L’indignazione calabrese e la sanità di cartone

redazione

Marsala

L’indignazione calabrese e la sanità di cartone

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giovedì 02 Agosto 2018 - 07:30

La Calabria è una regione del Sud tanto bella quanto disomogenea. Forse lo è più della Sicilia, di altre regioni del Sud Italia. Spesso e volentieri non passa attraverso le cronache nazionali… o almeno fino a quando non accade un fatto alquanto eclatante e poco ben trattato: sulle spiagge calabresi, a bordo di un veliero, approdano curdi ed iracheni che prontamente vengono soccorsi dai bagnanti in un grande clima di solidarietà. Così è partita anche quella dei tanti messaggi sui Social, dell’indignazione verso l’attuale politica adottata dal Ministro Salvini e dal Governo che, dovrebbe, rappresentare.

La stessa macchina del fango che dovrebbe mettersi in moto anche per il blitz di questi giorni contro una delle cosche più potenti di Reggio Calabria che ha arrestato 14 persone per associazione di stampo mafioso, detenzione illecita di armi ed altri reati connessi. Lo stesso disgusto che si dovrebbe provare per quanto accaduto all’ospedale di Reggio dove i pazienti sono rimasti nelle barelle con pezzi di cartone usati come stecche per ingessare. Una situazione, ripresa con foto e video, che vede un ospedale diviso in due, proprio come la Calabria e come l’attuale situazione politica del Paese. Dove convive chi i porti li vuole chiudere e chi invece li apre, tanto per intenderci. Ecco, questa la situazione che vige in un ospedale del Sud che potrebbe essere una qualsiasi realtà italiana: il primario del Pronto Soccorso minimizza affermando che è normale steccare sul posto con mezzi di fortuna una frattura per prevenire eventuali complicazioni; il direttore generale amplia il raggio di casi accaduti confermando che una paziente è stata portata in radiologia con l’immobilizzazione provvisoria di cartone e radio-trasparente; i pazienti dal loro canto, non vedono di certo di buon occhio il fatto di avere una gamba ingessata con cartone e nastro adesivo. Più duri invece i rappresentanti locali e nazionali di Anaoo-Assomed che però salvano il lavoro del personale medico e infermieristico che “… non è giusto far passare per incapaci”.

La vera situazione pare, sia quindi da imputare ancora una volta ai tagli alla sanità pubblica degli ultimi anni che ha trasformato le realtà ospedaliere italiane in terra di battaglia, di scontri e non di accoglienza. Ma ci siamo persi dietro alla vicenda dei vaccini, come grande distrazione mediatica. E’ bene ogni tanto, guardarsi intorno.

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