Danni causati dalla siccità: la Copagri di Trapani chiede un intervento all’assessore Cracolici

redazione

Danni causati dalla siccità: la Copagri di Trapani chiede un intervento all’assessore Cracolici

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venerdì 25 Agosto 2017 - 10:35

La Copagri di Trapani ha inviato una lettera all’assessore regionale dell’agricoltura Cracolici chiedendo un pronto intervento a sostegno dell’agricoltura siciliana e soprattutto quella trapanese, per i danni subiti per la prolungata siccità che ha colpito il territorio.
In seguito alla conclusione dei lavori di monitoraggio richiesti dall’assessore Cracolici alle sezioni territoriali dell’Ispettorato dell’agricoltura, la Copagri chiede un intervento immediato, “senza aspettare la scadenza elettorale del prossimo 5 novembre, per dimostrare agli agricoltori siciliani che l’economia agricola è di primaria importanza. Invitiamo l’Assessore Cracolici –  afferma Pino Aleo, Presidente Provinciale della Copagri –  a volere esaminare le seguenti agevolazioni, tra l’altro richieste dagli agricoltori, durante una assemblea tenuta, la scorsa settimana a Trapani: contributi in conto capitale fino all’80% del danno sulla produzione lorda vendibile; prestiti ad ammortamento quinquennale per le maggiori esigenze di conduzione aziendale; proroga delle rate delle operazioni di credito in scadenza nell’anno in cui si è verificato l’evento calamitoso; esonero parziale del pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali in scadenza nei dodici mesi successivi alla data in cui si è verificato l’evento; aumento dei de-minimis da 7.500,00 a 30.000,00 per ditte individuali e da 250 mila a 350 mila per aziende associate, cantine sociali e cooperative; capitalizzazione debiti aziende agricole da ammortizzare in 10 anni con un abbattimento pari al 40%; contributo per la maggiore spesa per l’approvvigionamento acque per irrigare i campi, quali gasolio e costi consortili. Speriamo – conclude Aleo – che le nostre richieste non siano” lettera morta” o addirittura cestinate. Se dovesse succedere, speriamo di no, saremo pronti, dopo la vendemmia, a scendere in piazza per rivendicare i nostri diritti”.

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