Festival del Giornalismo d’Inchiesta: l’ennesima occasione persa per il territorio

redazione

Festival del Giornalismo d’Inchiesta: l’ennesima occasione persa per il territorio

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giovedì 27 Ottobre 2016 - 17:16

In questi mesi tantissime persone ci hanno chiesto che fine abbia fatto il Festival del Giornalismo d’Inchiesta di Marsala. E non passa giorno che la pagina facebook dedicata a quell’evento non venga visitata o qualcuno ci scriva dalle parti più disparate d’Italia per sapere se quest’anno il festival si terrà.
I più interessati sono stati proprio gli albergatori, i ristoratori, le agenzie di viaggio, le tipografie, i fonici, gli artisti, e tutti gli operatori del territorio che avevano avuto modo di collaborare e lavorare col festival e al festival, consapevoli più di altri del ritorno economico e di immagine di un evento capace di spostare il dibattito e l’attenzione nazionale su Marsala e le sue bellezze. Perché questo è stato il festival, un evento capace di portare a Marsala centinaia di giornalisti e intellettuali da tutta Italia, una sorta di raduno del giornalismo indipendente che ha visto durante le sue 3 edizioni alternarsi sul palco Marco Travaglio, Peter Gomez, Luca Telese, Gianni Riotta, Carmen Lasorella, Antonio Padellaro, Francesco Piccolo, ecc., ospitare spettacoli di Neri Marcorè, Massimo Carlotto, Ascanio Celestini, la PFM, Mannarino, David Riondino, Serena Dandini, Lella Costa, Marco Paolini, Paolo Fresu, Fabrizio Bosso, Vinicio Capossela offerti al pubblico gratuitamente o a prezzi politici.
Il festival ha fatto in modo che per alcuni giorni Marsala diventasse il centro del dibattito nazionale: qui si sono riuniti i più importanti giornalisti d’inchiesta del Paese, durante gli ultimi anni del berlusconismo, e hanno deciso di dare l’annuncio della nascita de “Il Fatto Quotidiano”, una delle operazioni editoriali – comunque la pensiate – che di più ha cambiato il panorama dell’informazione degli ultimi decenni; a Marsala intervenne, per parlare di informazione dal basso, un ancora misconosciuto Gianroberto Casaleggio, che di lì a poco sarebbe salito alle cronache come uno dei fondatori del Movimento 5 Stelle. Al festival hanno voluto mandare loro contributi il premio Nobel Dario Fo e Roberto Saviano e hanno partecipato personalità come Pina Maisano Grassi, Nando dalla Chiesa, Antonio Ingroia, Roberto Scarpinato (indimenticabile la standing ovation che gli tributò un teatro Impero gremito fino all’inverosimile durante l’ultima serata del Festival 2009). E tanto altro potrei raccontare a cominciare dai sorrisi, dall’orgoglio delle giovani e dei giovani volontari, marsalesi e non, venuti da tutta Italia senza il cui aiuto il Festival non sarebbe stato possibile.
Un festival complicato che doveva gestire tra i 50 e i 70 ospiti provenienti da tutta Italia per tre/quattro giorni, su due aeroporti (Trapani e Palermo), su vari alberghi, una decina di conferenze, eventi e spettacoli al giorno. Un festival pensato dall’agenzia Mismaonda e da noi dell’agenzia Communico come un evento capace, già dalle prime edizioni, di misurarsi alla pari con i grandi festival culturali nazionali. Coscienti che eventi culturali di tale portata possono a lungo termine portare grandi benefici al territorio sotto il profilo culturale, turistico ed economico. Tenendo conto che diversi studi sul marketing territoriale dimostrano come per ogni euro investito a favore di eventi capaci di diventare un importante appuntamento fisso sul territorio ne ritornano almeno 10. Per questo comuni come Ferrara, Mantova, Torino, Perugia, San Vito Lo Capo, hanno investito in questi anni su grandi eventi dal Festival della letteratura di Mantova, al Festival della Filosofia di Perugia, Al Festival di Internazionale di Ferrara fino al vicino Cous Cous Fest.
Il Festival del Giornalismo d’inchiesta, che certamente necessitava di un investimento importante da parte del Comune, già dalle sue prime edizioni (cosa rarissima) aveva avuto la capacità di attrarre sponsor privati: Confindustria Sicilia, Camera di Commercio, Sigel, Zicaffè, Consorzio del Vino Marsala, Distilleria Bianchi e altre aziende vinicole marsalesi. E a proposito dei costi va comunque ricordato che, grazie anche alla collaborazione della casa editrice Chiarelettere, l’intero Festival costava tanto quanto gli altri festival nazionali della stessa caratura investono nella sola comunicazione o negli allestimenti.
Il Festival ha avuto pochi detrattori, ma accaniti, come sempre succede in Sicilia: chi si sente fuori della partita, chi non ha avuto l’idea, chi non viene invitato o coinvolto, vive come violenza qualunque cosa facciano gli altri e quindi mette in dubbio la bontà della cosa. Questo è successo anche per il Festival ma lo avevamo messo in conto e comunque è stato ampiamente ripagato dalle migliaia di persone accorse per seguire l’evento e dai sorrisi e dall’entusiasmo di tutti i giovani volontari che hanno partecipato. E non sono mancati gli avversari politici: l’organizzazione delle prime due edizioni del Festival in una città guidata da un sindaco con la tessera del Pdl (Renzo Carini) non fu gradita dai big siciliani del partito, come Angelino Alfano e Antonio D’Alì. Figuratevi che lo stesso Pdl di Marsala mandò agli organi di informazione un comunicato in cui tra le condizioni che venivano poste per il sostegno all’amministrazione Carini vi era anche la rinuncia a questa manifestazione.
Il Festival del Giornalismo d’Inchiesta di Marsala insomma è stato, fino a quando è stato possibile realizzarlo, un evento importante, di grande qualità, seguitissimo dal pubblico, capace di attirare turisti da tutta Italia già dalla prima edizione e un formidabile mezzo per la promozione turistica del territorio. Ricordo il direttore Antonio Padellaro che durante la tre giorni del 2010 disse: “Non esiste una manifestazione così da Napoli in giù”.
Tutto questo ci aveva convinti a riproporlo ancora nel 2013, convinti che Marsala non dovesse, dopo l’esperienza del festival Jazz, perdere ancora una volta il suo evento culturale più importante. Per farlo abbiamo creato un’associazione culturale ad hoc, l’associazione Communico (abbiamo voluto mettere lo stesso nome della nostra agenzia, quella con cui avevamo organizzato le prime due edizioni insieme a Mismaonda, in modo da sottolineare la continuità e la paternità della manifestazione) che ha permesso di ottenere dei contributi regionali legati al RECEVIN. Ci era sembrata veramente un’occasione da non perdere per la città, la possibilità che il festival potesse usufruire di un contributo regionale che azzerasse o almeno diminuisse l’impatto economico del festival sulle casse del comune.
Anche l’edizione 2013 fu bellissima. Ancora una volta Marsala divenne il centro del dibattito nazionale: Serena Dandini rilanciò da Marsala il tema del femminicidio, portando lo spettacolo “Ferite a Morte” in cui ha voluto ospitare una delle personalità più interessanti dell’imprenditoria femminile a livello nazionale, la marsalese Josè Rallo. Vinicio Capossela preparò uno spettacolo ad hoc dedicato a Marsala, al suo vino e al suo mare. Ospitammo per primi ed in esclusiva i tre giornalisti italiani rapiti in Siria e poi rilasciati proprio in quelle settimane.
Tutto bellissimo. Allora perché non rifarlo? Perché non riproporlo?
Perché il festival, per noi organizzatori, è stata un’esperienza bellissima ma in perdita: basta leggere il rendiconto che qui alleghiamo per accorgersi che noi associati, oltre a lavorare mettendo gratuitamente a disposizione della città le nostre professionalità, abbiamo dovuto aggiungere fondi di tasca nostra.
A questo si aggiunga che il contributo del Festival del 2013 ci è stato erogato dal Comune di Marsala solo adesso, dopo più di tre anni. Il tutto a causa di assurde lungaggini burocratiche e fragilità politiche e amministrative.
E adesso che finalmente abbiamo potuto chiudere l’edizione del 2013 ci sembrava giusto tirare le somme pubblicamente, cominciando proprio dal rendiconto economico, come è giusto fare quando una parte importante dei fondi derivano da un contributo pubblico. Ecco l’elenco delle entrate e delle uscite del Festival del giornalismo d’inchiesta del 2013, e della manifestazione “Mille Nuovi Eroi” che si tenne, come coda del Festival, durante le manifestazioni garibaldine in maggio 2013.

USCITE
36.824,83 euro cachet artisti
47.093,57 euro cachet ospiti, organizzazione generale, segreteria logistica
4.623,37 euro SIAE
666,00 euro Vigili del Fuoco
7.162,50 euro Service Audio Luci
3.145,00 euro Servizi di runner
19.679,31 euro Viaggi (ospiti)
3.585,00 euro Vitto (ospiti)
5.900,00 euro Alloggio ospiti e artisti
3.028,27 euro servizi di biglietteria degli spettacoli
1.270,00 euro stampa materiale pubblicitario
Per un totale di 132.978,35 euro di spese.

ENTRATE
Il comune di Marsala alla fine ha contribuito con 108.600 euro sui 112.500 euro inizialmente stanziati (somma, tutta o in parte, recuperata dal Comune di Marsala tramite il finanziamento regionale legato alla manifestazione Recevin).
17.835,84 euro sono stati incassati grazie ai due spettacoli di Serena Dandini e Vinicio Capossela
6.542,51 euro li ha messi l’associazione Communico come apporto degli associati.
Questi i numeri del festival del giornalismo d’inchiesta del 2013 da un punto di vista economico e oggi ci corre l’obbligo di ringraziare tutti i professionisti e gli operatori che hanno atteso pazientemente tre anni prima di aver avuto riconosciuto il giusto contributo al loro grande lavoro.
Gli amici della Mismaonda srl (ideatrice insieme a noi del festival, a cui si deve l’organizzazione generale, il contatto con gli artisti e gli ospiti e su cui più di tutti in questi anni è pesato il ritardo dei pagamenti), Giuseppe Ombra di Shadows Music Store, Mothia Lines, l’Osteria Il gallo e l’innamorata, la Trattoria Garibaldi, l’Hotel Carmine, L’Hotel Stella d’Italia, gli Ottoni Animati, la Pomodoro Viaggi srl.
La professionalità e la pazienza con cui tutti questi operatori del territorio hanno lavorato ci convince ancora di più che Marsala ha le potenzialità e le energie positive per ospitare un evento culturale capace di proiettare il nome della città a livello nazionale pubblicizzandone al contempo le bellezze, i prodotti, le capacità sul fronte dell’accoglienza turistica.
Il festival è stata l’ennesima occasione persa: perché ancora una volta la città si è scontrata con l’incapacità di programmare a lungo termine della propria classe dirigente. Una capacità che conta nelle opere pubbliche, nelle politiche sociali come in quelle culturali e di promozione turistica.
E la mancanza di fondi è dovuta anche, lasciatecelo ribadire, ad un’incapacità degli amministratori di gestire la cosa pubblica e ad una mancanza di programmazione: non aver saputo dare continuità a manifestazioni di successo come il Festival Jazz e il Festival del Giornalismo d’Inchiesta ha fatto mancare l’opportunità a queste manifestazioni di crescere e diventare indipendenti anche da un punto di vista economico. Ci auguriamo comunque che il fermento culturale, l’iniziativa e la voglia di migliorarsi, l’apertura mentale, l’attenzione all’informazione e al territorio lasciata in eredità dal Festival del Giornalismo d’Inchiesta di Marsala possa essere un importante spunto per riflettere in maniera matura sulle politiche culturali e di promozione turistica da intraprendere per fare decollare davvero il territorio.

Renato Polizzi

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