E intanto sbarcano…

Gaspare De Blasi

Io la penso così

E intanto sbarcano…

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lunedì 20 Ottobre 2014 - 17:14

Tra le cose che ha detto e annunciato il premier Matteo Renzi, pur non essendo all’interno della legge che una volta si chiamava finanziaria, ci è parso di capire che c’è un argomento di cui il Governo si voglia interessare tempestivamente (si fa per dire, visto i precedenti…). Ci riferiamo al passaggio televisivo di domenica, quando Renzi in diretta a Canale 5 ha promesso una legge sugli extracomunitari nati nel nostro Paese. Ora che noi si sappia esistono due modi per disciplinare la materia. Quelli che gli esperti chiamano lo ius soli e lo ius sanguinis. Il primo attribuisce la cittadinanza a quanti nascono su un territorio da genitori stranieri. Con l’altro, in vigore da noi, si acquisisce automaticamente la cittadinanza per nascita nel nostro Paese per riconoscimento o adozione anche quando un solo genitore sia italiano. Chi nasce da una extra comunitaria, in un ospedale italiano e non viene riconosciuto come figlio da un nostro connazionale, non può prendere la cittadinanza fino alla maggiore età (raggiunta la quale si innesca un meccanismo per il quale sempre più spesso quelli che di fatto sono nostri connazionali, vi rinunciano).

Questa legge è stata fatta nel 1912, (sì, avete letto bene l’anno) ed è stata riformata nel 1992 e anche in questo caso sono già trascorsi più di 20 anni… La proposta televisiva di Matteo Renzi che non ha autonomia decisionale e si deve barcamenare tra le mediazioni varie è questa: accorciamo l’iter per l’acquisizione della cittadinanza italiana (così accontenta la sinistra del suo partito) però – c’è sempre un però nelle cose di Renzi – gli aspiranti oltre ad essere nati in Italia dovranno completare un ciclo di studi (ecco accontentato anche Alfano). Ma chi l’ha pensata questa cosa? Che significa un ciclo di studi? Le elementari? Così un ragazzino sarà ospite in una classe dove i compagni sono italiani e lui è uno in attesa. E se è un somaro, non ci si meravigli del termine ce ne sono tanti che sono nati in Italia, e non completa il ciclo di studi ma diventa un bravo operaio o un eccellente artigiano che si fa? Niente rimanga straniero, non ha completato. Quando nel 1912 fecero la legge il nostro era un Paese di emigranti. Quando la aggiustarono nel 1992 la classe dirigente era impegnata a fuggire da Tangentopoli, figuriamoci se in Parlamento leggevano le leggi che non riguardassero i loro processi. Ma oggi che fa Renzi? Attende il ciclo di studi. Quelli che sono nati altrove intanto continuano a sbarcare. Ma di quelli se ne deve occupare l’Europa.

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