Cgil e Uil: “al Sant’Antonio impossibile ricorrere all’interruzione volontaria della gravidanza”. Interviene anche l’Udi

redazione

Cgil e Uil: “al Sant’Antonio impossibile ricorrere all’interruzione volontaria della gravidanza”. Interviene anche l’Udi

Condividi su:

giovedì 16 Giugno 2016 - 15:15

In pensione l’unico medico non obiettore di coscienza. “Negato un servizio previsto dalla legge”

Sta andando in pensione l’unico medico non obiettore di coscienza che al Sant’Antonio Abate effettuava l’interruzione volontaria della gravidanza. “Dall’11 maggio a Trapani le donne non possono più ricorrere ad aborti chirurgici e aborti dopo i 90 giorni“. A lanciare l’allarme è il coordinamento donne della Cgil e della Uil di Trapani che ha chiesto un incontro urgente al direttore generale dell’Asp per aprire un confronto sull’interruzione volontaria della gravidanza, sul potenziamento dei consultori e su come si sta garantendo alle donne l’ecografia morfologica.
L’azienda sanitaria provinciale – dicono Antonella Granello della Cgil e Antonella Parisi della Uil – è tenuta a garantire alle donne, che ne fanno richiesta, il diritto all’interruzione volontaria della

Antonella Granello della Cgil e Antonella Parisi della Uil

Antonella Granello della Cgil e Antonella Parisi della Uil

gravidanza, stabilito dalla legge 194 del 22 maggio del 1978. Ciò che sta venendo meno a Trapani e provincia – proseguono – è il principio di autodeterminazione delle donne a cui deve essere garantito il diritto all’interruzione della gravidanza libero e gratuito affinché possano scegliere liberamente di diventare madri e senza discriminazioni, a seconda delle condizioni personali di ognuna. Il rischio è, adesso, quello che aumentino gli aborti clandestini .”
Per il coordinamento donne di Cgil e Uil la forte preoccupazione è quella che “nelle strutture pubbliche a causa della carenza di medici non obiettori di coscienza non venga garantita l’applicazione della legge costringendole donne ad andare fuori provincia e mettendo a serio rischio la salute e la vita di coloro che potrebbero ricorrere a pericolose pratiche clandestine effettuate da operatori senza scrupoli che la legge ha, invece, negli anni scoraggiato“.
In media a Trapani si registrano annualmente circa 600 richieste di I.V.G. Considerato che da oltre un mese il servizio non viene più garantito i sindacati si chiedono, pertanto, quale risposte sono state date alle donne che si sono rivolte al servizio pubblico per effettuare l’interruzione volontaria della gravidanza.
Con la riduzione dei medici non obiettori – dicono Antonella Granello e Antonella Parisi – gli aborti alla luce del sole diminuiranno perché le donne saranno costrette, tornando indietro di 40 anni, a ricorrere all’aborto clandestino. Altre, invece, saranno costrette a recarsi in altre provincie aggravando ulteriormente la loro condizione di disagio. Ci batteremo – concludono – affinché anche in provincia di Trapani si garantiscano il servizio di interruzione volontaria della gravidanza, un’adeguata assistenza sanitaria e si potenzino i consultori, così come prevede la legge “.

valentina colli

Valentina Colli

A stretto giro di posta, è arrivata sull’argomento una nota della presidente dell’UDI di Trapani Valentina Colli che comunica di aver intrapreso già da oltre un mese i contatti con l’Asp di Trapani affinchè non venga sospeso il servizio. “Insieme all’onorevole Antonella Milazzo dell’Ars, da noi immediatamente sollecitata, abbiamo incontrato il direttore sanitario dell’Asp Antonio Siragusa, ed abbiamo posto alla sua attenzione il problema, affinchè l’operato del dottore Mercadante – ricordiamo unico ospedaliero non obiettore – non venga vanificato col suo pensionamento. Dal dottore Siragusa abbiamo raccolto l’impegno, già in essere, a garantire il servizio di Igv sotto legge 194, sia farmacologico che chirurgico e post 90 giorni come previsto dalla legge. Contestualmente, abbiamo chiesto che venga rafforzato il servizio tenendo sotto controllo lo sproporzionato numero di obiettori di coscienza, di cui purtroppo la Sicilia conta un triste primato: un problema culturale e gestionale che, confidiamo, potrà essere col tempo rimodulato con la collaborazione delle istituzioni preposte. Si annota altresì che da maggio ad oggi non sono pervenute richieste di igv, per cui il disservizio è stato contenuto”.

Condividi su: