Eden: Continua la requisitoria del Pubblico Ministero

Gaspare De Blasi

Eden: Continua la requisitoria del Pubblico Ministero

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venerdì 27 Febbraio 2015 - 10:51

I pm della Dda Paolo Guido e Carlo Marzella hanno iniziato la requisitoria nel processo che si sta celebrando davanti al Tribunale di Marsala (presidente del collegio: Gioacchino Natoli). Il procedimento è scaturitodall’operazione antimafia “Eden” (13 dicembre 2013). Imputati Anna Patrizia Messina Denaro, Francesco Guttadauro (rispettivamente sorella e nipote del boss latitante), e Antonino Lo Sciuto. Con loro anche Vincenzo Torino, accusato di intestazione fittizia di beni, e inoltre Girolama La Cascia quest’ultima per false dichiarazioni rese al pubblico ministero. Secondo l’accusa, la Cascia sarebbe vittima di estorsione ad opera di Anna Patrizia Messina Denaro. La sorella del boss Matteo avrebbe preteso una parte (70 mila euro) dell’eredità ricevuta da un’anziana possidente, Caterina Bonagiuso, che era sua madrina di battesimo. Nel testamento però, la Messina Denaro non viene citata. La Cascia però ha dichiarato di averle versato la somma affermando che poco prima di morire la Bonagiuso le aveva riferito di dare quella somma alla sua figlioccia. “E’ escluso – ha detto il pm Marzella– che nel febbraio 2012 la Bonagiuso fosse in grado di parlare”. In avvio di requisitoria, il pm Guido ha ricordato di quanto emerso circa le voci che in carcere, a Rebibbia, nel 2013, si erano diffuse su un possibile pentimento di Giuseppe Grigoli, ex “re dei supermercati Despar” in Sicilia occidentale che era stato condannato per associazione mafiosa. Gricoli era notoriamente ritenuto braccio di Matteo Messina Denaro del quale curava gli aspetti economici. In uno dei colloqui tra la sorella del boss e il marito detenuto Vincenzo Panicola, colloqui, intercettati in audio-video, quest’ultimo chiese alla moglie se fosse vero, come faceva intendere Grigoli in carcere, che era stato “autorizzato a parlare” in nome e per conto di Matteo Messina Denaro. Dichiarando che era stato costretto a versare denaro alla mafia, ma che non fosse colluso. Panicola chiese, alla moglie di rivolgersi al fratello Matteo per sapere se quanto diceva Grigoli corrispondeva a verità. “Anna Patrizia Messina Denaro – ha affermato il pm Guido – durante un colloquio successivo con il marito ha raccontato testualmente in riferimento a Gricoli le parole del fratello boss latitante:: ‘’Che nessuno lo tocchi. “Lassatilu ire. Chiù dannu po’ fari, chiossai, pi deci volte. Una catastrofe. No, unn’avi raggiune, (non era stato autorizzato, ndr). Perciò se qualcuno ti spia, ci dici lassatilu ire’’. Insomma, il boss non aveva autorizzato Grigoli ad aprire bocca, ma operare una ritorsione immediata su di lui avrebbe potuto provocare grossi danni al clan Messina Denaro.

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