Enzo Zerilli (Amici del Terzo Mondo): “Intorno all’accoglienza si sta costruendo un vero e proprio business”

Vincenzo Figlioli

Enzo Zerilli (Amici del Terzo Mondo): “Intorno all’accoglienza si sta costruendo un vero e proprio business”

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sabato 05 Luglio 2014 - 08:44

La presa di posizione del sindaco Giulia Adamo sulla trasformazione del Borgo della Pace in Centro per richiedenti asilo ha riportato alla ribalta il tema dell’accoglienza dei migranti sul territorio. Come spiegato dal prefetto Falco, sono sei le strutture attualmente destinate a questo scopo nel marsalese. Il presidente dell’associazione “Amici del Terzo Mondo” Enzo Zerilli chiede da tempo un coordinamento tra le diverse realtà del territorio per fronteggiare nella maniera migliore possibile questa situazione.

Partiamo da una valutazione sul funzionamento di questi centri…

Ovviamente non siamo preoccupati dalla presenza di migranti sul nostro territorio, perchè riteniamo che per la città possa essere un’occasione di confronto e di crescita. In questa fase, però, riscontriamo che intorno all’accoglienza si sta costruendo un vero e proprio business, approfittando dell’emergenza di questi mesi. Constatiamo infatti che la provincia di Trapani, con 27 centri, è il territorio in cui sono state più strutture d’accoglienza in Italia.

Cosa pensate della recente nota del sindaco Adamo sul Borgo della Pace?

Per quanto mi riguarda non esiste una zona in cui non si possano ospitare richiedenti asilo. Non vedo contraddizioni con la presenza di turisti. Mi auguro che la presa di posizione del sindaco non nasca da questioni politiche. Al di là di tutto, come chiedo da anni ai diversi assessori alle politiche sociali che si sono avvicendati, ritengo che si dovrebbe creare un tavolo per coordinare le azioni da intraprendere ogni qual volta la città viene chiamata a dare delle risposte umanitarie.

Come dovrebbero funzionare i centri d’accoglienza sul territorio?

Come detto, ci vorrebbe un coordinamenti tra istituzioni, associazioni e società civile, in modo da evitare che queste strutture si trasformino in dormitori in cui i richiedenti asilo attendono per mesi e talvolta per anni il famoso colloquio con la commissione prefettizia. Bisogna avviare attività che consentano loro di cominciare a sentirsi parte attiva della comunità, favorire l’inserimento scolastico e lavorativo. E’ importante puntare su laboratori linguistici, attività ludiche, momenti di incontro con la città di cui i richiedenti possano essere pienamente protagonisti. Tutto questo deve servire affinchè la lunga attesa a cui queste persone sono costrette possa essere proficua per il loro futuro.

Notiamo che la maggiore presenza di migranti sul nostro territorio sta stimolando sentimenti di diffidenza e paura in una parte della cittadinanza. Come si può intervenire su quest’aspetto? 

Le elezioni europee hanno dimostrato come in tutto il continente i partiti che alimentano odio razziale e sentimenti xenofobi abbiano raccolto molti consensi. Bisogna lavorare sul piano culturale, cominciando a sfatare i vari luoghi comuni di cui continuiamo a sentire parlare, quando ci dicono che lo Stato dà loro 30 € al giorno, le schede telefoniche e tanto altro. O quando si continua a dire che vengono a rubarci il lavoro…

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