Il Consiglio comunale di Alcamo rinvia l’approvazione del rendiconto 2017

redazione

Il Consiglio comunale di Alcamo rinvia l’approvazione del rendiconto 2017

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mercoledì 07 Novembre 2018 - 16:25

È stata approvata nella tarda serata di ieri, all’unanimità dei presenti, la deliberazione per posticipare la seduta consiliare avente ad oggetto il bilancio consuntivo dello scorso anno. Dal dibattito svoltosi all’interno dell’Aula Falcone-Borsellino sono state rilevate diverse discrasie, sia da parte della maggioranza che dell’opposizione, tra la relazione dei revisori contabili e i dati dell’ufficio comunale competente.

Dopo quattro ore e mezzo di discussione in Aula Consiglio, ieri sera, è stato rinviato l’unico punto all’ordine del giorno avente ad oggetto una deliberazione: il rendiconto 2017. Il documento economico, sottoposto alla valutazione del consesso civico, è arrivato in Consiglio comunale con oltre sei mesi di ritardo rispetto a quanto dettato dal testo unico degli enti locali (TUEL). Per tale motivo, il Comune di Alcamo si è trovato tra i diversi enti siciliani (62 in totale) ad essere “commissariato” dal governo regionale per portare a termine tale compito. Il bilancio consuntivo del 2017 costituisce il primo vero documento dal quale è possibile ricavare il risultato dell’amministrazione pentastellata dal momento che si è insediata nel giugno del 2016, a metà anno, e con un rendiconto del 2015 ancora non approvato dalla precedente consiliatura. Dalla trattazione all’interno dell’Aula consiliare del documento economico è emersa una passività dell’ente, pari a 1 milione e 300 mila euro, che deriva dalla famosa delibera consiliare del 2015 con la quale è stata effettuata la scelta di ripianare l’allora disavanzo di quasi 5 milioni di euro con una quota di avanzo destinata agli investimenti (3 milioni e 500 mila euro). Nel corso di quell’anno, infatti, il commissario straordinario, il dottore Giovanni Arnone, aveva approvato il riaccertamento straordinario dei residui, portando all’emersione della citata passività. Per la restante parte da ripianare, 1 milione e mezzo di euro, è stato invece deciso all’epoca di pagare trenta quote di 50 mila euro per quasi trent’anni. Una disposizione che ha avuto conseguenze sull’ente e in particolare sull’utilizzo delle somme dell’avanzo vincolato. Quest’ultimo è stato oggetto di una polemica politica, la scorsa settimana, innescata dal movimento Sicilia Futura che ha accusato l’amministrazione targata 5 Stelle di essere “scarsa e incapace” per non essere riuscita ad utilizzare “il tesoretto” di 8 milioni e mezzo circa nella disponibilità del comune. Detto tesoretto non è altro che l’avanzo vincolato sopra descritto e proviene dalla mancata spesa degli anni precedenti al 2017, che, in realtà, è stato già applicato in parte dalla giunta grillina ( 3 milioni di euro) e spalmato nel bilancio di previsione 2018-2020, mentre altri 500 mila euro sono stati applicati con il recente assestamento di bilancio, grazie alla circolare del Ministero delle Economie e delle Finanze di quest’anno che ha sbloccato tale situazione. Dunque, dall’avanzo applicato citato rimangono 3 milioni e 500 mila euro da potere impiegare. Ancora pesante è il Fondo Pluriennale Vincolato, che comprende gli investimenti per lavori pubblici, il quale cresce sempre di più ed il cui problema è quello di mantenere sotto controllo l’equilibrio di cassa del comune (15 milioni di euro). Il risultato di amministrazione al 31 dicembre 2017 è di 40.763.689,32. A fronte di ciò vi sono: un Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità di 28 milioni di euro circa; un Fondo Contenzioso di 2 milioni e 364 mila euro circa. Poi, altri accantonamenti per 3 milioni di euro circa derivano da: 300 mila euro di passività nei confronti dell’ASP per fatture non pagate relative alle visite dei dipendenti, notizia emersa nel mese di ottobre; 700 mila euro relativi alla quota per il commissario all’emergenza idrica (su tali somme l’amministrazione ha chiesto un tavolo tecnico per comprendere se restituire tali risorse alla Regione o meno visto che la figura del commissario non esiste più). Infine, il disavanzo strutturato già menzionato. Tra gli aspetti postivi, come ha illustrato la presidente della II commissione al bilancio, Noemi Scibilia (M5S), vi è l’indice di tempestività dei pagamenti dell’ente che segna un -7,38 giorni per l’anno 2017 ( nel 2015 l’indice era il 33,26 e nel 2016 il 33,52). Dunque, entro i 23 giorni. Altro fattore positivo è la riscossione TARI che segna un +8%. Infatti, su un accertato di 7.972.819,74 euro per il 2017 l’incasso è stato di 5 milioni di euro (64%), invece, per il 2016 su un accertato di 7.878.067,18 euro è stato registrato un incasso di 4.312.602 (circa il 56%). Detto risultato è frutto dell’anticipazione a maggio dell’acconto del 40% del tributo “Un’azione voluta fortemente da questa amministrazione” ha rivendicato la consigliera comunale grillina. Tuttavia, la presidente della commissione al bilancio ha espresso anche il suo rammarico per l’assenza, nelle audizioni effettuate, del dirigente della direzione 4, l’ingegnere Enza Anna Parrino, alla quale non è stato possibile porre domande sull’impasse dei lavori di S.Anna e S.Ippolito e sul contenzioso che ha visto condannato l’ATO Terra dei Fenici, partecipata del comune di Alcamo, al pagamento di somme nei confronti di Aimeri Ambiente. Critiche sul ritardo del rendiconto 2017 sono arrivate dal capogruppo dell’UDC, Saverio Messana, il quale ha poi posto l’accento sull’assenza ancora di un Piano sulla Pubblicità dell’ente e sulla mancanza dell’introito che il comune avrebbe ricavato dall’attuazione del Piano Parcheggi. “Dopo due anni e mezzo si tira una barra. La barra non è positiva, signor sindaco, per tutto quello che ho elencato. Non posso andare a provare un rendiconto a novembre 2018, riferito al 2017, con tutte queste problematiche che ha questo rendiconto. Ve lo approvate voi!”. Inoltre, il consigliere democristiano ha ricordato il risultato degli obiettivi delle diverse direzioni, soffermandosi sulla direzione 1, quella dell’urbanistica, che ha raggiunto il 17%  di quanto conferitogli, e della direzione 4, per quanto riguarda il progetto di 8 milioni di euro ancora non spesi concernente S. Anna e S. Ippolito, sui 500 mila euro di debiti fuori bilancio approvati dall’ente, relativi al 2017, che sono la causa della mancanza, secondo l’esponente dell’UDC, di manutenzioni stradali. La sua collega di commissione, la consigliera di maggioranza Annalisa Ferrara ha però ricordato che quest’ultima cifra deriva dal contenzioso sul lavoro di circa 200 mila euro ereditato dalle precedenti amministrazioni. L’esponente grillina ha poi spiegato che la commissione al bilancio di cui fa parte si è soffermata sul fondo rischi e relativamente alle somme destinate al commissario per l’emergenza idrica “Come mai in questi 10 anni la politica non ha chiesto che fine avevano fatto questi fondi? Noi in meno di due anni lo stiamo facendo” ha dichiarato la consigliera pentastellata riferendosi al tavolo tecnico convocato in merito. Successivamente, ha aggiunto “Mi sembra che questa amministrazione sta facendo chiarezza, cosa che non è stata fatta in passato”. L’assessore al bilancio Fabio Butera è intervenuto con tono ironico sul risultato della direzione 1 “Scusatemi, questo 17% della direzione 1, cos’è che vi stupisce? Io non riesco a capirlo. Stiamo parlando della direzione 1 ad Alcamo, com’era l’urbanistica quando siamo arrivati a fine 2016 e inizio 2017 o stiamo parlando di un altro paese?”, alludendo al fatto che tale settore era privo di un dirigente al momento dell’insediamento della giunta 5 Stelle e si è dovuta aspettare la nomina del segretario comunale, il dottore Vito Bonanno, da parte del sindaco, per dotare la direzione di un dirigente ad interim. Sulla capacità degli uffici di stare al passo con gli obiettivi, questione sollevata dalla consigliera democristiana Anna Allegro, l’assessore ha affermato “ Le capacità degli uffici vanno puntate verso l’alto. Io non ci sto a pensare che gli uffici, siccome mi dicono che mancano persone, allora, che fa? Ci fermiamo? Ce ne andiamo? Ci dimettiamo? Che dobbiamo fare?”. Sul problema delle risorse, in parte legato al numero elevato di pensionamenti negli ultimi anni e in parte al precariato presente nell’ente, il sindaco Domenico Surdi  ha dichiarato “Se c’è un’amministrazione che è comprensiva delle difficoltà e mette a disposizione somme per l’integrazione oraria dell’ufficio e queste non si fanno, è chiaro che qualche discorso lo dobbiamo fare, perché poi al 31 dicembre, lo vedremo l’anno prossimo, tutto si potrà dire, però, certamente non vorrò sentire che mancava la forza lavoro per portare avanti la riscossione”. Il consigliere comunale di Sicilia Futura, Giacomo Sucameli, è così intervenuto sul dibattito “Le passerelle sono finite. Chi amministra ha delle responsabilità. Io lo dico sempre. È molto più semplice stare qua (all’opposizione n.d.r.), perché se al posto nostro c’eravate voi, viva Maria! A quest’ora c’era un inferno qua, c’erano bidon day, non lo so cosa avreste fatto. È normale se io vedo che ci sono 6 milioni e 300 mila euro che non vengono spesi da due anni, la colpa che è la mia? La colpa è delle macerie? Aspetta, del commissario. Sicuramente, il commissario (Arnone n.d.r) ha messo i soldi là e poi non vengono spesi…”. Dopo, il consigliere Sucameli ha aggiunto “Capisco l’innovazione, il cambiamento, sono contento. Su questo lo dico sempre, ma alla fine quello che conta sono i fatti. E non bisogna dire sempre che la colpa, perché lo sento nei social e in televisione, è sempre di chiddri (quelli che vi hanno preceduto n.d.r.). Poco fa l’ha detto pure la Ferrara. Non è così. Bisogna guardare avanti, abbiamo questa grande responsabilità anche per i nostri figli”. Ad anticipare la posizione sull’intenzione di voto sono stati due consiglieri comunali. Saverio Messana, infatti, nel suo secondo intervento ha affermato “Non voglio sentire più parlare del passato qua dentro. Parliamo di futuro. Abbiamo questo compito noi, in questi 5 anni”. Successivamente, il capogruppo dell’UDC ha affermato “Io l’ho detto nel mio primo intervento. Noi voteremo contro questo documento importante. Non l’abbiamo fatto l’anno scorso. Il primo anno giustamente eravamo a pochi mesi dall’insediamento, ma quest’anno, come ho detto poco fa, dopo due anni e mezzo abbiamo tirato la linea dritta. Non va bene, bisogna migliorare. Questo è uno stimolo a migliorare. Spero che il prossimo anno tutto questo non succeda e che i soldi che si devono spendere per il 2018 sono già a buon punto di spesa, e non creiamo problemi alla città per il prossimo anno”. Il consigliere comunale Francesco Dara di Noi per Alcamo ha invece spiegato il suo “no” così “La continuità in un’azienda come la città di Alcamo la danno i dirigenti, perché io oggi sono qua, ma domani se non sono eletto non ci sono più. Lei è il sindaco oggi di questa città, alle prossime elezioni può essere che ci sarà un altro. Invece, il dottore Luppino è vincitore di un concorso, ha visto passare tre, quattro, cinque, sei amministrazioni, per cui i responsabili della continuità sono i dirigenti”. In seguito ha aggiunto “Dichiaro anticipatamente il mio voto contrario per diverse ombre che sono nate durante il dibattito”. Il vicesindaco e assessore all’urbanistica, Vittorio Ferro, è intervenuto nella discussione in Aula Consiglio dichiarando “Con tutto il rispetto per il dirigente Luppino e per gli altri dirigenti, per me continuità non siamo né noi né i dirigenti. La continuità per me è la comunità e il suo pensiero, quelle che sono le sue esigenze e quello che si aspetta, perché è a loro (ai cittadini n.d.r.) che tutti dobbiamo rispondere”. Il vicesindaco ha fatto chiarimenti in merito allo stato di attuazione del piano triennale 2017-2019 ed ha ripercorso la questione del credito sportivo, il cui stato di avanzamento è pari a zero per il fatto che si trova in attesa di devoluzione del mutuo, risalente al 2009, e tutte le “sorprese” trovate dall’amministrazione: le aree, ad esempio, non erano mai state realmente cedute. L’ultima è stata rivelata ieri sera: uno dei terreni infatti si troverebbe in stato di comproprietà di due soggetti diversi. Diverse sono state, invece, le discrasie sollevate dai consiglieri comunali, sia di maggioranza che di opposizione, tra la relazione dei revisori dei conti e i dati dell’ufficio comunale competente. Una situazione che certamente ha creato non poco imbarazzo all’interno del consesso civico. L’esponente di Abc-Alcamo Cambierà, Gino Pitò, ha avanzato una sospensiva in merito che è stata approvata, nella tarda serata di ieri, all’unanimità dei presenti. Con detta deliberazione l’Aula Falcone-Borsellino ha posticipato a questo pomeriggio la seduta consiliare avente ad oggetto il bilancio consuntivo dello scorso anno.

Linda Ferrara

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