Cateno

Gaspare De Blasi

Marsala

Cateno

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martedì 07 Novembre 2017 - 06:45

Quando l’on. De Luca messinese di 35 anni nacque, i suoi genitori volendo che da subito capisse l’importanza della famiglia, malgrado non avessero un negozio di ferramenta, decisero di chiamarlo Cateno, così per ricordargli il legame con la propria terra. Il “Nostro” crebbe bene e attratto dalla politica si schierò con il Movimento dell’Autonomia, ma poi, per ragioni che ci saranno sempre negate, aderì alla nuova Dc di Rotondi (che sempre per le autonomie è) ed ha sostenuto prima il governo Cuffaro poi via via tutti gli altri esecutivi che si sono succeduti (per par condicio, si capisce). Si era anche messo, come si usa dire, da solo candidandosi a governatore. Ha promosso anche una raccolta di firme per l’abolizione di una legge regionale che consente ai deputati di ricoprire anche la carica di sindaco. Allora pensammo: benissimo siamo d’accordo. Per poi scoprire che Cateno (ci scusi la confidenza…) era stato sindaco di un paesetto in provincia di Messina e noi pensammo, vuoi vedere che il nostro vuole tentare la scalata verso la sindacatura della città di Messina? Non fece in tempo, perché nel 2011 fu arrestato per tentata concussione e abuso d’ufficio. Per verità di cronaca dobbiamo dire che la Cassazione definii “ingiusta” la sua detenzione, ma il processo è ancora in corso dopo la decisione della Suprema corte di tenere a Messina il dibattimento: l’imputato invece aveva chiesto lo spostamento a Reggio Calabria (chissà perché…). De Luca era uscito indenne o quasi dall’inchiesta sulle spese dell’Ars, assolto in sede penale dal gup è stato condannato al pagamento di 13mila euro (una miseria…) da parte della Corte dei Conti per le spese sostenute nella qualità di capogruppo all’Assemblea regionale. Ora però ha fatto in tempo a candidarsi nell’Udc riuscendo ad essere eletto al parlamento regionale a sostegno del candidato governatore Nello Musumeci, assieme al quale ha tenuto anche un comizio elettorale a Messina. Neanche il tempo di festeggiare e De Luca è finito ai domiciliari. Con lui anche anche un certo Carmelo Satta “in qualità di promotori di un’associazione per delinquere finalizzata alla realizzazione di una rilevante evasione fiscale di circa 1.750.000 euro”. Si è scoperto che Cateno nostro era finito nella lista degli impresentabili che deve ancora essere resa nota dall’ apposita commissione. Una volta tanto non c’è chi si potrà appellare alla giustizia ad orologeria. Lei intanto, onorevole Cateno, si goda a casa il meritato riposo dopo la faticosa campagna elettorale che ha sostenuto. Siamo certi che prima del giuramento della nuova Ars le saranno revocati i domiciliari e lei potrà tranquillamente insediarsi. Così andavano le cose in Sicilia, e così vanno ancora adesso.

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