Condannato a 9 anni per violenza sessuale l’infermiere Maurizio Spanò

redazione

Condannato a 9 anni per violenza sessuale l’infermiere Maurizio Spanò

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venerdì 01 Settembre 2017 - 17:00

Si è concluso con una condanna a 9 anni di carcere il processo che si è celebrato al Tribunale di Marsala con rito abbreviato nei confronti dell’infermiere Giuseppe Maurizio Spanò, 54 anni. La vicenda (balzata anche agli onori delle cronache nazionali con un servizio messo in onda da “Le iene”) ha visto Spanò indagato, imputato e adesso condannato per essersi reso autore di violenze sessuali su pazienti sedati presso lo studio privato del gastroenterologo marsalese Giuseppe Milazzo. La pm Silvia Facciotti aveva chiesto per conto della pubblica accusa una condanna a 13 anni di carcere. La sentenza emessa dal gup Riccardo Alcamo, che comunque non ha riconosciuto all’imputato le attenuanti, prevede anche un risarcimento di 25000 € per ogni donna abusata e di alcune migliaia di euro per i familiari (2000 € per i mariti e 1000 € per i figli), il pagamento delle spese legali, oltre ad ulteriori pene accessorie (interdizione perpetua dai pubblici uffici, sospensione dell’esercizio della professione e della potestà genitoriale). Per Spanò è stata infine confermata la misura cautelare degli arresti domiciliari.

Decisivi, ai fini della sentenza, sono stati anche i pareri espressi dai periti Gaetano Gurgone (medico-psichiatra) e Francesca Lombardi (psicoterapeuta), secondo cui l’infermiere era perfettamente in grado di intendere e volere, smontando dunque il tentativo della difesa di puntare sulla semi infermità mentale. L’avvocato Stefano Pellegrino, legale di Spanò, preannuncia comunque la sua volontà di ricorrere in appello per conto del proprio assistito: “Ci eravamo battuti per una riduzione della pena e in parte ci siamo riusciti rispetto alla richiesta di 13 anni che era stata avanzata. Per quanto ci riguarda restiamo convinti che ci troviamo di fronte a una situazione patologica: a nostro avviso la semi infermità mentale ci sta tutta. Non è concepibile che una persona sana nella stessa giornata abusi di 5 donne e un uomo”.

Insoddisfatte per i risarcimenti previsti dalla sentenza le parti civili. “Da un punto di vista tecnico-formale la misura della pena è giusta – afferma l’avvocato Francesca Lombardo – ma i risarcimenti sono davvero irrisori e mortificanti per chi ha subito i fatti. Aspettiamo di leggere tra 90 giorni le motivazioni per vedere quali criteri sono stati seguiti per tale quantificazione”. L’avvocato Vincenzo Forti ha invece fatto sapere che il marito della sua assistita sta valutando seriamente di rinunciare assieme ai figli sia al risarcimento disposto che a ricorrere in appello “per non accettare un ulteriore sgarbo nei confronti della moglie”.

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