I clienti di Avrenos di Georges Simenon

Audrey Vitale

I clienti di Avrenos di Georges Simenon

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martedì 02 Settembre 2014 - 16:03

Ė arrivato il momento di Simenon!

Almeno un paio di volte all’anno mi capita di leggere libri del grande scrittore francese Georges Simenon pubblicati negli ultimi anni quasi esclusivamente dalla casa editrice Adelphi. Infatti da un pò di tempo il direttore editoriale Roberto Galasso ha intrapreso la titanica iniziativa di pubblicare tutti i romanzi del mitico giallista francese,che ammontano alla cifra di duecento,quelli che portano la firma di Simenon,mentre sul numero delle opere scritte sotto pseudonimo ancora si favoleggia. Georges Simenon ė stato uno degli scrittori moderni più prolifici a tal punto da riuscire a scrivere un romanzo in stesura definitiva in una settimana. Uno straordinario scrittore dunque,che nonostante l’ingente quantità di titoli pubblicati ogni anno non faceva mancare la qualità nella scrittura ancora rimasta inimitabile fonte di ispirazione ,di imitazione e di emulazione di molti scrittori giallisti . L’ultimo caso in questa direzione è il romanzo uscito questa estate per la casa editrice Einaudi di Gianrico Carofiglio intitolato “Una mutevole verità”. In questa sua ultima fatica lo scrittore pugliese,famoso per le avventure dell’avvocato Guirreri,ingegnoso dipanatore di casi giudiziari,tenta di mettersi alla prova come giallista utilizzando lo stile di Simenon. La produzione letteraria di Simenon può essere classificata in vario modo,attraverso i generi,basandoci sulla biografia dell’autore o sui temi trattati. Ho sempre preferito suddividere i romanzi di Simenon in due grandi gruppi  i Maigret e  i non Maigret.

Il libro che ho appena finito di leggere è un non Maigret. Debbo dire che dopo tante letture non ho più preferenze tra le due categorie,ma ho iniziato a conoscere Simenon proprio con i non Maigret e grazie alla casa editrice Adelphi. “I clienti di Avrenos” racconta la storia di un coppia incontratasi per caso in locale di Ankara Le chat Noir ,appunto tra i clienti di Avrenos,lei giovane ballerina ungherese Nouchi,lui dragomanno dell’ambasciata francese attempato scapolo,che nonostante un consolidato gruppo di amici sembra vivere gelosamente la dimensione della solitudine. Non sappiamo molto di più all’inizio del romanzo che senza alcuna premessa ex abrupto ci catapulta direttamente nella storia,in medias res,come si dice portandoci prima nella città di Ankara subito dopo nella magnifica Istanbul. Dal momento in cui mettiamo piedi attraverso il racconto del narratore nella preziosa gemma  della Turchia,prima meravigliosa tappa verso l’Oriente ,ci imbattiamo senza accorgerci, negli incantevoli paesaggi del Bosforo,nei quartieri del centro storico della città,nell’apatico affanno degli stambulioti. Bernard de Jonsac, è forse il nome che fa pensare a qualche traccia di nobiltà che attira Nouchi o il suo aspetto fisico e “la sua aria distinta. Aveva perfino un monocolo… Portami con te!”. Non vi racconterò altro,rischierei di rovinarvi la lettura,ma per capire è giusto anticipare qualcosa. Nouchi e Bernard arrivano assieme a Instanbul e con grande sorpresa di tutti sembrano vivere more uxsorio. In realtà tra i due rimane per tutto il libro qualcosa di non detto,di non consumato di essere sul punto di completare. Nouchi conquista tutti gli amici di Bernard e fa conoscenze di altri personaggi dell’alta burocrazia stambuliota. Irrompe a questo punto un nuovo personaggio che darà agli eventi una svolta inattesa. Il libro ê bellissimo ed ê per me una rilettura,che mi ha sorpreso,poichê quando qualche anno fa mi era capitato tra le mani non mi era piaciuta l’intensa malinconia di cui ê intrisa ogni pagina,ogni singolo gesto dei personaggi,ogni singolo squarcio di paesaggio. In libreria troverete in questo momento tantissimi libri che in qualche modo parlano di Instanbul,i gialli di Esmahan Aykol o libri di fama internazionale dello scrittore premio Nobel turco Orhan Pamuk,tuttavia mettendo a confronto i ritratti che questi autori fanno della città a sorpresa il francese Simenon ci consegna una delle più belle descrizione di Instanbul.

Vincenzo Piccione

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