Docenti e studenti in corteo a Palermo contro il ddl “La Buona Scuola”

Vincenzo Figlioli

Docenti e studenti in corteo a Palermo contro il ddl “La Buona Scuola”

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martedì 05 Maggio 2015 - 17:12

C’erano circa 400 insegnanti della provincia di Trapani a Palermo per la mobilitazione contro la riforma della scuola del governo Renzi. Sei pullman organizzati dai sindacati (Cgil, Cisl, Uil, Gilda e Snals) sono partiti in mattinata verso il capoluogo, raggiungendo i circa 20.000 partecipanti al corteo che ha attraversato per circa un chilometro le vie del centro di Palermo, fino a concludersi davanti al Teatro Massimo. Tante adesioni anche da parte degli studenti e dei genitori, che hanno condiviso le ragioni dei manifestanti.

“Noi ascoltiamo, perché è giusto ascoltare, ma siamo il primo governo che mette 3 miliardi sulla scuola”, ha replicato Renzi a chi gli chiedeva un commento sulle iniziative che si sono tenute nelle varie piazze italiane. In realtà, i docenti che hanno manifestato a favore di una scuola democratica e per la libertà di insegnamento, non appaiono molto convinti rispetto all’investimento dell’esecutivo, come sottolinea la professoressa Gabriella Bustini: “Dopo aver letto le 140 pagine del ddl, assieme ai miei colleghi ci siamo accorti che i soldi che dovrebbero essere stanziati non andrebbero a coprire nemmeno le nuove assunzioni. E i docenti che hanno lavorato in maniera poco dignitosa nel precariato, avrebbero un contratto a tempo determinato che dovrebbe essere rinnovato dopo tre anni”.

Tra i punti più controversi, quello riguardante i maggiori poteri che il ddl “La Buona Scuola” vorrebbe assegnare ai dirigenti scolastici, fino a consentire loro di indicare a propria discrezione i docenti. “Il rischio – spiega l’insegnante Gabriella Bustini – è che alcuni dirigenti individuino gli insegnanti per il proprio istituto sulla base dell’orientamento politico, intaccando la poliedricità che dovrebbero avere le scuole italiane”. Al di là di tutto, è chiaro che il mondo dell’istruzione avrebbe bisogno di investimenti reali, in linea con lo spirito dei tempi. Tra le richieste, la capacità di accogliere le sfide della contemporaneità, in cui convergono stili di vita e modelli di cittadinanza diversi. Infine, una riflessione su alcune recenti dichiarazioni del Ministro Giannini: “E’ sbagliato dire che la scuola deve sfornare lavoratori. Deve preparare cittadini che possano vivere in questa nostra Italia tenendo presente i valori politici e libertari più importanti, per i quali tanti hanno combattuto prima di noi”.

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