Il Centro Antiviolenza “Casa di Venere”aderisce alla petizione contro femminicidio e infanticidio. Inasprimento delle pene e divieto di benefici

redazione

Il Centro Antiviolenza “Casa di Venere”aderisce alla petizione contro femminicidio e infanticidio. Inasprimento delle pene e divieto di benefici

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giovedì 30 Marzo 2017 - 16:10

Il Centro Antiviolenza “Casa di Venere” di Marsala, diretto da Francesca Parrinello, ha aderito alla petizione del Movimento V.I.V.I. (Vincere Insieme Violenza e Ingiustizia) fondato da Assunta Strano, per sottoporre alle massime autorità governative, alcune importanti modifiche normative per i reati riconducibili alla violenza di genere e all’infanticidio. Tali modifiche di legge, richieste nella petizione, sono state elaborate dalle avvocate della Rete Centri antiviolenza di Siracusa, coordinate dalla penalista Loredana Battaglia e si articolano in sette punti.

Nella petizione si chiede di escludere l’applicazione del giudizio abbreviato per i procedimenti per i quali la legge prevede la pena dell’ergastolo (proposta di legge già approvata dalla Camera e ferma al Senato dal 2015) e chiede tale massima pena per chiunque commetta un “femminicidio” o “figlicidio”. Per i soggetti condannati per tali gravi delitti deve essere previsto il divieto di concessione dei benefici dell’assegnazione al lavoro all’esterno, dei permessi premio e delle misure alternative alla detenzione. La petizione vuole estendere il reato di maltrattamenti in famiglia anche ai componenti che non sono conviventi e a tutti i membri della cosiddetta “famiglia allargata”, con l’estensione anche delle aggravanti, così come contempla la Convenzione di Istanbul, nonché la contestazione di tale reato anche in caso di cessata convivenza.

Per i reati riconducibili alla violenza di genere e all’infanticidio, la Procura dovrà dare la priorità assoluta al procedimento, attraverso un celere svolgimento delle indagini. Per quel che concerne il ricorso agli arresti domiciliari, all’obbligo di dimora e all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, la petizione pur chiedendone la limitazione, nel caso in cui vengano concessi, propone che l’autore del reato li sconti in un luogo (paese, città) diverso da quello di residenza, domicilio o dimora della vittima e dei suoi familiari. E che le vittime siano informate sull’esatta località dove si trova l’indagato, imputato o condannato. Nella petizione, infine, si chiede che sia fatto divieto all’autore del reato di poter beneficiare dell’eredità della vittima, nonché della pensione di reversibilità, finché il procedimento penale a suo carico non sia concluso con sentenza di assoluzione irrevocabile. Questa importante petizione è presente sul web e chiunque può sottoscriverla cliccando su firmiamo.it.

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