Consiglio comunale di Alcamo: approvato il conto economico e lo stato patrimoniale 2016

redazione

Consiglio comunale di Alcamo: approvato il conto economico e lo stato patrimoniale 2016

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martedì 03 Ottobre 2017 - 16:20

A quattro giorni dal commissariamento sulla parte del bilancio consuntivo 2016 che concerne lo stato patrimoniale, l’Aula Falcone-Borsellino ha deliberato a maggioranza il documento economico finanziario. Giuseppe Petralia, il funzionario incaricato dalla Regione al fine di far ottemperare l’organo elettivo all’approvazione del rendiconto dello scorso anno, si è insediato il 29 settembre, sebbene il Consiglio comunale fosse stato convocato ad hoc. Dense le parole del presidente Baldo Mancuso “Probabilmente, senza questa nota di diffida, che ci è pervenuta nella data odierna, data in cui ripeto andremo a valutare due proposte di delibera, non avrebbe percepito un’indennità che gli spetta in quanto nominato”.

È stato approvato con 12 voti favorevoli (M5S), quattro contrari (Allegro, Sucameli, Norfo e Messana), e due astenuti (Pitò, Camarda) il rendiconto del 2016, dopo la diffida che è arrivata ai consiglieri comunali contestualmente alla convocazione dell’organo elettivo per trattare il punto. Infatti, insediatosi venerdì scorso, il commissario ad acta, Giuseppe Petralia, nominato dalla Regione il 7 agosto 2017, ha ritenuto ugualmente di procedere all’invio dell’atto con il quale i rappresentanti politici all’interno dell’Aula consiliare sono stati invitati ad adempiere ai propri doveri: approvare il bilancio consuntivo 2016. “Il commissario ha ritenuto, nonostante il Consiglio fosse convocato sui punti, di procedere con il lavoro che gli era stato affidato in quanto nominato. Probabilmente, senza questa nota di diffida che ci è pervenuta nella data odierna, data in cui ripeto andremo a valutare due proposte di delibera, non avrebbe percepito un’indennità che gli spetta in quanto nominato. Però, questo è un mio pensiero”, ha dichiarato il presidente del Consiglio comunale Baldo Mancuso. Il conto economico e lo stato patrimoniale, relativi a quell’esercizio, dovevano essere approvati dall’organo elettivo entro il 31 luglio 2017 e trasmessi alla banca dati delle amministrazioni pubbliche (BDAP) nel termine di 30 giorni. Per la precisione, il Consiglio comunale, il 28 agosto scorso, aveva deliberato il rendiconto della gestione 2016 per quanto concerne la parte finanziaria, rinviando l’approvazione del conto economico patrimoniale ad un momento successivo. Una delle cause della posticipazione, sicuramente, è da attribuire alla mancata dotazione del software (circa 10 mila euro) che l’ufficio competente ha ritenuto di non acquistare, ritardando l’attuazione della contabilità economico patrimoniale del 2016. Altresì, l’applicazione dei nuovi principi imposti dalla legge ha comportato una serie complessa di operazioni da parte dell’ente. Sulla lentezza degli uffici è intervenuto il vicesindaco Roberto Scurto: “Mi scuso se per qualche giorno in più, anche se, poi, giustamente ci sono state delle problematiche legate anche agli uffici, si è fatto un po’ di ritardo, dovuto forse anche ad agosto, ma comunque non voglio qui andare a fare le pulci ai giorni feriali. Però, voglio dire semplicemente questo: sicuramente, questo adempimento, l’ufficio avrebbe potuto organizzarlo meglio per tempo. Hanno rinunciato ad acquistare un software aggiuntivo per poterlo fare. Mi sembra 10 mila euro se non ricordo male. Quindi, sicuramente non è una giustificazione”. In seguito l’assessore al bilancio ha aggiunto “Non mi va bene che si sforino le scadenze, lo dico in maniera proprio netta. Sicuramente, la prossima volta, non sarà più tollerato un ritardo su un adempimento che oramai deve essere conosciuto, ed è conosciuto”.

Dunque, la giunta pentastellata, guidata dal sindaco Domenico Surdi, ha potuto approvare lo schema dello stato patrimoniale e del conto economico, relativi all’esercizio 2016, solamente il 20 settembre di quest’anno. Sempre nelle stessa data, l’organo esecutivo del Comune ha deliberato l’inventario. Tale valutazione, come specificato nella relazione dei revisori dei conti, non è completa di tutti gli immobili, in quanto resterebbe da effettuare una ricognizione su alcuni beni per poterli inserire nel citato inventario di cui l’ente, ricordiamo, era in parte sprovvisto fino a poco tempo fa. Occorrerà, secondo le disposizioni dei revisori, incrementare il valore dei beni già inventariati per effetto delle ristrutturazioni e manutenzioni, e vedere se altri beni acquisiti a titolo gratuito debbano essere aggiunti. Su alcune voci dell’inventario si è soffermato il consigliere comunale di minoranza Gino Pitò: “Qualche curiosità. Ma che cos’è il rigo Alcamo dalla preistoria ai giorni nostri, 9.699 euro? È un libro, che cos’è?”. Si tratta di un acquisto di 500 volumi del professore Roberto Calia effettuato quando il Comune era guidato dal commissario straordinario Giovanni Arnone, nel dicembre del 2015.

Dopo, è stata la volta del presidente della II commissione, Vito Lombardo, il quale, richiamando il decreto del 21 giugno del 2011, ha affermato “In via sperimentale, poteva essere applicato nel 2012, 2013, 2014, 2015. Siamo arrivati ad ora. Questo per dire, insomma, che si è perso un po’ di tempo da parte di chi doveva già essere in grado di effettuare il bilancio armonizzato in modo tale che, nel momento in cui diventava adempimento obbligatorio, non si arrivasse sempre con l’acqua alla gola e a fare le cose all’ultimo secondo”. E sull’inventario dei beni immobili, il consigliere pentastellato ha dichiarato “Sia maggioranza che opposizione in commissione abbiamo fatto da pungolo rispetto agli uffici per avere finalmente un inventario di tutti i beni immobili del comune. È impensabile che questo comune, ho visto anche il ragioniere Regina che più volte in quella seduta (di commissione n.d.r.) ha affermato, in maniera palese, chiara, Non sappiamo il Comune quanti beni ha, quali sono, tutto l’inventario del Comune completo”. Poi, riferendosi alla relazione del dirigente Sebastiano Luppino sulla ricognizione dei beni immobili, l’esponente grillino ha criticato fortemente le amministrazioni precedenti “Questo lavoro non è mai stato fatto. Quindi, a coloro che si reputano sempre grandissimi competenti, è dal ’94, da 23 anni, che bisogna fare la ricognizione dell’inventario di tutti i beni immobili di questo comune. Chi ha amministrato in passato non l’ha mai fatto”. Dopo, il consigliere Vito Lombardo ha concluso “Una delle cose che sarà effettiva, subito dopo l’approvazione del rendiconto economico patrimoniale, è la questione che, finalmente, l’articolo 97 della Costituzione, quello che per entrare nelle pubbliche amministrazioni bisogna fare un concorso pubblico, diventa effettivo, e non carta straccia come hanno fatto nei passati 25 anni, perché questo articolo della costituzione per 25 anni è stata carta straccia! E, quindi, è possibile, approvando questo rendiconto economico finanziario, finalmente, avere, consigliere Pitò, un dirigente all’Urbanistica, tramite concorso pubblico. E, finalmente, ci riusciremo. Quindi, ci muoviamo. È complicato e difficile. Però, il risultato e l’obiettivo, secondo me, l’amministrazione ce l’ha ben chiaro”. Successivamente, il consigliere Saverio Messana ha replicato al presidente della II commissione “Io come al solito, presidente, eviterei di parlare del passato. Io sono qua ora. Guardi, mi piace parlare sempre del presente e del futuro. Per carità, ognuno la pensa come gli sembra più giusto”. Rivolgendosi, invece, all’Amministrazione, ed in particolare al vicesindaco Scurto, l’esponente dell’UDC ha affermato “Ecco perché io mi lamento, perché abbiamo poco tempo. Mi creda io vorrei dare un contributo in queste cose, ma glielo dico perché è così. Non mi piace arrivare in Consiglio comunale non preparato, perché le carte ci sono arrivate venerdì. Giustamente, c’è il lavoro personale che ognuno ha oltre a fare il consigliere comunale, perché di consigliere comunale non si vive. E questa è la verità, che sia chiaro. Bisogna giustamente attenzionare bene le carte e noi il tempo materiale non l’abbiamo avuto. Io sono dispiaciuto questa sera, perché questo punto non lo voto in maniera favorevole. Sono dispiaciuto veramente, anche se capisco che è la prima volta che il nostro comune si trova ad approvare questo piano finanziario patrimoniale”. Poi, ha precisato il consigliere Messana: “Siccome anche per un debito fuori bilancio funziona allo stesso modo. Forse, abbiamo questo andazzo. Ecco l’andazzo del debito fuori bilancio normale che arriva pure dopo i 120 giorni, pensa un pò il bilancio, la parte del patrimonio, se può arrivare in tempo. Io non mi sento più di andare ad approvare in maniera favorevole”. La consigliera comunale Anna Allegro di Noi per Alcamo ha, invece, così manifestato il suo pensiero “ Io non vorrei essere ripetitiva, però, come sempre, ci ritroviamo queste delibere, assessore (Scurto n.d.r.), last minute, come si suole dire. Ho apprezzato il mea culpa dell’Amministrazione e anche dell’ufficio, perché capisco che dietro c’è tanto lavoro. Lei dice che siamo un comune virtuoso. Sì, siamo un comune virtuoso, però, di fatto stiamo arrivando con l’ennesimo ritardo nell’approvazione di questo atto. Quindi, anche per me, che ricopro la carica di consigliera comunale, la responsabilità è della politica. Stasera è dell’amministrazione, perché interloquisco con voi e non con gli uffici principalmente. Anch’io voterò contrario quest’atto”. Come sopra specificato, la delibera è stata approvata a maggioranza dei presenti e contestualmente è stata votata anche la presa d’atto dell’insussistenza dell’obbligo di approvazione del bilancio consolidato 2017. L’immediata esecutività della proposta di delibera, invece, è stata votata da 12 consiglieri comunali a favore (5stelle), 5 astenuti (Allegro, Norfo, Messana, Pitò, Camarda) e uno contrario (Sucameli).

Altra votazione interessante della serata è stata quella relativa alla ricognizione delle partecipate. Il Comune di Alcamo non ha allo stato attuale partecipazioni da dismettere, ma deve portare a termine le procedure di liquidazione di quelle società già avviate con il Piano di razionalizzazione. Sono solamente due le società mantenute dall’Amministrazione comunale: il GAL Golfo di Castellammare a.r.l. e la S.R.R. Trapani nord. La prima costituita nel 2010, svolge attività di sviluppo locale, nella quale il Comune ha una quota di partecipazione pari all’11,54%. La seconda si occupa della gestione integrata dei rifiuti, con una quota di partecipazione comunale del 14,57%. In liquidazione si trovano invece Sviluppo del Golfo a.r.l e l’Ato Terra dei Fenici. Si occupavano rispettivamente delle attività precedentemente citate.

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