E’ morto il magistrato Pietro Giammanco. Guidò la Procura di Palermo scontrandosi con Falcone e Borsellino

redazione

E’ morto il magistrato Pietro Giammanco. Guidò la Procura di Palermo scontrandosi con Falcone e Borsellino

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domenica 02 Dicembre 2018 - 12:19

E’ morto a 87 anni a Palermo l’ex procuratore Pietro Giammanco. Fu alla guida della Procura di Palermo dal 1990 al 1992. La sua gestione viene ricordata per la forte contrapposizione con Giovanni Falcone, che riteneva frenasse le indagini sui rapporti tra mafia e politica. Proprio Giammanco, procuratore aggiunto a Palermo fino al ’90, fu preferito dal Csm a Falcone per guidare la Procura palermitana. Dopo la Strage di Capaci fu protagonista di duri scontri anche con Paolo Borsellino, a cui negò la delega a indagare su Palermo, salvo comunicargli di aver cambiato idea con un’improvvisa telefonata (alle 7 del mattino) avvenuta il 19 luglio del 1992, qualche ora prima che si consumasse la Strage di via D’Amelio. Una circostanza testimoniata dai familiare del magistrato palermitano ucciso da Cosa Nostra.

Pietro Giammanco

Pietro Giammanco

Dopo la morte di Borsellino, otto sostituti procuratori si sono rivoltati contro la sua gestione, a cui viene addebitata la responsabilità di avere progressivamente isolato Giovanni Falcone, inducendolo ad andare via dalla Procura di Palermo. Quella clamorosa presa di posizione innescò un conflitto interno alla Procura di Palermo che costrinse il Consiglio Superiore della Magistratura ad intervenire, inducendo il procuratore Giammanco a chiedere il trasferimento. Al suo posto arrivò Giancarlo Caselli nel gennaio 1993. Giammanco venne trasferito in una sezione penale della Cassazione, e andò in pensione nel 2000.

Politicamente era considerato vicino alla corrente andreottiana in Sicilia, che aveva il suo principale punto di riferimento in Salvo Lima.

Con Giammanco va via un pezzo importante di una stagione che porta con sé molti veleni e molti segreti, al di là di quanto già emerso con il processo e le indagini sulla Trattativa tra i boss mafiosi e alcuni apparati dello Stato italiano.

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