Spese pazze, in appello confermata la condanna per Giulia Adamo

redazione

Spese pazze, in appello confermata la condanna per Giulia Adamo

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giovedì 11 Gennaio 2018 - 10:12

Adesso si aspetta sicuramente il ricorso in Cassazione anche per questo procedimento, così come accadde per la condanna comminata a Giulia Adamo nell’autunno dello scorso anno, quando la Corte dei conti dispose la restituzione di circa 65 mila euro per danno erariale procurato.

La Corte dei Conti, sezione d’appello di Palermo ha confermato la condanna inflitta dal tribunale in primo grado, aumentando l’entità del pagamento che adesso ammonta a181 mila euro come risarcimento delle cosiddette spese pazze all’Ars. I giudici contabili hanno confermato per l’ex sindaco di Marsala e deputato la sentenza di primo grado dei giudici contabili, con un aumento della somma da risarcire.

I giudici di appello hanno aumentato il danno erariale in capo a Giulia Adamo per spese di circa 26 mila euro, rideterminando così l’importo che deve risarcire all’erario. Si tratta dell’ormai famoso caso delle “spese pazze” all’Ars, sostenute con i soldi dei gruppi parlamentari ma che nulla hanno a che fare, secondo le sentenze dei giudici contabili, con le attività istituzionali. Nello specifico si tratta delle spese sostenute dal gruppo Udc. La Adamo ne era presidente, ed è per questa qualifica che ricoprì durante la XV legislatura dell’Assemblea Regionale Siciliana, che era stata chiamata in giudizio. Nel procedimento appena concluso, l’ex sindaco di Marsala, è stata assistita dall’avvocato Alessandro Dagnino del Foro di Palermo.

Come tutti gli altri capogruppo dell’epoca, ho ricevuto questa condanna – ci ha detto Giulia Adamo -. Sono convinta che i giudici abbiamo dato una interpretazione sbagliata. Come si può infatti a posteriori stabilire la differenza tra spese per attività istituzionali del gruppo, ritenute lecite, e le attività del gruppo in quanto componenti di una partito politico. Inoltre ribadisco che malgrado la legge non obbligasse a farlo, ho sempre rendicontato tutte le spese, non sottraendo mai nulla per acquisti personali”.

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