Chiesti 23 anni di reclusione per sei imprenditori ritenuti vicini a Messina Denaro

redazione

Chiesti 23 anni di reclusione per sei imprenditori ritenuti vicini a Messina Denaro

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martedì 17 Ottobre 2017 - 18:06

I pm Francesco Grassi, Carlo Marzella e Maurizio Agnello hanno chiesto 23 anni di carcere per sei imprenditori di Castelvetrano ritenuti molto vicini al boss latitante Matteo Messina Denaro dalla Dda di Palermo. Si tratta del processo con rito abbreviato che si sta celebrano a Palermo davanti al gup Roberto Riggio nei confronti di soggetti provenienti dal mondo imprenditoriale castelvetranese che secondo l’accusa avrebbero costituito preziosi punti di riferimento di Messina Denaro per gli appalti milionari in tutta la Sicilia. In particolare, 12 anni sono stati chiesti dai pm per il 45enne Rosario Firenze, considerato l’uomo del boss, come spiegato anche da Lorenzo Cimarosa, cugino acquisito di Messina Denaro. Firenze è accusato di associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni e turbata libertà degli incanti. Più clementi le richieste dell’accusa per gli altri imputati: 3 anni per il geometra Salvatore Sciacca, che secondo la Dda avrebbe intrattenuto i contatti con i funzionari infedeli del comune di Castelvetrano. E’ accusato di turbativa d’asta, come anche Giacomo Calcara, Benedetto Cusumano, Fedele D’Alberti e Filippo Tolomeo, per i quali è stata chiesta la condanna a due anni.

Fra i lavori al centro dell’inchiesta quelli per la realizzazione della condotta fognaria, per la manutenzione ordinaria di strade e fognature, per la demolizione dei fabbricati fatiscenti all’interno dell’ex area dell’autoparco comunale.

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