Fedeli… alla linea

Claudia Marchetti

Marsala

Fedeli… alla linea

Condividi su:

sabato 24 Giugno 2017 - 07:30

“Quante buche servono per riempire la Albert Hall?”. Era l’unica cosa che riuscivo a domandarmi ascoltando la discografia dei Beatles. Mi sembrava comunque avesse una logica. Oggi però – varcando la soglia epocale della libertà sessuale e il boom dell’LSD – la mia fantasia è stata superata dalla seconda prova di Maturità: come funziona una bici a ruote quadrate? E quanto potrà percorrere? L’unica cosa che mi viene da rispondere è “… la stessa distanza di un encefalo piatto”. Ma io ho fatto il Commerciale e, ai tempi della scuola, al massimo mi chiedevo dove andasse a finire la voce “Fondi per rischi e oneri”. Da una breve ricerca fatta sul web, ho scoperto incredibilmente, che una bici a ruote quadrate esiste, ma al MoMath-Museum of Mathematics negli States, padiglione dedicato ai giochi matematici.

Fu il professor Stan Wagon a “scoprire” come e quanto potesse pedalare una bici a ruote quadrate. Neanche Albert Einstein c’aveva pensato. Lui aveva mirato troppo in alto, all’Universo e alla sua relatività. Detto ciò, constato che il Miur, il caro Ministero della Pubblica Istruzione diretto da Valeria Fedeli, ha una realtà del mondo scolastico pari a 0. Non so quanti siano gli studenti italiani che abbiano studiato certe problematiche motrici, o chi si sia approcciato, alle Superiori, alla poetica e al pensiero di Giorgio Caproni, così come non so quanto importante sia comparare le realtà economiche di Usa e Regno Unito… ma so benissimo che quello che viviamo quotidianamente è una realtà non meritocratica in cui ogni settore della vita e della società sembra non funzionare.

Dalla Sanità (vaccini ed eutanasia ne sono la prova) fino al Lavoro (Jobs Act e voucher), perché non chiedere ai ragazzi cosa ne pensano del nostro Stato che, nell’imminente futuro che li attende dopo il diploma, è sempre più buio e “migrante”? Certo che la Fedeli ed il suo Governo, per il vero, non dovrebbero stupirci più di tanto. Perché con la riforma scolastica e i disastri causati agli insegnanti con trasferimenti e concorsi, avremmo dovuto capire sin da subito che di immaginazione ne avrebbero avuta tanta. Adesso mi sovviene una domanda da porre direttamente ai piani alti: non sarà che la fantasia percorsa dai nostri governanti e la mobilità docenti siano due rette parallele che non si incontrano mai?

Condividi su: