Castelvetrano: il Pd torna a chiedere le dimissioni di Giambalvo e attacca Errante. “Ha deluso le aspettative”

Vincenzo Figlioli

Castelvetrano: il Pd torna a chiedere le dimissioni di Giambalvo e attacca Errante. “Ha deluso le aspettative”

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mercoledì 02 Marzo 2016 - 16:31

Duro intervento del Pd a proposito del caso Giambalvo e della situazione politica a Castelvetrano. Con una nota congiunta, il circolo locale dei democratici e l’Unione Provinciale del Pd di Trapani, di cui è segretario Marco Campagna, tornano a ribadire la loro posizione sulla vicenda che vede coinvolto il consigliere di Articolo 4, chiedendone le dimissioni.

“Il Pd – si legge nel comunicato – è il partito che, dopo pochi giorni dall’arresto a dicembre 2014, ha invitato il consigliere Giambalvo a dimettersi per la gravità delle vicende che lo vedevano coinvolto e per non delegittimare le istituzioni che rappresentiamo. Richiesta che reiteriamo ancora oggi. Dimissioni mai richieste da altre forze politiche. Dimissioni che comunque non sono mai arrivate. In quella stessa occasione, avevamo esortato Amministrazione e tutte le forze politiche a tenere alta l’attenzione per rendere impermeabili le istituzioni alla criminalità mafiosa. Posizione ribadita e confermata nella seduta di Consiglio comunale del 25 gennaio 2016 durante la quale il PD si è chiaramente dissociato da ogni comportamento o espressione inneggianti il latitante Messina Denaro e ha affermato l’isolamento dalla gestione della cosa pubblica di chi matura tali convinzioni. In quella seduta del 25 gennaio scorso, la stessa netta presa di posizione non è venuta dal Sindaco né dalla sua maggioranza”.

E proprio il primo cittadino Felice Errante è oggetto di un giudizio molto severo da parte del Pd. In primo luogo, per aver consentito l’ingresso in Consiglio di Giambalvo – primo dei non eletti nella lista del sindaco – grazie alla nomina in giunta dell’assessore Rizzo, che secondo i democratici non sarebbe stata concordata con gli alleati della coalizione (in cui, prima della successiva rottura, figurava anche il Pd). In secondo luogo, per le dichiarazioni rese dallo stesso. Inizialmente, si legge ancora nella nota “il Sindaco come mero notaio di provvedimenti prefettizi, dichiara che il consigliere Giambalvo ha il diritto di partecipare alle sedute del Consiglio Comunale e di poter esaurire il suo mandato fino alla scadenza naturale, mentre condanna con forza dichiarazioni che “in qualche maniera” possano rappresentare “un certo romanticismo” nella descrizioni del fenomeno mafioso. E ancora difende l’assessore Rizzo per le sue esternazioni contro organi inquirenti e giudici finchè il suo pensiero è in linea con l’azione portata avanti dall’Amministrazione. La stessa leggerezza sulle affermazioni di Giambalvo si riscontra nel documento firmato dai consiglieri di maggioranza. Nessuna indignazione, nessuna richiesta di dimissioni, nessun isolamento”.

Poi, ci sono le recenti dichiarazioni, in cui Errante invita Giambalvo a fare un passo indietro. Per il Pd “i comunicati che sono stati diffusi in questi ultimi giorni, oltre a essere postumi al clamore mediatico hanno altra finalità: prendere, in forte ritardo, le distanze da Giambalvo che dichiara di essere un consigliere di maggioranza, uscire dall’imbarazzo, distrarre i cittadini dai problemi della Città che questa amministrazione e questa maggioranza non riesce a risolvere”.

Infine, impietoso arriva il giudizio sull’amministrazione castelvetranese, di cui Campagna  stato vicesindaco fino alla rottura politica di due anni fa: “Il malessere che la nostra comunità oggi manifesta, caso Giambalvo a parte, riguarda piuttosto le inadempienze politiche e amministrative del Sindaco che ha deluso tutte le aspettative che in lui erano state riposte. Tanto da cercare aiuto e solidarietà di onorevoli, di sindaci di altri comuni e persino dai precari del Comune. Restare in Consiglio oggi, all’opposizione di questa amministrazione, è un dovere che sentiamo di potere portare avanti, non per attaccamento alla poltrona o all’indennità di consigliere, ma perché chi svolge con correttezza e trasparenza il proprio ruolo istituzionale non ha nulla da temere. Anzi, proprio perché non abbiamo mai vissuto il nostro impegno politico come un lavoro, chiediamo di rinunciare all’indennità di funzione dei consiglieri comunali o che venga sospesa l’indennità”.

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