Il vergognoso sottopassaggio

Claudia Marchetti

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Il vergognoso sottopassaggio

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martedì 09 Febbraio 2016 - 07:30

Mi scuso con voi. Mi scuso a nome della Città. Mi scuso perché nessun uomo né atleta dovrebbe scendere in campo con l’onore di indossare una maglia e vedere quello che lo circonda. E’ umiliante. Già che lo sport di per sé non gode di molta “stima” nel nostro territorio. Nessuno che abbia mai adeguatamente investito in una squadra, come il Marsala Calcio ad esempio, che ha una storia centenaria; e gli sport “minori” fanno fatica ad emergere all’interno di strutture scarse in attesa della riapertura, tanto agognata, del Palazzetto dello Sport. Ma nessuno sportivo dovrebbe attraversare quel vergognoso sottopassaggio dello Stadio “Nino Lombardo Angotta”, anzi dovrebbe rifiutarsi. Perché ha una dignità. Ha una dignità e non può guardarsi attorno ad una “catacomba” che sta cadendo a pezzi, con i muri cadenti a causa, probabilmente, di infiltrazioni che hanno scavato e segnato la struttura. Mi metto al posto dei giovani atleti del Marsala, del suo allenatore, dello staff ma soprattutto delle squadre ospiti che vengono nel profondo Sud a rendersi conto di quanto ancora siano presenti piccole fette di “terzo mondo”. Come possono scendere in campo con la voglia di calciare un pallone, di vincere la partita, di affrontare l’avversario con la giusta determinazione e tenacia se il problema è alla base. Mancano le strutture, le attrezzature, le persone giuste, spesso anche le Istituzioni. Lo sport è stato lasciato solo, è facile dire “lo sport fa crescere”, “lo sport fa bene alla salute”, quando non si pongono le basi per svilupparlo in un ambiente sano. Bisognerebbe dire “basta”, bisognerebbe indignarsi come hanno fatto i tifosi del 1912 guardando una foto “rubata” all’interno del sottopassaggio del Municipale. Come hanno fatto i ragazzi dell’Atletica leggera per i bagni rotti e senza acqua calda. Proprio in queste ore, coincidenze o meno che siano, arriva l’annuncio della pubblicazione del bando per la manutenzione degli impianti sportivi, come a dire: un goal in zona Cesarini. Ma non ci si può sempre mettere in difesa, perché altrimenti prima o poi si rischia di prendere un goal. Alla fine sono i risultati quelli che contano.

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