Dall’Ato all’Aro, passando dal nuovo contratto per la raccolta dei rifiuti. Licari: “Aumentando la differenziata il servizio ci costerà meno”

Vincenzo Figlioli

Dall’Ato all’Aro, passando dal nuovo contratto per la raccolta dei rifiuti. Licari: “Aumentando la differenziata il servizio ci costerà meno”

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martedì 17 Novembre 2015 - 06:45

Il tema dei rifiuti è destinato a caratterizzare gran parte del dibattito politico marsalese nel 2016. Quello che verrà sarà infatti l’ultimo anno in cui sarà in vigore il contratto che lega l’Aimeri Ambiente all’Ato Tp 1 “Terra dei Fenici”. Dal 2017 sarà un nuovo appalto a disciplinare il servizio di raccolta sul territorio, con la grande novità che, per quanto riguarda Marsala, sarà costituita dall’Aro, l’ambito di raccolta ottimale che circoscriverà il servizio ai confini lilibetani. Un passaggio su cui l’amministrazione Di Girolamo e, in particolare, l’assessore ai servizi Agostino Licari hanno scommesso molto nella speranza di contenere le spese e migliorare le prestazioni. Un auspicio condiviso anche dal Consiglio comunale, che nelle scorse settimane ha approvato la delibera che, di fatto, dava il via libera alla costituzione dell’Aro.

Dopo il passaggio a Sala delle Lapidi, quali sono i prossimi passi?

Adesso dobbiamo preparare il piano di intervento, che per noi avrà un ruolo molto importante. Lo stileremo assieme ai cittadini e alle associazioni, com’è giusto che sia, visto che la raccolta dei rifiuti incide sul bilancio comunale per una somma pari a 16 milioni di euro. Dopo di che, l’approvazione definitiva spetterà alla Regione. Solo a quel punto potremo predisporre gli atti per la gare.

C’è la possibilità che si torni alla raccolta in house?

La legge ci dà la facoltà di scegliere. Per quanto ci riguarda, però, non ci sono più le condizioni per una gestione in house, né per la costituzione di una società mista a capitale pubblico e privato che si occupi della raccolta dei rifiuti, visto che il governo Renzi sta dando indicazioni ben precise per la dismissione delle partecipate, rivelatesi spesso fonte di sprechi e scandali.

Col nuovo appalto prevedete delle novità?

L’appalto attuale ha avuto alcuni limiti. Non mi riferisco al lavoro di raccolta dell’Aimeri, che a volte è stato insoddisfacente, ma che adesso viene fatto meglio. Tuttavia, occorre fare ancora di più. A breve bisognerà effettuare una bonifica generale del territorio, in modo che si possa ripartire da zero. Dopo di che, toccherà ai cittadini collaborare di più per mantenere la città pulita. Tornando al prossimo appalto, il piano di intervento che abbiamo in mente, prevede un obiettivo ben preciso: ridurre i costi del servizio, innalzando la qualità. Tutto ciò, salvaguardando i posti di lavoro. Puntiamo ad arrivare al 70-80% di differenziata e questo ci consentirà di avere una forte riduzione dei costi del servizio e un ambiente più salubre.

Come ci si arriva?

Insistendo sulla logica delle premialità, che verranno inserite sia per i cittadini virtuosi che per i lavoratori della ditta che vincerà l’appalto, che avranno un aumento della busta paga se verrà dimostrato che avranno contribuito a differenziare i rifiuti, secondo un meccanismo che è già stato adottato in alcuni Comuni del Trentino e della Sardegna.

Quali sono stati i principali limiti dell’appalto attualmente vigente?

Le amministrazioni hanno avuto una capacità di intervento molto limitata. Noi pensiamo di inserire strumenti di controllo, ad esempio sull’effettivo spazzamento delle strade. Stiamo valutando diverse opzioni, anche l’utilizzo di un servizio gps sulle macchine spazzatrici che consentirebbe un monitoraggio costante.

Il servizio di raccolta costa circa 16 milioni. Fino a che punto si può risparmiare?

In realtà la raccolta costa 10 milioni, cui si aggiungono 6 milioni di costi di conferimento in discarica dei rifiuti non differenziati. Noi non intendiamo agire sul costo del lavoro che viene effettuato dai dipendenti della società che cura il servizio, né sul porta a porta, che anzi vorremmo potenziare. Intendiamo invece risparmiare riducendo il quantitativo di rifiuti che finiscono in discarica, che attualmente costituiscono il 62% del totale, mentre quelli differenziati hanno raggiunto il 38%. Rispetto a quando si è iniziato con il porta a porta siamo migliorati molto, ma dobbiamo portare il dato sui rifiuti differenziati al 70-80%. E’ questa la strada che consentirà ai cittadini di pagare meno per la Tari e di avere un ambiente più salubre.

Rifiuti zero” è un’utopia o un obiettivo realmente raggiungibile?

Quello per noi resta l’obiettivo finale. Ma ci vorrà più tempo. E’ nostra intenzione lavorare molto con le scuole, attraverso campagne di informazione e di sensibilizzazione mirate. Dobbiamo fare in modo che le nuove generazioni crescano con la cultura “rifiuti zero”, abituandoli a differenziare di più, a utilizzare maggiormente i contenitori e a ridurre l’utilizzo di involucri e sacchetti.

A proposito: davanti a molti palazzi, la sera, vediamo montagne di sacchetti. Risulta difficile distinguerne il contenuto e siamo convinti che spesso non lo si fa. Non si potrebbero fornire bidoni in plastica per la differenziata a quei condomini che ne sono sprovvisti?

Stiamo invitando Aimeri Ambiente a fornire nuovamente i bidoni e i sacchetti colorati, com’è stato fatto all’inizio, oltre che a migliorare le isole ecologiche. Prevediamo, a tal riguardo, di togliere quella che era stata attivata in via sperimentale a Sappusi, dove si tornerà al porta a porta. Inoltre, intendiamo aumentare i controlli sul territorio, attraverso la videosorveglianza, anche perché stiamo notando che ad un miglioramento del servizio da parte dell’Aimeri non sta corrispondendo un comportamento più adeguato da parte dei cittadini. Non vorremmo inasprire le sanzioni, ma se saremo costretti lo faremo.

Tra i punti all’ordine del giorno in Consiglio comunale c’è anche quello che riguarda l’ampliamento dell’impianto della Sarco. Che ne pensa?

Da un punto di vista urbanistico tutta la documentazione è in regola. Tuttavia, da una valutazione complessiva da parte dei consiglieri mi risulta che sono emerse delle perplessità a proposito dell’impatto ambientale. Si tratta di rifiuti di un certo tipo, come l’eternit, in prossimità di una zona particolare, vicino a un presidio sanitario come il canile municipale. So che si sta conducendo un approfondimento generale in modo da saperne di più, dopo di che sarà il Consiglio a decidere.

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