Danni da Triv

Claudia Marchetti

Apertura

Danni da Triv

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sabato 12 Marzo 2016 - 07:03

Abbiamo deciso di schierarci, come testata, per far votare SI al referendum contro le trivelle sul Mare Mediterraneo, il prossimo 17 aprile. Abbiamo aderito al comitato fondato da Legambiente Marsala e sostenuto una campagna #notriv a partire dal nuovo logo. I motivi che ci hanno portato a questa presa di posizione sono più di uno. Innanzitutto non vogliamo che i nostri mari si macchino delle scie di inquinamento delle piattaforme. I dati elaborati da GreenPeace parlano chiaro: la contaminazione da parte delle sostanze chimiche lasciate dalle piattaforme vanno oltre i limiti consentiti dalla legge ed i parametri ambientali sono oltre i limiti per almeno due sostanze nel 67% dei campioni analizzati nel 2012, nel 71% nel 2013 e nel 67% nel 2014. Siamo contrari anche “all’assalto” petrolifero che si sta abbattendo nelle coste siciliane: il Decreto Sviluppo che è stato approvato, porta a 37 le richieste per cercare petrolio nel Canale di Sicilia ed Edison vuole collocare una nuova piattaforma anche al largo di Pozzallo. “In un momento di crisi economica come questo è inammissibile che il Governo privilegi gli interessi delle grandi compagnie petrolifere”, fanno sapere da GreenPeace che ha lanciato le campagne “No triv”, “U mari un si spirtusa”, “Non è un Paese per fossili”. Le conseguenze di questo inquinamento si abbatteranno inevitabilmente sull’ecosistema, sulla flora e sulla fauna. Ad esserne più a rischio – secondo i dati resi noti dall’Ente ambientalista – sono le cozze. Dai campioni raccolti pare che le sostanze rinvenute dall’Ispra siano cancerogene: addirittura da oltre vent’anni le cozze vengono raccolte da pescatori romagnoli e poi commercializzate, le chiamano “cozze da piattaforma”. Quelle che poi finiscono sulle nostre tavole, per intenderci. Ieri inoltre, è giunta una discutibile circolare ministeriale che obbliga i sindaci a non fare propaganda elettorale in vista del referendum del 17 aprile. Una sorta di bavaglio che ci pone di fronte a tanti dubbi e tanti quesiti. Come afferma la normativa “… il personale amministrativo è tenuto ad osservare le circolari sempre che esse non siano in contrasto con la legge”. Ma a ben guardare la legge sulla propaganda elettorale, questa disciplina gli spazi e le affissioni vietando i comizi elettorali il giorno prima delle elezioni. Mentre l’articolo 21 della Costituzione afferma la libertà di pensiero e di parola espressa con ogni mezzo. Ma c’è da chiedersi: cosa accadrà a quei sindaci che prima della circolare avevano espresso il proprio parere sul referendum? Al sindaco di Petrosino per esempio, che si era detto contrario alle trivelle? Ciò non è accaduto nel comune di Marsala, ma i gruppi consiliari lilybetani si sono schierati per far votare SI… quali malumori si apriranno adesso all’interno della politica locale? Ai posteri…

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