“Come Calzini spaiati”, applausi per il corto teatrale contro la violenza sulle donne messo in scena da Skenè

Chiara Putaggio

“Come Calzini spaiati”, applausi per il corto teatrale contro la violenza sulle donne messo in scena da Skenè

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lunedì 30 Aprile 2018 - 11:10
Come Calzini Spaiati

Come Calzini Spaiati

La morale insegnata dall’ultimo degli ultimi commuove il Teatro Comunale

Due donne, una ricca e una povera, si trovano, di notte, sullo stesso ponte. Ognuna pensa dell’altra che sia una prostituta. Si sbagliano entrambe. Diversissime fuori, il loro dolore è lo stesso, quello di una donna che è stata violata e picchiata dall’uomo che avrebbe dovuto amarla per tutta la vita. Le due donne si rivelano, pian piano, l’una all’altra superando i loro pudori perché entrambe hanno deciso di morire, gettandosi nel fiume, da quel ponte. Un testo sapido, spesso ironico, mai noioso e capace di arrivare a tutti il cui titolo è: “Come calzini spaiati” redatto dalla scrittrice messinese Titti Giannino scelto dall’associazione culturale Skenè presieduta da Massimo Licari è stato portato in scena al Teatro comunale “Eliodoro Sollima”. “Abbiamo preso sottobraccio questo tema e lo portiamo con noi, nel mondo”. Così le attrici Eleonora Bongiorno e Loredana Salerno hanno spiegato la scelta di condurre un viaggio finalizzato a puntare l’accento sulla violenza contro le donne che è diventata una sorta di missione per l’associazione Skenè, che già lo scorso novembre ha presentato un’altra produzione artistica sullo stesso tema: il mediometraggio “Mai più Veronica”, che racconta una storia vera avvenuta a Marsala negli anni ’50, quando una giovane fu violentata e poi allontanata dalla sua città. “Ora abbiamo scelto il teatro – spiega Massimo Licari, regista del corto teatrale – e un testo di un’autrice siciliana che va dritto al cuore con un’amara ironia che non risparmia sorprese e irride gli stereotipi”. A fare da “coscienza” è un clochard – interpretato da Francesco Di Bernardo – a che ha assistito a tutta la conversazione tra le due donne senza che loro se ne accorgessero: “la gente mi guarda, ma non mi vede”, afferma e poi, da ultimo e invisibile, apre gli occhi alle due sul valore della vita oltre la morte e la violenza. E per non far mancare nulla alla scena, le violenze subite vengono mimate da una danza struggente eseguita da Susanna e Antonino Giacalone e la nuova coscienza femminile cantata dalla intensa voce di Ileana Abate. Ma questo spettacolo non si è limitato a dire ciò che è bene. Infatti i proventi della vendita dei biglietti saranno devoluti all’associazione Metamorfosi onlus presieduta da Anna Maria Bonafede, che da anni si occupa del centro antiviolenza del Comune di Marsala che ha sede nel palazzo Grattacielo. “Noi negli anni abbiamo preso in carico diverse donne che sono sfuggite alla violenza domestica, ma stiamo portando avanti anche un’opera di prevenzione contro gli stereotipi di genere attraverso percorsi mirati in quattro scuole marsalesi, tuttavia crediamo che il linguaggio dell’arte sia uno strumento importante di sensibilizzazione. Ringrazio l’associazione Skenè non solo per il sostegno materiale, ma anche per quello culturale”.

(Nella foto da sinistra: Antonino Giacalone, Ileana Abate, Loredana Salerno, Massimo Licari, Eleonora Bongiorno, Francesco Di Bernardo e Susanna Giacalone).

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