“Il fatto non sussiste”, Ignazio Errera assolto dall’accusa di bancarotta

Chiara Putaggio

“Il fatto non sussiste”, Ignazio Errera assolto dall’accusa di bancarotta

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mercoledì 18 Marzo 2015 - 18:56

Il difensore Diego Tranchida: “Come ci aspettavamo è stato emesso verdetto assolutorio con la formula più ampia”

Il Tribunale collegiale di Marsala ha emesso verdetto di assoluzione in formula piena per Ignazio Errera, accusato di bancarotta. Nella precedente udienza il pm Norzi aveva chiesto la condanna a 3 anni e 6 mesi di reclusione, ma il Tribunale presieduto dal giudice Gulotta ha accolto la tesi difensiva secondo cui “il fatto non sussiste”. I fatti sono del 2003 e riguardano il periodo in cui l’imputato era amministratore della “Errera Calcestruzzi”. Già durante la requisitoria il pm aveva chiesto l’assoluzione dall’accusa del reato di distrazione dei beni aziendali, ma secondo il pubblico ministero le scritture contabili non sarebbero state tenute correttamente. Il difensore Diego Tranchida già dopo la precedente udienza aveva dichiarato: “È già davvero significativa la richiesta di assoluzione avanzata dal pm in relazione alla contestata distrazione dei beni aziendali, pure imputata ad Ignazio Errera quale amministratore della Errera Calcestruzzi, perché ritenuta l’accusa non fondata come peraltro già accertato dalla perizia del consulente del Tribunale. È del tutto infondata, in ogni caso, la richiesta di condanna per la distrazione di alcuni incassi perché solo pochi di essi non recano le dovute annotazioni di cassa, ma, in vero, si tratta di qualche annotazione che potrebbe essere state apprestata da chi gli è succeduto, non essendo ancora decorso il termine di sessanta giorni previsto per legge, e comunque ammontano a qualche migliaio di euro. In relazione alla bancarotta documentale, infine, il fatto non sussiste in quanto è lo stesso perito del Tribunale che ha riscontrato la regolare tenuta delle scritture contabili della società durante la tenuta in carica di Ignazio Errera. Dunque mi aspetto l’assoluzione con la formula più ampia”.  Il collegio presieduto dal giudice Sergio Gulotta ha emesso sentenza assolutoria.

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