Entra nel vivo il  processo “stralcio” Eden 2, in tre alla sbarra

redazione

Entra nel vivo il  processo “stralcio” Eden 2, in tre alla sbarra

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mercoledì 09 Settembre 2015 - 17:33

Libera si è costituita parte civile. La prossima udienza nel Tribunale di Marsala il 23 settembre

È entrato nel vivo, innanzi al Tribunale collegiale di Marsala presieduto dal giudice Sergio Gulotta, il processo “stralcio” scaturito dall’operazione antimafia “Eden 2” che risale allo scorso 19 novembre. In particolare le parti – ossia il pubblico ministero della Dda Maurizio Agnello e i legali dei tre imputati hanno avanzato le richieste delle prove da ammettere al dibattimento, cioè la lista dei testimoni ed eventuali documenti. Nel corso dell’udienza è stato anche modificato il capo d’imputazione a carico di Andrea Pulizzi ed è anche stato ascoltato uno dei testi indicati nella lista del pm.  Questi gli imputati: i castelvetranesi Vito Tummarello, di 54 anni, e Luciano Pasini, di 27, e il marsalese Andrea Pulizzi, di 50. Tummarello e Pasini, difesi rispettivamente dagli avvocati Ferro e Incandela,  sono accusati di una rapina avvenuta nel novembre 2013 a Campobello di Mazara ai danni di una agenzia della ditta Tnt. Secondo la pubblica Accusa il basista della rapina sarebbe stato Pasini, che era dipendente dell’azienda. Ad architettare “il colpo”, sempre secondo la Dda, sarebbe stato Girolamo Bellomo detto “Luca”, nipote del superlatitante Messina Denaro, palermitano di 37 anni, che innanzi al Gup di Palermo ha chiesto di essere giudicato con rito abbreviato. Proprio sulla rapina ha testimoniato il responsabile amministrativo della “AG Trasporti”, Caudullo: “In sette o otto – ha detto in aula – si sono introdotti vestiti da poliziotti, ma con passamontagna. Hanno chiuso gli impiegati in un gabbiotto e hanno svaligiato un camion”. Tummarello è anche accusato di estorsione al titolare di un ristorante-pizzeria di Castelvetrano, Giovanbattista Ligambi che secondo l’Accusa sarebbe stato costretto a tirare fuori il denaro dovuto per aver rilevato il locale. Quanto al marsalese Andrea Pulizzi non è imputato di associazione mafiosa, ma è accusato di essersi introdotto nel sistema informato della Motorizzazione per “finalità estranee a quelle d’istituto”. Avrebbe cioè fornito dei dati avrebbero potuto essere utili per la latitanza della “Primula rossa”, ma nel corso dell’udienza la posizione di Pulizzi è stata alleviata. Infatti in seguito all’acquisizione della  documentazione fornita dall’avvocato Stefano Pellegrino, difensore di Pulizzi, il pm ha chiesto la modifica del capo d’imputazione. Prima infatti Pulizzi era accusato di avere fornito dati a Francesco Guttadauro, nipote di Matteo Messina Denaro, ora l’accusa è di avere fornito dati a persone che poi li avrebbero fatti avere a Guttadauro. La prossima udienza è stata fissata per il 23 settembre, alle 15. L’associazione Libera – assistita dall’avvocato Domenico Grassa – si è costituita parte civile.

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