I soldi dell’acqua

Gaspare De Blasi

Io la penso così

I soldi dell’acqua

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giovedì 09 Ottobre 2014 - 15:49

Un comunicato del Commissario straordinario del comune di Marsala invita i cittadini ad essere più attenti nel rispettare le scadenze per il pagamento delle bollette dell’acqua. E’ giusto, e noi siamo d’accordo. Il patto che si stipula con l’Amministrazione pubblica che in cambio di denaro fornisce un servizio, indispensabile come l’erogazione  dell’acqua, va rispettato. Si potrebbe obiettare che essendo un genere vitale (senza bere si muore) dovrebbe, come per esempio in Danimarca, essere gratuito. Ma questa è un’altra storia. La nostra storia parte invece da lontano. Da decenni ci sentiamo dire dai burocrati e dalla classe politica che il sistema di distribuzione del prezioso liquido è obsoleto. Poi periodicamente si aggiungono i furti di rame, lo scoppio di condutture e quant’altro. La città, parte di essa perlomeno, rimane ogni tanto a secco. Per un regolamento che nessuno si prende la briga di modificare, il sistema sostitutivo che prevede l’uso di autobotti per rifornire le zone rimaste senza acqua, viene addizionato economicamente alle già salate bollette. Ma come, ci sono guasti e li dobbiamo pure pagare? Intanto si sono spesi fiumi di parole ma il denaro i politici lo hanno speso per fare altre cose. Siamo andati avanti così per decenni: una quota piccola di evasori, un servizio sempre più scadente, ma noi abbiamo continuato a votare, e come se abbiamo votato. Sempre gli stessi, magari con facce diverse, ma sempre gli stessi. Ora che la crisi impedisce a tanti ex virtuosi di fare fronte all’impegno di pagare puntualmente le bollette, arriva la legittima richiesta del Commissario che porta anche alla “minaccia” prevista dal regolamento, di sospendere l’erogazione. “Partiranno controlli severissimi”,  e noi ci auguriamo che non arrivino a destinazione. Non è un invito a non pagare, piuttosto un invito a chi ci governa di trovare soluzioni per non lasciare senza acqua le famiglie. Come? Noi facciamo un altro mestiere, fate voi.

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