Gaspare Barraco contro la caccia, la risposta dei cacciatori

Claudia Marchetti

Gaspare Barraco contro la caccia, la risposta dei cacciatori

Condividi su:

lunedì 28 Settembre 2015 - 17:18

Un botta e risposta tra l’attivista Gaspare Barraco e i cacciatori marsalesi sta creando un vero e proprio dibattito nelle ultime ore. Riportiamo prima la lettera di Barraco contro la caccia e poi quella dell’Associazione Caccia, Pesca e Ambiente.

La caccia è anacronistica e senza selvaggina e pertanto va abolita. Lasciamo in pace questi pochi poveri uccelli ancora non estinti,già decimati dagli incendi e dai prodotti chimici usati, anche esageratamente, in agricoltura. Si colpisce un uccello e si mangia, dopo la fatica delle mogli dei cacciatori, qualche grammo di muscoli  che hanno.Mogli e madri opponetevi a questa richiesta dei mariti o dei figli di togliere le bellissime  pinne a questi poteri uccelli. Oltre a San Francesco abbiamo pure il nostro Papa Francesco che interviene spesso sulla salvaguardia del creato. Dal miracolo di San Francesco che parla agli uccelli: «Sorelle mie rondini, ora tocca a me parlare, perché voi lo avete fatto già abbastanza; ascoltate la parola di Dio, zitte e quiete, finché il discorso sia finito». Ed ecco subito obbedirono: tacquero e non si mossero fino a predica terminata.

Gaspare Barraco

Mi chiedo se, il sig. Barraco vive su questo pianeta o è un extraterrestre arrivato in questi giorni sulla terra.

Il sig. Barraco scrive che venga abolita la caccia, alla luce dell’ultimo disgraziato incidente accaduto; con questa ridicola e puerile motivazione si potrebbe certamente chiedere l’abolizione di tutte le attività umane , lavorative o sportive, che a causa di imperizia causano incidenti mortali o ferimenti, vedi ad esempio gli incidenti stradali causati da ubriachi o drogati (aboliamo il traffico stradale?), vedi ad esempio voli aerei dove tutti i passeggeri muoiono a causa di un pilota pazzo che si chiude in cabina di comando e precipita con tutto l’aereomobile (aboliamo tutti i voli?), vedi gli incidenti di montagna dovuti a escursioni alpine o attività sportive e sciistiche, che nel solo 2014 e nella sola Italia ha causato più di 100 morti, (aboliamo le vacanze in montagna?), o magari proibiamo il traffico in bici a Marsala dato che giorni fà un nostro concittadino si è ferito in malo modo causa di una buca stradale nella centralissima via dei Mille.

Inoltre vorrei sapere con quali cognizioni scientifiche, etologiche, biologiche e logiche il sig. Barraco afferma che i poveri uccelli sono quasi tutti estinti (dichiara a causa; di incendi boschivi o per uso di prodotti chimici in agricoltura, allora aboliamo fiammiferi, accendini, benzina e agricoltura) dato che tutti i testi scientifici nazionali ed internazionali pubblicati in questi ultimi anni (anche da associazioni ambientaliste e naturalistiche) danno in buona salute o in aumento tutte le specie di selvaggina oggetto di interesse venatorio.

E per verificarlo basta comunque leggere tutti i quotidiani locali e nazionali (ma questo il sig. Barraco abitando in altri pianeti non lo può fare) di questi giorni per avere una prova provata che quello che afferma il sig. Barraco è fuori luogo e senza cognizione di causa, cito solo per i lettori il problema Cinghiale, specie cacciabile che per l’eccessiva sovrappopolazione sta devastando migliaia di ettari di territorio siciliano provocando danni incalcolabili e mettendo a rischio altre specie di selvatici (conigli, lepri, coturnici) sovvertendo e squilibrando l’intero ecosistema agricolo e ambientale siciliano di certe zone e provocando tra luglio e agosto in Italia 4 morti. Da non trascurare anche eventuali problemi sanitari come epidemie di peste suina o TBC (già riscontrata in alcuni animali abbattuti) dovuta ad una esagerata presenza di questi animali nel nostro territorio.

Poi voglio ricordare la buona salute di altre specie: Fenicotteri (che per la prima volta hanno nidificato nelle nostre saline). Cicogne, che hanno colonizzato e nidificato in molte zone della Sicilia. Colombacci (specie cacciabile dal primo all’ultimo giorno di caccia), che fino a 20 anni fa non esisteva, o quasi, nella nostra provincia e oggi nidificano anche negli alberi di piazza F. Pizzo (ex Inam) o nella nostra Villa Comunale. Tortora dal Collare, che non esisteva fino a 25 anni fà nella nostra Regione ed oggi è presente numerosissima nelle nostre campagne e città: sono più confidenti dei nostri polli (attenzione che di una esagerata sovrappopolazione di questi animali ed in caso di eventuali malattie aviarie difficilmente potremmo arginare e controllare il problema data la promisquità e vicinanza con i nostri animali da corte, l’aviaria letale per gli animali da corte e anche per gli esseri umani già in passato ha creato grossi problemi). Storni, che a giorni arriveranno a milioni nelle nostre campagne provocando gravi danni all’agricoltura, monumenti, macchine, abitazioni con le loro defecazioni (ed il cui divieto di caccia influisce sullo spropositato aumento di questa specie). Conigli, che hanno devastato i vigneti di Pantelleria (nonostante in questa isola sia concesso il prelievo venatorio di tre volte superiore rispetto al calendario venatorio vigente), i vigneti di Mothia e le piantagioni di lenticchie di Ustica. Gabbiani, (una volta spazzini del mare che si nutrivano degli scarti di pesce dei pescherecci) oggi numerosissimi e deleteri predatori di piccoli animali selvatici (piccoli di lepre, di conigli, nidiacei di cardellini e altri uccelli silvani questi si oggi veramente quasi estinti) che di giorno sovrappopolano le nostre campagne dove si notano a centinaia e la sera vanno a posizionarsi sopra i monumenti o le case in compagnia dei piccioni selvatici contribuendo alla devastazione e rovina di molti monumenti sempre a causa delle loro acide deezioni. Volpi (specie cacciabile), numerosissime che ormai hanno raggiunto le nostre città (già avvistate nella zona di via Vita e dietro lo Stadio Comunale), che fanno razzia di conigli, lepri ed altre specie selvatiche e attaccano i nostri pollai, da attenzionare che la volpe può essere portatrice di rabbia silvestre che si trasmette sia agli animali che all’uomo e per quest’ultimo e letale. Anitre, Folaghe e Rallidi (specie cacciabili), che numerosissime, come non mai, popolano i nostri laghetti naturali e artificiali e spesso nidificano nelle nostre campagne cosa che non si verificava prima (basta andare al lago di C/da Maimone dove si è stabilita anche una colonia di Germani Selvatici. Gazze, Corvi, Taccole, Ghiandaie ecc. che predano tutti i piccoli volatili silvani ormai quasi scomparsi dalle nostre campagne e fanno danni e incetta di frutta come nespole, ciliegie, fichi, uva ecc. Informo il sig. Barraco e chi legge che la richiesta dei danni provocati alla agricoltura da parte della selvaggina per la sola Regione siciliana è di qualche milione di euro che noi contribuenti paghiamo con le nostre tasse.

Poi rispondo al nostro “extraterrestre” e lo voglio smentire su quello che lui consiglia, invitando mogli e madri dei cacciatori a rifiutarsi di spennare e servire a tavola la selvaggina cacciata dai loro congiunti. Ma caro sig. Barraco sa che la carne di selvaggina per valori nutrizionali e gusto è la prima tra le carni ancora disponibili in natura ed è una risorsa alimentare da valorizzare? Intanto per essere un prodotto naturale, cioè superiore in qualità alla carne biologica cosi tanto decantata e la più ricca di proteine, priva di grassi e certamente senza aggiunta di ormoni o antibiotici come quella che compriamo in macelleria. Per quanto riguarda le dimensioni “pochi grammi di muscoli” informo il sig. Barraco che anche questo argomento è ridicolo in quanto in tutte le specie animali sia marine che terrestri ci sono le dovute differenze (l’allodola piccola selvaggina e tale rimane) (Cinghiale grossa selvaggina e tale rimane) “u vopo” (boga in italiano) “u pisci di re” (donzella in italiano) piccoli pesci e tali rimangono, il tonno grosso pesce, ognuno caccia o compra quello che gli piace portare a casa. Voglio dire anche che la fatica per spennare un uccello equivale certamente quella di scardare e sbudellare un pesce.

Sotto l’aspetto etico e morale, senza dubbio di smentita affermo che procurarsi la carne di selvaggina cacciata e molto meno vigliacco che andare a comprare un coniglio o un capretto o delle belle fettine in macelleria (animali che anche in questo caso vengono privati della loro vita per soddisfare il nostro palato). Il sig. Barraco pensa che il pollo o il capretto allevato sia felice di essere ammazzato per fare la fine del cappone alla cena di Natale o di finire a forno con le patate il giorno di pasqua al pranzo con i parenti? Il sig. Barraco è mai andato a incrociare lo sguardo degli animali prima di essere ammazzati in un macello magari mentre aspettano il loro turno di macellazione vicino ad altri animali già agonizzanti? Lui pensa che nutrirsi con animali macellati sia una pratica meno gruenta della caccia.

Per chiudere, voglio dire sempre al sig. Barraco, che poteva fare almeno di scomodare i Santi ed il Papa per la caccia e lo invito a leggere quello che il vescovo di Cefalù (Mons. Manzella) a dichiarato sul giornale di Sicilia 8 di settembre 2015 “l’uomo trascurato, privilegiati i cinghiali e gli animali”.

Alla luce di tutto quello che ho scritto è evidente che l’uomo dei tempi moderni che pratica la cacciaè un elemento indispensabile e regolatore dell’equilibrio naturale. Meditate gente, meditate.

Federico Cudia

Responsabile regionale

Associazione

Caccia – Pesca _ Ambiente

Condividi su: