Dal campanile all'asse

Vincenzo Figlioli

Marsala

Dal campanile all'asse

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mercoledì 13 Giugno 2018 - 07:00

Tra Marsala e Trapani, si sa, c’è sempre stata una certa rivalità. Un po’ come tra Palermo e Catania. Difficile stabilire con esattezza quando sia cominciata: chi vive in queste due comunità ricorda fin dall’infanzia sfottò e battute tipiche di un radicato campanilismo, peraltro piuttosto radicato nel meridione d’Italia tra città e paesi vicini tra loro o in concorrenza per qualche particolare primato. Spesso, però, tale rivalità è andata ben oltre la goliardia popolare o il tifo da stadio, per approdare alla politica. La storia recente è ricca, a riguardo, di momenti e situazioni in cui rappresentanti istituzionali dei due principali centri della provincia si sono lasciati andare a dispetti e rappresaglie, come dimostra anche la nota vicenda dell’aeroporto “Vincenzo Florio” di Birgi (con l’annosa vertenza dei taxi o quella relativa all’intestazione Trapani-Marsala che molti lilybetani invocano da tempo), così come la vecchia storia dei fanghi che furono trasferiti d’urgenza dal porto del capoluogo alla colmata di Casabianca alla vigilia dell’America’s Cup.
Al di là delle pur importanti questioni simboliche, ci sono poi altre vicenda in cui le due città si sono raramente mostrate capaci di collaborare, laddove una logica di rete avrebbe innescato circoli virtuosi per entrambe. A poche ore dall’elezione a sindaco del capoluogo di Giacomo Tranchida, la sensazione è che ci possa essere una svolta in tal senso. Tranchida ha inserito nella sua squadra assessoriale una marsalese (la dipendente comunale Andreana Patti) nota per la sua competenza in materia di progettazione comunitaria e ha voluto vicino a sé anche l’ex consigliere provinciale Giovanni Ferracane, che con generosità si è messo in gioco per una candidatura consiliare che difficilmente lo avrebbe potuto portare all’elezione. Tranchida ha anche buoni rapporti con il consigliere comunale marsalese Daniele Nuccio e con tanti ex Ds, tra cui il sindaco Alberto Di Girolamo e il suo vice, Agostino Licari. D’altra parte, il primo cittadino marsalese è stato per anni primario del reparto cardiologia di Trapani e da quando guida l’amministrazione lilybetana ha sempre cercato di portare avanti un lavoro di rete con gli altri Comuni, come dimostra l’impegno su Area Vasta, Agenda Urbana e quello, più recente, sulla cabina di regia per il nuovo accordo di co-marketing.
Ci sono dunque, mai come in questa fase, condizioni reali per privilegiare la logica dell’alleanza a quella del conflitto. E chissà che nel giro di qualche anno ciò non comporti la realizzazione di una serie di progetti che possano migliorare la rete dei collegamenti tra le due città più popolose della provincia e una più virtuosa gestione del rapporto tra i Comuni e l’aeroporto. Senza dimenticare altri temi di grande interesse per l’economia del territorio, dalla portualità al turismo, passando per la capacità di mettere a frutto un’idea di distretto culturale che dovrebbe chiaramente comprendere anche gli altri centri della provincia. Uno scenario che potrebbe davvero cambiare i destini di questa terra, che ha pagato sulla sua pelle (e per troppo tempo) il prezzo della propria frammentazione e la mancanza di una visione strategica di sviluppo.

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