemi di videosorveglianza presenti nella zona nonché l’analisi del cellulare del cellulare della vittima, sequestrato presso l’Ospedale di Marsala mentre egli veniva sottoposto ad un delicato intervento chirurgico a seguito della ferita riportata: tali attività consentivano l’individuazione del video dell’intera azione di fuoco ripreso dalla telecamera di un esercizio commerciale nelle vicinanze e dei soggetti con cui la vittima aveva avuto le animate comunicazioni telefoniche descritte poc’anzi, ovvero il proprio genero ed il titolare di un autosalone, gli odierni arrestati Vinci Massimo e Licari Francesco Giovanni. Quest’ultimi, rintracciati e condotti presso la Compagnia Carabinieri di Marsala, venivano ascoltati fino a notte inoltrata e, dalle loro dichiarazioni, emergeva che effettivamente avevano avuto nel corso della mattinata un diverbio con l’Angileri Giovanni a causa di una ruota di scorta non fornita all’atto della precedente vendita di un’autovettura da parte del titolare dell’autosalone, motivo per cui nella mattinata, prima dell’evento delittuoso, l’Angileri si era presentato presso quell’attività aggredendo fisicamente il titolare alla presenza del genero. Dopo un’articolata attività investigativa, veniva completato e confermato il quadro accusatorio, acclarando il movente: dopo la lite animata avvenuta nel concessionario per futili motivi, infatti, LICARI e VINCI – titolare dell’autosalone e genero della vittima – organizzavano un vero e proprio raid punitivo nei confronti dell’Angileri portato a compimento da un terzo uomo all’uopo contattato e successivamente identificato dagli investigatori in BARSALONA Giuseppe che, dopo aver raggiunto l’Angileri nei pressi del bar di via Roma in cui si trovava, gli sparava alla gamba con una pistola, dileguandosi poi unitamente ai suoi complici a bordo di un’autovettura nella sua disponibilità.

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