Sospeso il processo a carico dell’infermiere Spanò. Deciderà la Corte di Cassazione

Gaspare De Blasi

Sospeso il processo a carico dell’infermiere Spanò. Deciderà la Corte di Cassazione

Condividi su:

mercoledì 19 Aprile 2017 - 17:24

Dal processo a carico dell’infermiere Maurizio Spanò, accusato di violenza sessuale, arriva una notizia davvero clamorosa. Nell’udienza di oggi, era previsto l’intervento dei due difensori dell’imputato: Stefano Pellegrino e Marco Siragusa.

In apertura di seduta invece, l’infermiere ha presentato un documento scritto, subito argomentato dai suoi difensori dove, in pratica, afferma di essere vittima di un pesante clima mediatico che, a suo dire, finirebbe per condizionare lo stesso giudice Riccardo Alcamo.

“Si sono verificate gravi situazioni locali – ci ha detto l’avvocato Stefano Pellegrino – che pregiudicano la libera determinazione di chi partecipa al processo. Abbiamo quindi richiesto la remissione del procedimento ad altra autorità giudiziaria”.

Secondo quanto si è appreso – la seduta a rito abbreviato si svolge a porte chiuse – il giudice avrebbe deciso di rinviare il procedimento alla Corte di Cassazione per una decisione nel merito. In sostanza la Cassazione potrebbe decidere di fare continuare il processo con lo svolgimento attuale, confermando il giudice Riccardo Alcamo oppure cambiare giudice trasferendo il processo ad altro distretto di corte d’Appello. “Indiziato” in questo caso sarebbe il tribunale di Caltanissetta. Il giudice ha sospeso, come previsto dalla legge, i termini di decorrenza per la custodia cautelare. La vicenda è nota, il paramedico marsalese, collaboratore, all’epoca dei fatti, dello studio medico diretto dal gastroenterologo Giuseppe Milazzo, ha abusato sessualmente di alcuni pazienti, approfittando dello stato di sedazione visto che dovevano effettuare delle gastroscopie. Dopo una denuncia circostanziata, gli inquirenti collocarono delle microtelecamere nello studio del medico. Dalle immagini si accertò che i fatti delittuosi continuavano a perpetrarsi.

Nell’ultima udienza dopo l’intervento delle parti civili rappresentate dagli avvocati Vincenzo Forti e Francesca Lombardo, la pm Silvia Facciotti aveva chiesto per l’imputato 13 anni di reclusione.

Condividi su: