Il Pd di Trapani si interroga sull’esito delle Convenzioni comunali e aspetta Faraone

Vincenzo Figlioli

Il Pd di Trapani si interroga sull’esito delle Convenzioni comunali e aspetta Faraone

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martedì 29 Gennaio 2019 - 06:35

Il day after del week end riservato nel trapanese alle Convenzioni comunali del Pd in vista delle primarie nazionali di marzo è caratterizzato da uno stato di perplessità generale su quanto è accaduto tra sabato e domenica. Un fine settimana cominciato con l’annuncio del delegato Giuseppe Bruno che le Convenzioni non si sarebbero tenute in seguito all’accoglimento del ricorso presentato dal gruppo vicino a Zingaretti contro la composizione della Commissione provinciale per il Congresso e proseguito con la decisione di 17 circoli su 21 di procedere ugualmente con le votazioni programmate. Non sì è votato soltanto a Erice e Mazara (dove il partito è commissariato), a Trapani e Petrosino (per scelta dei segretari comunali Francesco Brillante e Gianni Di Dia).

“Dispiace che il voto sia avvenuto in queste condizioni e per precisa responsabilità di pochi – ha affermato il segretario provinciale Marco Campagna – ma noi che abbiamo sempre messo davanti la nostra comunità politica rispetto alle aree politiche, ancora una volta e con senso di responsabilità, abbiamo garantito il voto. Nei quattro circoli in cui non si è votato tutto ciò è avvenuto […] senza una discussione che permettesse agli iscritti di capire e poter decidere. In un momento così difficile per il paese non è consentito a nessuno di “giocare” con i regolamenti per interesse personale, il partito democratico è delle iscritte e degli iscritti e sempre così sarà”. ”.

A Campagna hanno replicato Carmela Daidone e Gianrosario Simonte della segreteria comunale del Pd di Erice: “Il rispetto nei confronti degli iscritti del circolo di Erice si doveva attenzionare prima, quando si è ostacolata la riunione che mirava a realizzare una reggenza che poteva evitare che il circolo fosse mandato alla deriva senza una guida e che avrebbe permesso agli iscritti un confronto democratico. Proprio Lei è intervenuto per impedire che il nostro circolo avesse una guida temporanea. Il rispetto nei confronti degli iscritti richiede una ferrea e onesta osservanza delle regole, che non possono essere invocate a corrente alternata. Regole che prevedono, da Roma ad Erice, una commissione che sostituisce gli organismi per le fasi congressuali. Qual è il ruolo di un segretario provinciale (peraltro abbondantemente scaduto dalla carica) in questa fase?”.

Una dura risposta a Campagna è arrivata anche da Gianni Di Dia, segretario dei democratici di Petrosino, che si dichiara “stupito” dai contenuti del suo comunicato: “Le convenzioni di circolo non potevano essere celebrate dopo le chiare indicazioni della competente commissione provinciale, diretta emanazione delle commissioni nazionale e regionale. È evidente che qualsiasi altra scelta sarebbe stata arbitraria e illegittima. Così com’è pacifico che, in fase congressuale, ogni relativa competenza appartiene solo alle apposite commissioni. Credo che fare parte di una comunità significhi accettarne e rispettarne le regole sempre. Mi stupisce il tuo improvviso entusiasmo dopo mesi e mesi di totale assenza dai territori; a me, e ai cittadini che ci guardano sempre più disgustati, sarebbe piaciuto un uguale interesse per i tanti temi che riguardano la nostra provincia. Invece registriamo il tuo acceso intervento solo a difesa di illegittime riunioni, convocate in totale anarchia. Mi auguro che l’ormai prossimo congresso provinciale offra finalmente l’occasione per un confronto schietto e sincero che aiuti il PD della provincia ad uscire da una palude che ci allontana sempre più dalla società”.

A Marsala un gruppo di iscritti ha aperto il circolo facendo svolgere le votazioni, per poi inviare alla stampa una nota (firmata da Gaspare  Galfano, Rosa Alba Mezzapelle, Fabrizio Alloro, Rosario Rino Ragona, Angelo Di Girolamo, Antonino Passalacqua) in cui si evidenzia che “gli esponenti dell’area Zingaretti pur contenendo la regolarità della commissione, con senso di responsabilità, non hanno mai chiesto la sospensione del voto, proprio per rispetto delle iscritte e degli iscritti che non sono cose. La sensazione è che qualcuno nel partito democratico non vuole misurarsi e cerca il pretesto per “vincere a tavolino”…noi non ci stiamo, il Pd è degli iscritti!”. A questo punto, come spiega la capogruppo consiliare del Pd di Marsala Federica Meo, non resta che attendere le decisioni del segretario regionale Davide Faraone. “Mi hanno chiamata domenica alle 11 dicendomi di passare dal partito. Vista la comunicazione che avevamo ricevuto da Bruno, mai avrei immaginato che si stesse votando. Per come sono andate le cose, non possiamo parlare di operazioni svolte nel rispetto della democrazia. Tanti che avrebbero voluto votare per Faraone, Giachetti e anche per Zingaretti si sono ritrovati nell’impossibilità di farlo. Resta adesso da vedere se l’esito della votazione verrà dichiarato legittimo o meno, aspettiamo indicazioni da parte della segreteria regionale. Quel che è certo è che la gente così non ci capisce e andando avanti così continueremo a perdere consensi”.

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