Castelvetrano

Gaspare De Blasi

Marsala

Castelvetrano

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giovedì 08 Giugno 2017 - 07:05

Sarà successo ad ognuno di noi almeno una volta nella vita di ritrovarsi con una lisca di pesce in gola. Talvolta fa male, sempre dà un insopportabile fastidio, accompagnato in ogni caso dalla sconfortante certezza che non finirà mai più. Non si riesce a risputarla né si ottiene di inghiottirla. Gli sforzi, man mano che si ripetono rivelandosi vani, si fanno insieme più scoraggianti e siamo tentati di convincerci, con orrore, che saremo costretti a passare tutta la vita con quella lisca in gola. Questo è lo stato in cui versiamo da ieri da quando abbiamo appreso che. a pochi giorni dal voto, il Consiglio dei Ministri ha deciso di sciogliere per mafia il comune di Castelvetrano. Domenica quindi i castelvetranesi non torneranno alle urne. Niente nuovo Consiglio comunale, niente sindaco e giunta. Tre, ma perché tre? Boh! Commissari che gestiranno il comune belicino fino a metà del 2019.

Siamo per il rispetto delle regole, anche quando queste ci sembrano assurde. Ma questa spina in gola proprio ci tormenta. Avranno fatto tutto in punta di diritto. Certamente nessuno potrà presentare alcuna forma di ricorso (siamo il Paese delle carte bollate…non si sa mai). Però noi non siamo in grado di decidere se siamo d’accordo con la decisione ministeriale oppure se non era meglio mandare al voto i cittadini che così potevano esercitare un diritto sancito dalla costituzione: di scegliersi i governanti (in questo caso gli amministratori). Si dirà, se li erano scelti e abbiamo visto il risultato. Giusto come è giusto che i poteri dello Stato si esercitino nei modi previsti dalle leggi. In queste leggi c’è scritto certamente che in caso di infiltrazioni mafiose il Consiglio dei ministri deve commissariare un comune. Siamo d’accordo. Castelvetrano è la terra di Matteo Messina Denaro, terra di mafia quindi? Non solo, terra anche di tanti cittadini per bene che avevano preparato la scheda elettorale anche per “farla pagare” a quanti avevano gettato fango sulla città. Ma la legge è legge. Ecco però che ritorna il dolore della spina incagliata in gola. Non era meglio scioglierlo mesi prima? Forse era impossibile, non erano “maturate” le prove necessarie. Allora non era più giusto soprassedere di poche ore e mandare i castelvetranesi comunque al voto? Siamo indecisi e lo confessiamo, abbiamo la preoccupazione che questa indecisione (come la spina) ce la porteremo dietro per sempre.

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