Il Ministro somaro

Vincenzo Figlioli

Marsala

Il Ministro somaro

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mercoledì 13 Febbraio 2019 - 06:30

Uno degli effetti che sta producendo il ritorno della Lega al governo è la ricomparsa dell’eterno luogo comune che vede da un lato il settentrione produttivo e dall’altro il meridione pigro e indolente. E’ vero, il partito di Salvini ha tolto l’antico riferimento al Nord dalle sue bandiere, sta proponendo candidature e visibilità a tanti vecchi protagonisti della politica del Sud e ha appena festeggiato una storica vittoria elettorale in Abruzzo, che vede la Lega come lista più votata alle regionali. Ma si tratta solo di fumo negli occhi. Se si guarda al di là dei tweet di Salvini, non ci vuole molto a notare come il focus delle politiche leghiste continui ad essere strabicamente rivolto verso i territori padani e i loro interessi.

Nei prossimi giorni il governo dovrebbe ratificare l’autonomia differenziata per Veneto e Lombardia (in parte anche per l’Emilia Romagna) che è destinata ad aumentare enormemente il divario tra Nord e Sud. Prevarrà la logica in base a cui chi paga più tributi (tradizionalmente i più ricchi) avrà più risorse per i propri servizi (sanità, istruzione, ecc…). Anni e anni di trattati sulla “questione meridionale” non sono serviti a far capire a una parte della nostra classe dirigente che l’Italia non uscirà dalla crisi fin quando non avrà completato il processo di unità nazionale, liberando il meridione dalle mafie e investendo su mobilità e istruzione. E in una logica del genere, il reddito di cittadinanza somiglia più a una misura tipica di un certo conservatorismo compassionevole che a uno strumento in grado di sostenere crescita e sviluppo Così, mentre a Roma discutono di Tav, da Napoli in giù si continua a viaggiare su strade malconce, con treni che percorrono lentamente binari unici e che impiegano giornate intere per andare da una parte all’altra della stessa regione.

Nel frattempo, qualche giorno fa, il Ministro dell’Istruzione Bussetti ha affermato che le scuole del Sud non hanno bisogno di maggiori risorse, richiamando i docenti a un maggiore impegno. Sarebbe interessante chiedere al Ministro se la sua presa di posizione sia frutto della lettura di qualcuno dei vari studi sulla questione meridionale che sono stati pubblicati negli anni, se conosce i dati sulla dispersione scolastica e sul tempo pieno. O, piuttosto, se la sua affermazione è soltanto frutto dei soliti pregiudizi. Chi vive al Sud sa bene che buona parte dei problemi sopra citati sono causati dall’incapacità della classe dirigente autoctona di imporre la questione meridionale al centro dell’agenda di governo. Ma chi vive al Nord dovrebbe sapere che tanti insegnanti del Sud, con la loro serietà e il loro impegno hanno formato gran parte della classe dirigente settentrionale. Senza contare che sono numerosissimi i “cervelli” siciliani, calabresi, campani, pugliesi o lucani che mettono la propria preparazione e la propria creatività al servizio delle aziende padane, ricoprendo incarichi di grande responsabilità e ottenendo prestigiosi riconoscimenti. Farebbe bene dunque Bussetti a impegnarsi un po’ di più nell’approfondire le sue conoscenze sulla condizione generale del Paese. Viceversa, continuerà a fare la figura dello scolaro un po’ somaro, uno di quelli che dovrebbero davvero impegnarsi di più.

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