Chiusura della base navale della polizia penitenziaria: intervengono il sindaco di Favignana e il senatore Santangelo

redazione

Chiusura della base navale della polizia penitenziaria: intervengono il sindaco di Favignana e il senatore Santangelo

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martedì 09 Febbraio 2016 - 10:55

In merito all’appello della Uilpa Trapani, contro la chiusura della base navale della polizia penitenziaria di Favignana, interviene il sindaco delle Egadi Giuseppe Pagoto, chiedendo al Governo nazionale che le motovedette rimangano a presidio di sicurezza dell’arcipelago, dove possono servire anche per Protezione Civile e dove contribuiscono a tutelare l’Area Marina Protetta più grande d’Europa.

E proprio l’AMP, annualmente, stipula una convenzione con il nucleo navale di Polizia Penitenziaria: negli ultimi 4 anni, a partire dal 2012, il Comune di Favignana, ente gestore dell’Area Marina Protetta “Isole Egadi”, ha stipulato una convenzione con la direzione della Casa di Reclusione “Giuseppe Barraco” e con il Comando Base Navale di Polizia Penitenziaria, per lo svolgimento di attività di sorveglianza e controllo dell’Area Marina Protetta. L’accordo prevede che le motovedette V3 e V4, di stanza nel porto di Favignana, effettuino, nel corso dell’anno, 15 uscite in mare per attività di prevenzione e controllo dell’AMP che, in cambio, sostiene i costi di carburante. Tale iniziativa è inserita annualmente nel piano di gestione dell’AMP ed è approvata dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Negli anni, gli agenti della Polizia Penitenziaria hanno effettuato numerosi controlli ed emesso verbali di accertamento. In un caso si è anche verificato il fermo di alcuni ricciaioli, con sequestro dell’attrezzatura subacquea. La convenzione è in fase di rinnovo per il 2016. “Non vorremmo – sottolinea Pagoto – che non si tenesse conto di queste motivazioni, e magari in altri territori si mantenesse il servizio, con le motovedette”.

La base navale della polizia penitenziaria di Favignana è una risorsa del territorio – dice il Senatore Vincenzo Santangelo, che ha presentato una interrogazione in Senato.
Attualmente il “Servizio Navale” del Corpo di Polizia Penitenziaria, costituisce un supporto operativo-logistico alle strutture penitenziarie di Favignana, Porto Azzurro-Marina di Campo, Gorgona, Venezia e Napoli.
Il DAP (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria), lo scorso 15 Gennaio 2016 a mezzo nota informativa ha manifestato la volontà di chiudere tutte le basi navali ad esclusione delle sedi di Venezia e Livorno-Gorgona, recependo le disposizioni del Ministero della Funzione Pubblica per la razionalizzazione delle forze dell’ordine. Detta nota informativa di conseguenza, ha fatto intervenire diverse sigle sindacali a difesa delle basi navali del Corpo e dei lavoratori.
Non dimentichiamoci – dice Santangelo – che il corpo della Polizia Penitenziaria a Favignana, è stato con le sue motovedette d’altura, di fondamentale importanza anche per il controllo dell’AMP (Area Marina Protetta), oltre ad avere svolto come compito primario il pattugliamento adiacente il carcere, il trasporto rapido del personale per compiti istituzionali, il soccorso alla vita umana in mare e gli interventi sanitari di emergenza. Adesso, il rischio di vedere cancellare la base operativa di Favignana, che opera da oltre 31 anni – come già denunciato dalla Uilpa Trapani -, sembra un paradosso”.

Questo servizio navale – precisa il Senatore del M5S –  ha rappresentato un “Forza dello Stato” ma soprattutto un presidio di legalità per il territorio isolano. Spero non tardino ad arrivare le risposte a questa interrogazione da parte del Ministro competente. Soprattutto mi auguro che venga rivista la decisione e che venga mantenuto il Corpo specializzato della Polizia Penitenziaria a Favignana, ma anche nelle altre sedi. Sarebbe assurdo indebolire i territori isolani proprio adesso, non dimenticandoci dell’importante lavoro di sorveglianza e soccorso in mare svolto nei territori di pertinenza, sopratutto dopo gli impegni economici dell’amministrazione penitenziaria per la formazione del personale e gli undici milioni di euro spesi per la realizzazione della nuova casa di reclusione”.

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